CIAMBERLANO, Luca
Nacque a Urbino probabilmente intorno al 1570-80: sono da ritenere erronee, perché non compatibili con la sua prima opera conosciuta, (1599), le date di nascita riportatp dall'Hubert (p. 289), che indica l'anno 1586, e dal Basan (p. 141), che addirittura posticipa tale data al 1603. Scarse sono le notizie relative alla sua vita. Studioso di giurisprudenza e dottore in legge, il C. abbandonò in seguito questi studi per dedicarsi alla pittura e all'incisione. Nonostante il fatto che egli su molte sue stampe si sia qualificato come pittore e che spesso venga citato come tale dalle fonti bibliografiche, non sono note sue opere di pittura. Come si è accennato, la sua prima incisione, tratta da un disegno del Villamena dal S. Francesco del Barocci, è datata 1599; basandosi su questa stampa alcuni studiosi (Mariette, p. 369; Kristeller, in Thieme-Becker) hanno ipotizzato un discepolato del C. presso il Villamena; l'Antaldi ritiene invece che l'artista sia stato allievo del Barocci.
Dalle date che compaiono sulle sue incisioni si deduce che l'attività del C. si svolse dal 1599 al 1641 e, secondo le fonti, prevalentemente a Roma dove Partista si trovava già nel 1600 (data dell'incisione raffigurante Papa Clemente VIII che apre la porta santa). Probabilmente a Roma il C. entrò in contatto con i Carracci; l'influsso di questi, e soprattutto delle opere di Agostino, fu determinante per la sua impostazione tecnica e la sua evoluzioné stilistica. Vasta fu la sua attività di incisore: il Bartsch gli attribuisce centotrenta fogli (ottantuno dei quali sono tratti da disegni di Agostino Carracci), l'Hermanin (p. 302) aggiunge altre due stampe (l'Ambasciata persiana a Roma eil ritratto di G. B. Cioni da Lucca), il Kristeller porta il numero delle sue opere a centosettanta. L. Donati ha pubblicato schede di stampe del C., per lo più frontespizi e illustrazioni di libri, da lui trovate nella Biblioteca Vaticana. Suoi rami si trovano alla Calcografia naz. di Roma.
Le incisioni del C., caratterizzate da una struttura compositiva classicheggiante e da equilibrati giochi chiaroscurali, sono in genere tratte da disegni o da opere di grandi maestri (quali, ad esempio, I dodici apostoli di Raffaello, Noli me tangere del Barocci, S. Lucia di Agostino Carracci, il Silenoebbro di Annibale Carracci). Il Nagler, pur riconoscendo al C. una notevole capacità tecnica e una certa abilità nel disegnare il nudo, nota tuttavia che le teste ed altri particolari non sono di solito troppo curati. Le opere del C. sono tutte firmate per esteso o con il monogramma "L. C." (che spesso è stato scambiato per le iniziali di Luca Cambiaso).
Bibl.: M. Hubert, Manuel... des amateurs de l'art, Zurich 1800, I, pp. 289-290; Pesaro, Bibl. Oliveriana, A. Antaldi, Notizie di alcuni ... pittori ... di Urbino, ms. [1805], c. 24; P. F. e H. L. Basan, Dict. des graveurs, Paris 1809, I, p. 141; G. K. Nagler, Künstler-Lexikon, München 1825, p. 531; P-J. Mariette, Abecedario..., I, Paris 1851-53, p. 369; M. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, II, Paris 18, 56, pp. 14-16; Autografi..., in Giorn. di erudizione artist., IV(1875). pp. 261 s.; F. Hermanin, Osserv. e aggiunte all'opera di alcuni antichi incis., in Ausonia, II(1907), pp.298-302; P. Kristeller, in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, Leipzig 1912, p. 559; Le incisioni dei Carracci, a cura di M. Calvesi -V. Casale (catal.), Roma 1965, p. 54; L. Donati, Ignote incis. di L. C...., in Studi di bibliotec. ... in on. di F. Barbieri, Roma 1976, pp. 263-277.