Filosofo francese (Chazelet, Indre, 1860 - Parigi 1932). Si occupò soprattutto del problema etico-religioso. Il suo "dogmatismo morale" è esposto particolarmente negli Essais de philosophie religieuse (1903); in Le réalisme chrétien et l'idéalisme grec (1905) e nelle Annales de philosophie chrétienne, che, succedendo a Ch. Denis, egli diresse dal 1905 al 1913. Quando le opere e la collezione delle Annales furono messe all'Indice, L. si sottomise alla condanna. Scrisse anche: Positivisme et catholicisme, à propos de l'Action française (1911). Tra le opere postume: Études sur Descartes (2 voll., 1935), Critique du laïcisme ou comment se pose le problème de Dieu (1948). La sua filosofia, decisamente antintellettualistica, tende a una ricerca dell'essere attraverso l'esperienza interiore, essenzialmente morale ("dogmatismo morale"). Da qui la critica all'apologetica scolastica tradizionale, in quanto viziata di intellettualismo greco, e l'accentuazione invece di un "realismo cristiano", che coglie la verità morale e storica della rivelazione come manifestazione di bontà e di grazia, la quale cresce e si sviluppa nella chiesa, comunità storica e dinamica dei credenti. Larga è stata l'influenza di L. sul modernismo, in relazione all'opera e alle suggestioni di M. Blondel.