LOTARIO I re d'Italia e imperatore
Primogenito di Ludovico il Pio e di Ermengarda, nato nel 795, nella ordinatio imperii di Aquisgrana (luglio 817) fu designato successore del padre e nominato suo conreggente, e ad Aquisgrana stessa fu incoronato imperatore. Nell'818, alla morte del ribelle Bernardo, L. ebbe il governo dell'Italia, dove venne nell'autunno 822 e dove, a Roma, fu solennemente consacrato imperatore dal papa Pasquale I (5 aprile 823). Appartengono a questa prima venuta di L. in Italia varî provvedimenti di carattere amministrativo. Più importante però la sua seconda venuta in Italia e a Roma, nell'anno seguente, quando emanò la constitutio romana (11 novembre 824), la quale, integrata col giuramento fatto prestare in quella occasione al popolo romano, mentre mira ad assicurare l'autorità del papa, vi afferma la sovranità dell'imperatore e fa riconoscere un suo diritto d'intervento nella stessa elezione papale. Notevoli pure i provvedimenti emanati a Marengo (dicembre 824) e i capitolari dell'assemblea di Corteolona (maggio 825) per il riordinamento dell'insegnamento pubblico, a vantaggio forse degli ecclesiastici, nelle varie città del regno. Nell'829, dopoché Ludovico il Pio aveva rimaneggiato (Worms, agosto 829) in favore dell'ultimogenito di secondo letto, Carlo il Calvo, l'ordinatio dell'817, L. si unì coi fratelli Pipino e Ludovico per imporre al padre l'annullamento dell'atto di Worms (Compiègne, maggio 830). Ma tosto riconciliatisi Pipino e Ludovico, gelosi della preminenza di L., col padre, questi procedè, a Nimega (febbraio 831), a una nuova divisione dei dominî franchi, per la quale a L., spogliato di ogni prerogativa, veniva lasciata solo l'Italia. Un capitolare emanato da Pavia nel febbraio 832 e alcuni diplomi dell'832 e 833 mostrano che L. attese in questo tempo alle cose del regno. Ma nell'833 lo vediamo di nuovo ripassare le Alpi, insieme col papa, e mettersi a capo di una nuova ribellione dei figli contro Ludovico il Pio, che, abbandonato a Rothfeld (19-30 giugno 833) dal suo esercito, nell'assemblea di Compiègne, presieduta da L. (ottobre 833), viene deposto. Pochi mesi dopo, però, essendo Ludovico il Pio risalito sul trono, L. deve ritirarsi in Italia. La morte di Pipino (dicembre 838) lo riconduce in Francia, dove si riaccosta al padre, in rotta con Ludovico. Nel nuovo atto di divisione di Worms (giugno 839), toltane la Baviera, che sola è lasciata a Ludovico, l'impero è diviso fra L. e Carlo. Ritornato in Italia, L. stipula un importante patto con Venezia (22 febbraio 840). La morte di Ludovico il Pio (28 giugno 840) apre un periodo di lotte tra Carlo e Ludovico e L., che pretende ridurre i fratelli al rango di vassalli. L., vinto a Fontanetum (25 giugno 841), dopo aver tentato invano di appoggiarsi ai Sassoni, è costretto a negoziare coi fratelli e stringere con essi il patto di Verdun (agosto 843) che gli assicura, oltre l'Italia, con Roma e con la dignità imperiale, la regione compresa fra il Reno, le Alpi e l'Aar a est, la Saona, la Mosa e la Schelda a ovest, con Aquisgrana. Da allora L. è trattenuto al di là delle Alpi, mentre manda in Italia (844) il figlio Ludovico, che nell'850 è anche incoronato imperatore.
Dell'Italia si occupa ancora, tuttavia, provvedendo alla lotta contro i Saraceni con il capitolare de expeditione contra Saracenos facienda, emanato in Francia in un'assemblea. Nell'855, sentendosi vicino a morte, L. divide il regno fra i figli Ludovico, Lotario e Carlo e si ritira nel chiostro di Prümm, dove pochi giorni dopo muore, il 29 dicembre 855. L. aveva sposato nell'821 Ermengarda figlia del conte di Tours.
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