BRUSONI (Brusonio, Brusonius), Lucio Domizio
Quasi nulla sappiamo di questo minore umanista, nato a Contursi in provincia di Salerno. Secondo il Licostene fu giureconsulto e dottissimo in greco e latino; nel secondo decennio del sec. XVI era a Roma, familiare del cardinal Pompeo Colonna, cui offrì il suo Sententiarum liber in un bell'esemplare di dedica (cod. Chig. I. V. 169 della Bibl. Apost. Vat.; cfr. T. De Marinis, La legatura artistica in Italia..., III, Firenze 1960, p. 99 e tav. 3010). Nel 1518 affidava alle stampe la stessa opera, ampliata e con nuovo titolo (Facetiarum exemplorumque libri VII, Romae, per J. Mazochium, 1518), dedicandola nuovamente al Colonna, che esaltava come mecenate dei dotti e ringraziava dei benefici ricevuti. Doveva essere in rapporti di amicizia con i membri della cosiddetta Accademia Romana, di cui del resto il suo tipografo Mazzocchi era libraio: tre dei più noti, infatti, P. Gravina, Tamira e M. A. Casanova gli indirizzarono epigrammi di lode, pubblicati all'inizio del volume.
I Facetiarum exemplorumque libri sono una congerie di aneddoti, riuniti in capitoli per argomenti (De avaritia, De amore, De amicitia, De adulterio, De aulicorum officiis, ecc.), in ordine prossimo a quello alfabetico: nella prefazione il B. afferma di averli raccolti come "exempla" morali, ma in buona parte della raccolta tale finalità appare assente, ed è vivo solo il gusto per i motti di spirito e le risposte argute. Le fonti sono le più svariate; non mancano gli scrittori cristiani, ma predominano i classici latini e fra questi Cicerone, Seneca, Marziale, Plinio; gli scrittori greci appaiono conosciuti, piuttosto che negli originali, in traduzione o nelle citazioni di autori latini, sì che appare dubbio che il B. fosse così dotto in greco come il Licostene e i vecchi biografi che da lui dipendono credettero. L'opera a ogni modo ebbe discreto successo di edizioni, per la sua caratteristica di agevole repertorio: dopo l'edizione di Roma ve ne fu un'altra, più ristretta, curata da C. Licostene (Basileae 1559), con una prefazione in cui l'editore, vantandosi di aver corretto i numerosi errori della stampa romana, esaltava l'opera come un tesoro d'erudizione e dava del B. notizie assai vaghe; su quest'edizione se ne esemplarono poi almeno altre due (Lugduni 1560 e Francofurti 1600), coi titoli di Speculum mundi e di Rerum memorabilium.
Sono ignoti anche il luogo e la data di morte del Brusoni.
Bibl.: N. Toppi, Biblioteca napoletana..., Napoli 1678, p. 192; L. Nicodemi, Addizioni copiose alla Bibl. napoletana del dott. N. Toppi, Napoli 1683, p. 158; G. B. Tafuri, Istoria degli scrittori nati nel Regno di Napoli, III, 1, Napoli 1744, p. 99; G. M. Mazzuchelli, Gli Scritt. d'Italia, II, 4, Brescia 1763, p. 2246; C. Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli 1844, pp. 66, 389; J. G. T. Graesse, Trésor de livres…, I, Berlin 1922, p. 558; G. De Crescenzio, Dizionario storico-biografico degli illustri e benemeriti salernitani, Salerno 1937, p. 16; F. Ascarelli, Annali tipografici di Giacomo Mazzocchi, Firenze 1961, p. 124