Matematico (Napoli 1552 circa - Roma 1618), insegnò matematica e greco alla Sapienza di Roma (dal 1600). Nel 1612 fu nominato accademico linceo, ma nel 1616 fu espulso dall'Accademia per il suo comportamento nella controversia copernicana. V. occupa un posto notevole nella storia delle origini del calcolo infinitesimale, e la sua opera influì sia su quella di Gregorio da S. Vincenzo, sia su quella di P. Mengoli. Tra le opere: De centro gravitatis solidorum libri tres (1604; 2a ed. 1661), in cui tratta, oltre che del calcolo dei baricentri, anche del calcolo dei volumi di varî solidi, con metodi vicini a quelli moderni; Quadratura parabolae per simplex falsum (1606; 2a ed. 1661). Sembra sia stato il primo a usare le parole ascissa e ordinata.