Compositore olandese (Utrecht 1939 - Weesp 2021). Figlio d’arte, studiò con il padre, l'organista e compositore Hendrick (1892-1981), proseguendo poi con K. van Baaren e infine con L. Berio a Milano e a Berlino. Tornato nei Paesi Bassi, nel 1972 ha fondato l’ensemble di strumenti a fiato De Volharding (Perseveranza) e nel 1976 il gruppo Hoketus (scioltosi nel 1987), che prendono il nome da composizioni omonime. Dopo l’adesione alla serialità dodecafonica (Series, 1958; Nocturnen , 1959), ha esplorato le possibilità politonali del jazz (On Jimmy Yancey, 1973), il cui influsso, unito agli stimoli dell’avanguardia olandese e alla tensione verso nuove forme d'impegno politico, hanno dato impulso a una ricerca dai molteplici riferimenti, da Stravinskij a C. Ives al minimalismo statunitense. Si è anche ispirato alla pittura di P. Mondrian (De stijl, Lo stile, 1985), o alla poesia medievale in Hadewijch, facente parte del ciclo De Materie (La materia, 1988). L'armonia possiede un carattere tonale o politonale, mentre l'intreccio di ritmo e armonia è semplice, volto a privilegiare l'aspetto propulsivo, che si riflette in una relativa chiarezza formale. Nella strumentazione, A. predilige la messa in evidenza dei singoli strumenti. Con il regista P. Greenaway ha collaborato a vari progetti: il film M is for man, music, Mozart (1991) e le opere Rosa (a horse drama) (1994) e Writing to Vermeer (1998). Ha tentato forme di teatro anticonvenzionale, come per la versione multimediale diThe new math(s) (2000) e per Inanna (2003), senza trascurare gli organici strumentali, come in De opening (L'inaugurazione, 2005).