Figlio (n. 228 a. C. circa - m. 160) del precedente. Pretore (190), ebbe il governo della Spagna Ulteriore, ma subì una grave sconfitta dai Lusitani, cui riparò con un'importante vittoria l'anno successivo. Console (182), sottomise i Liguri Ingauni ed ebbe il trionfo. Console per la seconda volta (168), diresse la guerra contro Perseo; con una manovra aggirante indusse Perseo ad abbandonare la sua fortissima posizione presso il f. Elpeo, lo inseguì e lo sconfisse presso Pidna. In pochi giorni la Macedonia si sottomise e, successivamente, Perseo si arrese. La Macedonia fu ordinata in quattro repubbliche, i suoi antichi partigiani furono ridotti all'impotenza, la lega etolica fu smembrata, l'Epiro fu terribilmente punito; nel paese dei Molossi si dice che i ridotti in schiavitù si aggirassero sui 150.000. Paolo celebrò uno splendido trionfo (167), trascinando davanti al suo cocchio Perseo e i figli. Ai suoi ludi funebri furono rappresentati gli Adelphoe e l'Hecyra di Terenzio. Meritò fama di guerriero valoroso e sagace, non meno che di onestissimo amministratore del denaro pubblico. Severo con i suoi soldati e con i popoli vinti, fu ugualmente amato dagli uni e dagli altri per l'eccezionale probità della sua condotta. Fu un romano d'antico stampo, non ignaro però della cultura greca. I suoi due figli, adottati dai Fabî e dagli Scipioni, presero il nome di Quinto Fabio Massimo Emiliano e Publio Cornelio Scipione Emiliano.