CAMILLO, Lucio Furio
Conosciamo due personaggi romani di questo nome.
1. L. Furius M. f. Camillus è detto figlio del coriquistatore di Veio. Prese parte col padre alla guerra contro i Volsci nel 389 a. C., ed eletto nel 350 dittatore per presiedere le elezioni consolari per il 349, fece eleggere, contro le leggi Licinie-Sestie, due patrizî, sé stesso e Appio Claudio Crasso. Rimasto solo per la morte del collega, combatté nel 349 contro i Galli che s'erano installati sui colli Albani, e in questa occasione sarebbe avvenuto il duello fra M. Valerio Corvo e un capo gallo, seguito da una grande vittoria dei Romani, dopo la quale i Galli si dispersero. Il Niebuhr (Römische Geschichte, III, p. 90) riferiva a lui la notizia di Aristotele in Plutarco, Cam., 22, 4, che un Lucio avrebbe salvato Roma dai Galli. Camillo dovette anche combattere pirati greci che infestavano il Lazio. Dittatore per la seconda volta nel 345, guerreggiò contro gli Aurunci, e votò un tempio a Giunone Moneta, che dedicò l'anno seguente.
2. L. Furiug Sp. f. M (il conquistatore di Veio) n. Camilllus. - Console nel 338 con C. Menio, nell'ultimo anno della guerra contro i Latini, vinse a Pedo i Tiburtini ed espugnò la città, e, col collega, domò quindi definitivamente in Lazio. l due consoli trionfarono e sarebbero state loro innalzate due statue equestri nel Foro, rara illa aetate res (Livio, VIII, 13). Console per la seconda volta nel 325, durante la seconda guerra sannitica, cadde malato e nominò dittatore L. Papirio Cursore. al quale cedette il comando.
Bibl.: G. De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1907, pp. 260 seguente (i), 276 seg. (2); E. Pais, Storia di Roma, 3ª ed., IV, Roma 1928, p. 288 seg. (2); J. Beloch, Römische Geschichte, Berlino 1926, pp. 56, 66, 73, 137 (i), p. 374 (2); F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Alterstumswiss., VII, col. 322, n. 41 (1); col. 323, n. 42 (2); E. Assmann, in Klio. VI (1906), p. 479 seg., (1).