RICCI, Lorenzo
Generale dei gesuiti. Nacque a Firenze il 2 agosto 1703; ammesso nella Compagnia di Gesù il 16 dicembre 1718, insegnò a Siena e al Collegio Romano e fece la professione il 15 agosto 1736; fu padre spirituale nel Collegio Romano nel 1751 e fu annoverato anche fra gli Arcadi. Nel 1755 fu nominato segretario generale della Compagnia, e il 21 maggio 1758 fu eletto preposito generale. Era morto proprio allora (3 maggio) papa Benedetto XIV, e quando il 6 luglio fu eletto suo successore Clemente XIII, il nuovo generale gli si presentò a protestare l'ubbidienza sua e di tutta la Compagnia. Papa Clemente fu acerrimo difensore della Compagnia e non si piegò nemmeno a introdurre quelle modificazioni alle sue costituzioni che, secondo alcuni, avrebbero potuto salvarla nelle lotte di cui era oggetto. La benevolenza del papa acuì nel campo avverso quell'ostinata inimicizia che doveva trovare la sua conclusione sotto Clemente XIV. Quando il 16 agosto 1773 fu intimato al R. il breve Dominus ac redemptor, con cui la Compagnia era soppressa, il R. fu ritenuto prigioniero nel Collegio Inglese. Condotto quindi a Castel S. Angelo il 23 settembre, solo alquanto più tardi fu sottoposto agl'interrogatorî, nei quali ebbe parte importante l'accusa di aver nascosto o fatto riparare all'estero beni dell'ordine; ma l'accusa non risultò fondata. Nemmeno alla morte di Clemente XIV (22 settembre 1774) riebbe la libertà da Pio VI, inclinatissimo a dargliela, ma trattenuto dalle corti borboniche. Morì il 24 novembre 1775. Prima di morire il R. protestò che la Compagnia non aveva dato motivo alla soppressione e che egli non credeva di essersi meritato l'imprigionamento. Rimangono di lui parecchi scritti inediti e a stampa e le lettere encicliche indirizzate ai suoi religiosi.
Bibl.: La bibliografia sul R. risente delle passioni scatenate dalla polemica pro e contro i gesuiti; essa è del resto intimamente collegata con quella relativa alla soppressione della Compagnia. Cfr. in proposito le parti 1ª e 2ª del volume XVI della Storia dei papi di L. Pastor, che diedero anch'esse occasione a molte polemiche.