Pittore (n. probabilmente Siena 1370 circa - m. Firenze, dopo il 1422). Seppe coniugare in maniera originale le suggestioni del gotico internazionale e le tradizioni senese e fiorentina, in uno stile caratterizzato dalla presenza di elementi fantastici, dalla precisione del disegno e da un timbro cromatico brillante e luminoso. Tra le opere: il trittico nel Museo civico di Prato; a Firenze numerose miniature alla Biblioteca Laurenziana.
Si formò a Siena sulle opere di S. Martini e dei Lorenzetti; a Firenze risentì di A. Gaddi e Spinello Aretino. Le tradizioni senese e fiorentina si congiungono in maniera originale nello spirito gotico di L., il quale distende il colore in tenui passaggi contornandolo con linee di valore decorativo o suggeritrici di lievi volumi. Nel 1390 entrò nel convento camaldolese di S. Maria degli Angeli, dove (1391) fece professione. Di questo periodo sono alcune miniature (corali 5, 8 e 1 della Bibl. Laurenziana di Firenze), gli affreschi, rovinati, nel convento delle oblate e nell'ospedale di S. Maria Nuova, la Pietà all'Accademia di Firenze. Successivamente, stimolato dalla scuola miniaturistica camaldolese, L. accentuò il linearismo gotico in una grafia più incisiva e sinuosa, mentre nelle figure più esili e allungate si avvertono le suggestioni del gotico internazionale. Tra le numerose opere di questo periodo il trittico nella Galleria Comunale di Prato; a Firenze numerose miniature alla Laurenziana (corale 3, del 1409, dove il gioco della luce e il movimento accentuato dei panneggi presentano delle affinità con l'arte di Ghiberti), l'Annunciazione all'Accademia, la pala per Monteoliveto (1406-10) e l'Incoronazione (1413), entrambe agli Uffizi. Dell'ultimo periodo gli affreschi della cappella Bartolini in S. Trinita a Firenze (1420-22 circa), in cui ricerca valori plastici.