LUBECCA (ted. Lübeck; dal nome del villaggio slavo di Liubice; A. T., 53-54-55)
Città e stato della Germania (Freie und Hansestadt) posta presso la più occidentale delle insenature del Baltico (Lübecker Bucht), la quale s'addentra notevolmente verso l'Elba, nelle vicinanze della foce del Trave, dove questo fiume riceve da destra il Wakenitz, a una ventina di km. dal mare, alta 11-15 m. s. m., 70 km. da Amburgo. Il Trave percorre nell'ultimo tratto del suo corso alcune zone pianeggianti e paludose (terreni morenici), in modo che è stato facile ottenere una posizione di difesa, ricavando un'isola, la quale, specie a oriente, era limitata da stagni (un resto di essi sono tuttora il Mühlen- e il Krähenteich). Lubecca ha una temperatura annua di 7°,9 (−0°,5 in gennaio e 16°,7 in luglio).
La parte antica, circondata da acque, occupa un dosso lungo 2 chilometri e largo 1; le strade principali sboccano verso occidente sul Trave e si chiamano Gruben; a N. era il Burg, a S. la parte abitata con il duomo. I principali stabilimenti industriali sono poi sorti nel sobborgo di S. Lorenzo, a O. del nucleo antico, mentre i principali quartieri abitati, quello di S. Geltrude e a S. quello di S. Jürgen sono a NE. Le vecchie fortificazioni sono state abbattute nel 1803.
L'importanza di Lubecca è connessa col fatto che essa è la città del Baltico (nella sua parte orientale prevalentemente agricolo) più vicina ai centri industriali dell'ovest. La sua funzione ha però variato nelle diverse epoche, e mentre al tempo del massimo fiorire dell'Ansa essa ne era la sede e la città principale, più tardi, colonizzate le coste del Baltico, essa da un canto non poté più competere con altri centri dell'Est, dall'altro perdette terreno rispetto ai maggiori porti oceanici di Brema e di Amburgo. Diventata una tranquilla città di provincia si è poi risvegliata, sia per l'introduzione dei battelli a vapore, che hanno fatto diminuire il valore delle distanze, sia per l'apertura (giugno 1900) del canale Elba-Trave, che è lungo 67 chilometri e supera per mezzo di 7 chiuse i 12 m. di spartiacque, con fondali che permettono l'accesso a navi con m. 8,5 di pescaggio, sia infine per lo sfruttamento industriale del bacino del Trave. Nel porto sono arrivate nel 1931 4195 navi stazzanti 698.882 tonnellate; esse hanno sbarcato 429.000 tonn. di merci e ne hanno spedite 930.000. Tra le merci importate hanno il primato il ferro e il legno (provenienti per la massima parte dalla Scandinavia), tra quelle esportate concimi, coloniali e prodotti industriali. L'industria lavora ferro, prodotti chimici, tessuti (specie di lino).
Gli abitanti, che erano già 30.000 alla metà del sec. XIV, 55.000 nel 1885, 121.106 nel 1925, erano nel 1932 130.000 e Lubecca è ora la 43ª città della Germania. Nel 1913 essa ha aggregato Travemünde, in modo da sboccare al mare.
Monumenti. - Ancor oggi le chiese, il Palazzo comunale, le porte e le case patrizie costituiscono un indimenticabile quadro della civiltà e potenza economica raggiunta dalla vecchia città anseatica. Il duomo, fondato nel 1173, fu terminato nel 1247: basilica romanica in laterizio, di grandiose proporzioni, conserva in complesso l'aspetto originario. Le sue torri furono poi imitate in tutte le successive torri medievali di Lubecca, che conferiscono un particolare carattere al suo panorama in cui forma e colore sono di fastosità rara. L'aspetto attuale del duomo, sostanzialmente gotico, è dovuto a varî rifacimenti tra il 1265 e il 1341 (coro con navate di uguale altezza e cappelle). Nell'interno rimangono alcune pale d'altare dei secoli XIV-XVI, tra cui una delle più grandi e belle opere di Hans Memling e della sua scuola. Il pulpito ha rilievi in alabastro di gusto fiammingo con la sigla H. F. (1568). Notevoli tra altro ricchi rivestimenti lignei del tramezzo, le figure colossali del Crocifisso, di Maria e di S. Giovanni, della Maddalena e del committente vescovo Alberto Krummendik (1479) sul trave dell'arco trionfale; il fonte battesimale in bronzo (1455) di L. Grove; gli stalli intagliati del coro del 1400 circa; molti importanti sigilli sepolcrali e tombe del secolo XIV-XVI. Nei secoli XVII e XVIII le cappelle furono convertite in sepolcri: tra questi il più importante è quello del principe vescovo duca A. F. di Schleswig-Holstein.
Prototipo dell'architettura religiosa gotica in laterizio non solo di Lubecca ma di tutta la Germania del Nord, è la parrocchiale di S. Maria, fondata nel 1159 da Enrico il Leone, ma che, nella sua attuale struttura, è del sec. XIII. È di forme basilicali con deambulatorio e cappelle a raggiera, di derivazione franco-fiamminga, compiuto nel 1291, transetto di proporzioni molto slanciate, e cappelle aggiunte nel corso del sec. XIV. L'aspetto esterno è solenne e severo, senza nessuna decorazione; le torri, iniziate al principio del Trecento, nonostante particolari gotici, hanno una compattezza cubica ancor romanica. Del sontuoso arredamento interno ricordiamo l'altar maggiore (1697), di T. Quellinus; molte pale dipinte dei secoli XV e XVI, il tramezzo rinnovato nel 1513-20, in parte con pitture e statuette intagliate da B. Dreyer; il ciborio in bronzo (1476-79); stalli e banchi dal secolo XVI al XVIII; importanti statue gotiche tra cui la Bella Madonna del 1420, e una statua lignea di S. Giovanni Evangelista (circa 1500), opera capitale dello scultore lubecchese H. v. d. Heide; l'Entrata in Gerusalemme (1824) e la Deposizione (1846) del nazareno F. Overbeck da Lubecca. Tra le numerose lastre sepolcrali in bronzo ricordiamo quella di Godard Wigerinck (morto nel 1518) e delle sue quattro consorti, della bottega di Peter Vischer; fra i monumenti funerarî quello con busto marmoreo di J. M. Tesdorpf, opera di Gottfried Schadow (1823).
La chiesa di S. Pietro, menzionata sin dal 1170, nell'attuale costruzione a cinque navate di uguale altezza, è il risultato di numerose modificazioni e ampliamenti avvenuti tra il secolo XIII e il XV. Quella di S. Caterina, già chiesa del convento dei Minori, è una delle più nobili architetture gotiche in laterizio del sec. XIV. Gli edifici conventuali a sud della chiesa trasformati nel 1531 in scuola e biblioteca sono stati più volte rimaneggiati e ampliati. La chiesa gotica dello Spirito Santo, con l'annesso ospedale, fu elevata nella seconda metà del sec. XIII; ha importanti dipinti e intagli dei secoli XV e XVI.
La chiesa di S. Giacomo, ricostruita nel secolo XV conserva solo in parte l'originaria costruzione del sec. XIII; nell'interno importanti sculture e dipinti (secoli XV-XVII). La chiesa di S. Egidio è dei secoli XIV e XV.
La chiesa del convento domenicano, fondata nel 1229, rovinò nel sec. XIX. Si conservano invece la maggior parte degli edifici conventuali del sec. XIV, compresi nei nuovi edifici del tribunale e delle carceri (1894-1896). Il convento delle agostiniane fu nel 1915 trasformato in museo d'arte e di storia.
Tra gli edifici profani primeggia il Palazzo comunale, il più grandioso del Medioevo tedesco. È costituito da una costruzione gotica in laterizio (secoli XIII e XIV) con aggiunte posteriori (fianco meridionale del 1442-44; loggia sul mercato del 1571, ecc.). I varî gruppi architettonici vi sono collegati da un vigoroso orizzontalismo razionalmente applicato in ognuno di essi.
Le numerose case antiche, di mattoni, a frontone verso la strada, conferiscono tuttora a Lubecca un aspetto caratteristico. Risalgono al Medioevo alcune con frontoni a gradino (Schüsselbuden 10; Johannisstr. 13; la Löwenapotheke, del sec. XIV). Restano molte case del Rinascimento, il cui più bell'esemplare è la sede della Società dei naviganti (1535) che presenta il pittoresco aspetto di una vecchia locanda, dall'interno decorato con vecchi arredi marinareschi. In contrasto con questo gruppo che, pur appartenendo al Rinascimento, mantiene il verticalismo gotico, sono altre case del sec. XVI sviluppate in senso orizzontale contraddistinte da fastose decorazioni in terracotta provenienti dalla bottega di Statius v. Düren (1549-71) da Lubecca. Risalgono al sec. XVIII molte case con frontoni a volute barocche e con portali rococò. Solo nella seconda metà del secolo XVIII si rinunziò ai frontoni e le case ebbero coronamento orizzontale, come la Behnhaus, costruzione classicheggiante di J. Ch. Lillie (1779-83), ora galleria statale di pittura.
Delle antiche fortificazioni non rimangono che due porte, il Burgtor e il Holstentor, del sec. XV. Le due potenti torri circolari del Holstentor (1566-78) sono, con la chiesa di S. Maria, col duomo e col Palazzo comunale, gli edifici più caratteristici e imponenti di Lubecca. (V. tavv. CXLI e CXLII).
Istituti di cultura e musei. - Assai ricca è la Biblioteca civica. Ricordiamo inoltre l'Archivio civico, il Museo del duomo con collezioni storiche e di storia naturale. Il Museo di storia e d'arte, nei begli ambienti del monastero di S. Anna, ha preziose collezioni d'arte medievale sacra e d'arte profana più tarda. La galleria di pittura, nella vecchia Behnhaus, ha buone opere di artisti moderni, specie locali. Da poco esiste nella chiesa di S. Caterina un museo d'arte sacra.
Storia. - Lubecca deve anzitutto alla sua posizione la fortuna che essa ha goduto per più di tre secoli durante tutto il periodo della fioritura della Lega Anseatica. Fondata ufficialmente, nel 1143, dal duca Adolfo II di Holstein, nella località ove pare esistesse un borgo che risaliva forse a circa un secolo prima, riedificata intorno al 1158 dal duca Enrico il Leone di Sassonia che la dotò anche, pochi anni dopo, di un particolare statuto cittadino, Lubecca deve effettivamente la sua origine a un gruppo di mercanti della Germania renana e della Vestfalia, che avendo cominciato ad avventurarsi nelle regioni del Baltico, abitate ancora totalmente da popolazioni slave o scandinave, videro il vantaggio della sua posizione per farne una prima base stabile delle loro imprese commerciali. Non mancano le testimonianze che provano, già nel sec. XI e al principio del XII, la penetrazione del mercante tedesco delle città dell'Ovest (Colonia e Soest in prima linea) nel bacino del Baltico. Ma non si trattava ancora che d'incursioni di pionieri in un territorio del tutto straniero per essi; i quali s'imbarcavano in qualche punto dello Schleswig su navi scandinave per avvicinarsi, toccando l'isola di Gotland, al grande emporio russo di Novgorod. I successi appunto di questi pionieri incoraggiano un numero sempre crescente di mercanti tedeschi, provenienti da una regione dove la vita cittadina era già in avanzato sviluppo, a tentare la stessa via e anzi a stabilirsi lungo le rive del Baltico, che in meno di un secolo, fra il 1150 e il 1250, si coprono di stanziamenti urbani, creati e in gran parte abitati da Tedeschi.
Di questi stanziamenti germanici sul Baltico Lubecca è, in ordine di tempo, il primo, e a questa priorità, unita alla maggiore vicinanza alla madrepatria e ai maggiori centri commerciali della Germania occidentale, essa deve il primato che riuscirà ad assicurarsi e a conservare nella Lega, di cui essa sarà la fondatrice e il centro. Molto probabilmente la fondazione di Lubecca, come quella delle altre città tedesche del Baltico che la seguirono a breve distanza, fu compiuta con gli stessi criterî con cui da Colonia o da altre città renane si effettuavano le spedizioni mercantili in paesi lontani. Come per queste le Hanse, o carovane di mercanti per il traffico all'estero, inquadravano tutti quelli che dovevano fare insieme il lungo viaggio, così un gruppo di uomini intraprendenti, una specie di consorzio d'imprenditori, si addossa i rischi della fondazione, assicurandosi in compenso la concessione d'importanti privilegi economici che dovevano consistere principalmente nella ripartizione dei fabbricati e delle aree fabbricabili della nuova città, costruita secondo un piano prestabilito. Da questo vantaggio iniziale deriva la situazione privilegiata di cui quel primo gruppo di mercanti gode per lungo tempo nella città, riunendo nelle proprie mani l'esercizio del commercio e dell'armamento e la proprietà fondiaria, e costituendo così il nucleo originario del patriziato che comporrà il consiglio cittadino. Non è certamente per un caso se fra i nomi delle più vecchie famiglie appartenenti al Consiglio di Lubecca s'incontra tanto spesso quello di Soest, e se, fra quelli che alla fine del secolo XII si vantano come discendenti dei fondatori, i nomi rivelano l'origine occidentale.
Sconfitto Enrico il Leone e messo al bando dall'Impero, la città passò nel 1181 sotto la protezione dell'imperatore, e dopo un lungo periodo di lotte contro la Danimarca fu riconosciuta, nel 1226, come città libera dell'Impero. Dopo che la battaglia di Bornhöved, del 1227, alla quale Lubecca prese una parte decisiva, gettò le basi del predominio del germanesimo nell'Europa settentrionale, si dové appunto all'iniziativa, all'intraprendenza e alla forza dei mercanti-armatori di Lubecca il sorgere di nuove città tedesche sulla costa meridionale del Baltico, sulle coste della Scania e nelle isole svedesi.
Il fatto che fra la borghesia delle città tedesche di nuova fondazione s'incontrano molti dei nomi che costituiscono il gruppo originario dei fondatori di Lubecca dimostra, con ogni probabilità, che quelle imprese di colonizzazione commerciale del Baltico furono spesso condotte da gruppi di mercanti legati fra loro da vincoli di parentela, e che in questi vincoli naturali si può forse vedere l'origine dei legami che si stabiliscono fra quelle città, le quali costituiscono il primo nucleo della Lega Anseatica.
Di questa Lega che si costituisce dopo la metà del Duecento, Lubecca per la sua posizione, per la priorità della sua fondazione, per l'autorità che essa gode fra le colonie tedesche del Baltico, come loro madrepatria, come promotrice della loro espansione e dei vincoli di solidarietà e di mutua difesa che si stringono fra esse in gran parte per sua iniziativa, diventa il capo generalmente riconosciuto, il luogo dove si tennero per lo più le assemblee dei rappresentanti della Lega (Hanselage) e se ne conservarono gli archivî. Lo sviluppo economico di Lubecca si fa particolarmente intenso alla fine del Duecento, quando si afferma e acquista il predominio nel consiglio cittadino una nuova borghesia, la quale conduce l'attività commerciale con maggiore audacia, con criterî più razionali e spregiudicati, e che raggiunge una prima, per quanto modesta, accumulazione di capitali.
A questo spirito di maggiore intraprendenza è dovuta l'iniziativa dei mercanti di Lubecca di non limitare la loro attività marinara alle sole rive del Baltico, ma di attraversare gli stretti, uscire nel Mar del Nord e portare in Norvegia i cereali e altri prodotti della Germania orientale per scambiarli con lo stoccafisso e gli altri prodotti della pesca. Il tentativo fu coronato da pieno successo, e gli Anseatici, con Lubecca in prima linea, si assicurarono per più di un secolo il pieno dominio del commercio esterno della Norvegia.
Ma a chi guardi da lontano la funzione economica di Lubecca e le ragioni del suo primato commerciale fra le città marinare della Germania, quel tentativo fortunato d'espansione marittima nel Mar del Nord, e in particolare lungo le coste della Norvegia, rappresenta assai più un danno che un vantaggio. Infatti il primato di Lubecca è dovuto principalmente al fatto di trovarsi in quel punto della grande arteria commerciale Novgorod-Bruges, dove i mercanti provenienti dal Baltico orientale devono lasciare la via del mare e raggiungere Amburgo per via di terra, evitando in tal modo il lungo giro dello Jutland, sempre costoso e spesso anche pericoloso o addirittura impossibile. La via di terra fu poi resa più facilmente accessibile con la costruzione di un canale dal Trave all'Elba.
Affrontare e aprire la via degli stretti e stabilire un'intensa corrente di traffico diretto col Mar del Nord rappresentò indubbiamente un gran vantaggio per il commercio del Baltico in generale, ma nello stesso tempo una grave minaccia per il primato di Lubecca del tutto fuori dalla rotta naturale delle navi che da Stettino, da Danzica o da Riga si dirigevano al Sund. Essa correva perciò il rischio di vedersi lasciata in disparte da una gran parte del traffico marittimo, che finora aveva fatto capo interamente al suo porto.
Ma gli effetti di questo spostamento nelle correnti del traffico non si faranno sentire che molto più tardi, e intanto alla fine del Trecento Lubecca è ancora nel pieno rigoglio della sua fortuna. Essa è allora una fra le pochissime città della Germania che abbiano una popolazione superiore ai 20.000 abitanti, ed è forse, dopo Colonia, la città in quel tempo più popolosa della Germania. Mentre la borghesia di più antica e solida ricchezza tende a trasformarsi in un'aristocrazia, che cerca la base della sua forza sociale, oltre e forse più che nel commercio, nella proprietà fondiaria, sono ancora assai numerosi i mercanti che affrontano i rischi delle imprese in mari lontani, e si raggruppano in compagnie a seconda dei paesi stranieri a cui essi indirizzano il loro viaggio: si ha così una Compagnia per il viaggio di Scania, e altre per il viaggio di Stoccolma, d'Islanda, di Alborg, di Spagna, di Riga.
Appunto in questo periodo di massima potenza politica e floridezza economica avviene in Lubecca un'importante, ma solo temporanea rivoluzione interna: il vecchio consiglio aristocratico deve, nel 1408, lasciare la città e al suo posto s'insedia un consiglio democratico. Ma di fronte a gravi minacce esterne, da parte dell'Impero e della Danimarca, il nuovo consiglio si ritira spontaneamente nel 1416, e l'antica costituzione ritorna in vigore.
Nel corso del sec. XV i grandi progressi compiuti dalla marina olandese nel Baltico, di cui essa riesce ad assicurarsi con le armi il libero accesso, e le difficoltà opposte dagli stati scandinavi al mantenimento della posizione privilegiata degli Anseatici nelle loro terre cominciano a indebolire la posizione di Lubecca.
L'accoglimento della Riforma fu imposto (1531) al consiglio cittadino da un movimento popolare, il capo del quale, Jurgen Wullenweber assunse nelle proprie mani il potere. La lotta da lui intrapresa contro la Svezia, che sotto Gustavo Vasa aveva accentuato la sua politica d'indipendenza economica dagli Anseatici, terminò nel 1535 con una grave sconfitta da cui Lubecca non riuscì più a risollevarsi.
La decadenza, resa del resto inevitabile oltre che da cause politiche, dallo spostamento dei traffici verso il Mare del Nord, dal meraviglioso sviluppo della potenza olandese, e dal predominio assunto, fra le città marittime tedesche, da Amburgo, è completata un secolo più tardi dalla guerra dei Trent'anni, che pose per un certo tempo tutto il Baltico sotto il dominio politico della Svezia. Appunto in questo periodo di decadenza si manifestano nuovi torbidi interni e il vecchio patriziato deve concedere alla borghesia, con gli accordi del 1665 e 1669, una partecipazione effettiva al governo della città.
Nella seconda metà del sec. XVIII, dopo la caduta del dominio svedese e la formazione del forte regno di Prussia, che inizia una politica mercantilistica d'incoraggiamento alla produzione e al commercio di esportazione, l'attività commerciale di Lubecca attraversa un breve periodo di ripresa, che è nuovamente interrotto dalle guerre napoleoniche. Il 6 novembre 1806, dopo una difficile battaglia con le truppe di Blücher, i Francesi riescono a espugnare Lubecca che viene abbandonata al saccheggio delle truppe. Nel 1810, la città, rovinata anche dal blocco continentale, fu incorporata nell'Impero napoleonico.
Dopo la liberazione (1813), nonostante l'accerchiamento entro i territorî assegnati alla Danimarca, Lubecca può riacquistare non la sua posizione del Medioevo, ma quella che essa aveva avuto nel sec. XVIII nel traffico settentrionale. Il movimento politico del '48, che ebbe la sua ripercussione a Lubecca in quello che fu detto il partito della Jung-Lübeck, condusse il 30 dicembre 1848 alla proclamazione di una nuova costituzione, la quale però non rappresenta una totale rottura col passato, perché essa lasciò sussistere la preponderanza del Senato nella vita pubblica; e del resto non restò in vigore che fino al 29 dicembre 1851.
All'ingresso nella Lega germanica del Nord, avvenuto il 18 agosto 1866, seguì nel 1868 l'ingresso nello Zollverein, che non poté portare sostanziali modificazioni nella situazione economica di Lubecca, gravemente danneggiata, anche per ciò che riguarda il solo commercio del Baltico, dalla concorrenza di Stettino e di Kiel, e anche più dalla costruzione del canale Federico Guglielmo che spostava a nord di Lubecca, e a tutto vantaggio di Kiel, il commercio di transito fra il Baltico, l'Elba e il Mare del Nord. Per riparare a questo danno si decise la costruzione quasi interamente a spese della città di Lubecca, del nuovo canale Elba-Trave.
I risultati raggiunti con questa nuova via, per quanto abbastanza notevoli, non furono tuttavia tali da modificare la situazione commerciale di Lubecca. Invece lo sfruttamento industriale del bacino del Trave, come si è già accennato, creò al vecchio porto anseatico nuove possibilità di sviluppo economico.
Stato di Lubecca. - Accanto a Brema, lo stato di Lubecca è il minore degli stati germanici (kmq. 298); è formato dal territorio della città e da 9 zone staccate (5 distretti rurali con 36 comuni). Esso conta (1925) 127.971 ab. (pari a 0,2% della Germania) e ha quindi una densità molto alta (430 ab. per kmq.). La maggioranza degli abitanti (95%) è luterana. Occupazione principale è l'industria (42,5%: 7959 imprese e 50.278 addetti), quindi il commercio (33,1), i servizî pubblici (10,1), le occupazioni domestiche (7,4) e l'agricoltura (6,9). Vi sono anche 500 pescatori. Un'assemblea di 80 membri (Bürgerschaft) in carica per 4 anni, elegge il Senato (14 membri) che è presieduto da un Bürgermeister.
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