Vescovo (m. Cagliari 370 o 371) di Cagliari, nel Concilio di Milano (355) resistette all'imperatore Costanzo, rifiutando di firmare la condanna di s. Atanasio, e fu esiliato in Oriente; liberato dall'editto di Giuliano (361), consacrò in Antiochia come vescovo legittimo Paolino (362), aggravando lo scisma meleziano; ritornato in sede, con la sua intransigenza contro la riammissione dei cosiddetti semiariani e degli ariani pentiti, provocò un nuovo scisma che ebbe seguaci (luciferiani), sino circa alla fine del sec. 4º, in Sardegna, a Treviri, in Spagna (Gregorio di Elvira?), in Egitto (Ossirinco) e Palestina (Eleuteropoli), nonché a Roma, ove un vescovo della setta, Efesio, succeduto a un Aurelio, fu combattuto da papa Damaso. Di L. si conservano varî opuscoli contro Costante II, improntati ad acceso rigorismo e a un'estrema violenza di linguaggio, interessanti però per le citazioni bibliche (versione pregeronimiana) e per il latino volgare.