PITTI, Luca di Buonaccorso
PITTI, Luca di Buonaccorso. – Nacque il 1° giugno 1395, primogenito di Buonaccorso Pitti e di Francesca Albizzi, a Firenze nel quartiere di Santo Spirito, nel gonfalone del Nicchio.
Ebbe un’educazione mercantile, ed entrò nell’arte della lana nel 1429, in quella della seta nel 1441. Nel 1420 iniziò la sua lunga e ininterrotta carriera politica a Firenze come membro dei Sedici gonfalonieri. Dopo non molti anni ricopriva già cariche importanti: nel 1434 fu accoppiatore per gli scrutini elettorali (mansione che svolse anche negli anni 1444, 1452, 1466-67) e priore (1434). Negli anni e decenni successivi fu membro degli Otto di guardia e Balìa (1452, 1455, 1458, 1471), dei Dieci di Balìa (1438, 1439, 1448, 1452-54) e tre volte gonfaloniere di Giustizia (1448, 1453, 1458). Da quando fece parte della Balìa che richiamò Cosimo Medici dall’esilio (1434) il suo ruolo politico risultò intimamente collegato a quello dei Medici.
Una delle sue pochissime spedizioni all’estero fu una missione a Roma nel gennaio 1440 quando fu coinvolto nell’incarcerazione dell’arcivescovo fiorentino Giovanni Vitelleschi (con cui Pitti già nel 1434 aveva avuto rapporti diretti).
Pitti ebbe interessi finanziario-economici in vari campi e investì molti dei suoi guadagni nella proprietà fondiaria. La costruzione del grandioso palazzo Pitti ebbe inizio dopo il 1454, come anche quella della villa suburbana di Rusciano.
Per i suoi meriti, nel 1463 ricevette la dignità cavalleresca fiorentina; alla cerimonia fu presente un giovanissimo Lorenzo Medici – che però non era un cavaliere – come sindaco del Comune. Nell’estate del 1466 si trovò a capo della fazione del Poggio avversaria dei Medici, prima di piegarsi e di riabbracciare la causa della famiglia dominante.
Questo suo arretramento ha sollevato molti sospetti e dai più è stato letto in una chiave strettamente opportunistica, essendo allora riuscito a concludere un importante matrimonio di una sua figlia con il figlio del banchiere Giovanni Tornabuoni, zio dello stesso Lorenzo Medici.
In tre matrimoni – con Fioretta di Filippo Machiavelli (1418), Maria di Andrea Bardi (1447) e Caterina Sassoli (1452) – ebbe almeno diciotto figli.
Nonostante i molteplici contatti di Pitti con l’opposizione fiorentina in esilio – nel 1468 vennero per questo motivo confinati un suo cappellano e un suo nipote –, la sua carriera politica non subì contraccolpi. Negli ultimi anni di vita rivestì infatti almeno sei importanti uffici comunali.
Morì il 10 marzo 1473 e fu sepolto nella chiesa di Santo Spirito.
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