FERRAI, Luigi alberto
Nato a Firenze il 6 dic. 1858 da Giulia Cresci e da Eugenio, insigne grecista, trascorse la sua fanciullezza prima a Pisa poi a Padova, dove nel 1867 il padre era stato chiamato alla cattedra di letteratura greca. Dopo aver frequentato il ginnasio-liceo "Tito Livio" si iscrisse, nel 1875, alla facoltà di lettere, che in quel periodo annoverava tra i suoi docenti Giacomo Zanella, Pietro Canal, il padre del F. e due insigni storici, Andrea Gloria, dal 1856 al 1891 ordinario di paleografia, e Giuseppe De Leva, dal 1856 ordinario di storia universale e poi di storia moderna. Soprattutto quest'ultimo col suo magistero e con l'esempio della sua grande opera su Carlo V esercitò una grande influenza sul giovane F., avviandolo alla severa disciplina delle ricerche archivistiche, base indispensabile di ogni vitale interpretazione storica. Proprio sotto la guida del De Leva., di cui il F. scriverà nel 1896 una commossa rievocazione, egli compose nel 1879 la tesi di laurea su Cosimo de' Medici, successivamente pubblicata (Bologna 1882) dopo un supplemento di ricerche archivistiche e bibliografiche in Toscana e nel Veneto.
Nel 1881 il F. vinse il concorso per l'insegnamento di storia e geografia nei licei; iniziò la sua carriera a Lucera, passò poi dal 1884 al 1886 a Cremona e dal 1887 a Padova. Nonostante la residenza in centri minori, spesso privi di importanti archivi e biblioteche, prosegui con passione le indagini storiche e pubblicò numerosi saggi, articoli, recensioni, volumi: dal 1884 al 1890 tenne l'insegnamento libero di storia moderna, limitato però al secolo XVI, nell'università di Padova, che gli fu poi confermato dal 1890 al 1893 con l'estensione a tutto l'arco cronologico della disciplina; collaborò con recensioni e rassegne alle principali riviste storiche italiane (Archivio storico lombardo, Archivio storico per Trieste, l'Istria e ilTrentino, Archivio storico italiano, Bollettino dell'Istituto storico italiano, Nuovo Archivio veneto, Rivista storica italiana) e divenne socio della Società storica lombarda, dell'Accademia di Padova (1878, 1890) e della Peloritana di Messina (1895).
Nel 1893 venne nominato professore straordinario di storia moderna nella facoltà di lettere di Messina e nel 1895, alla morte del De Leva, fu chiamato per trasferimento (non senza qualche contrasto da parte di chi gli preferiva C. Cipolla) alla facoltà di lettere di Padova; il suo insegnamento fu però breve perché nel 1899 una grave malattia mentale lo costrinse a interrompere i corsi e poi a entrare nell'istituto psichiatrico di Verona, dove morì il 9 luglio 1902.
Fedele al metodo storico-filologico del maestro De Leva, il F. fondò le sue ricerche su un'ampia e accurata indagine critica delle fonti documentarie, nella cornice di un'attenta informazione bibliografica sulla letteratura antecedente.
Oltre a molte recensioni e note critiche, che rivelano la sua profonda cultura e l'accurata conoscenza della più aggiornata produzione storica italiana e straniera, e ad alcune edizioni di lettere inedite di Donato Giannotti, Vincenzo Monti e Gian Domenico Stratico, il F., nel solco della tradizione muratoriana -e per impulso del neonato Istituto storico italiano (1883), si dedicò al riordinamento e all'edizione di cronache medievali: l'edizione critica di Iohannes de Cermentate, De situ Ambrosianae urbis et cultoribus ipsius et circumstantium locorum ab initio, et per tempora successiva et gestis imperatoris Henrici VII ("Fonti per la storia d'Italia pubblicate dall'Istituto storico italiano", II, Roma 1889) e quella del Bentii Alexandrini de Mediolano civitate opusculum ex Chronico eiusdem excerptum (in Bollettino dell'Istituto storico italiano, IX[1889], pp. 15-36) e i saggi su Gli "Annales Mediolanenses" e i cronisti lombardi del secolo XIV (in Archivio storico lombarda, s. 2, XVII [1890], pp. 277-313), Le cronache di Galvano Fiamma e le fonti di Galvagnana (in Boll. dell'Ist. stor. ital., X[1891], pp. 93-128), Gli annali di Dazio e i patarini (in Archivio storico lombardo, s.3, XIX [1892], pp. 509-548), Ifonti di Landolfo Seniore (in Boll. dell'Ist. stor. ital., XXIV[1895], pp. 1-70), Le "Vitae pontificum Mediolanensium" ed una Sylloge epigrafica del secolo X (ibid., XVI[1895], pp. 5-54) e Agnello Ravennate e il Pontificale Ambrosiano (Milano 1895) apportano un importante contributo alla liberazione dei Monumenta Mediolanensia dalle incrostazioni leggendarie e agiografiche, benché non siano esenti da rilievi su singole interpretazioni e sull'uso degli strumenti paleografici e diplomatici.
Le predilezione del F. storico andò al Cinquecento e soprattutto alla società di corte rinascimentale su cui più feconde si dispiegarono la sua profonda preparazione letteraria ed umanistica e la sua predilezione per l'indagine psicologica di personaggi storici originali e ribelli. Pubblicò alcune Lettere di cortigiane (in Collezione di operette inedite e rare, Firenze 1883, pp. 4-85) e studiò le figure di Filippo Strozzi (Filippo Strozzi prigioniero degli Spagnoli. Nuova ricerca, Padova 1880), Cosimo de' Medici (Cosimo de' Medici duca di Firenze, Bologna 1882) e di Pier Paolo Vergerio (Della supposta calunnia del Vergerio, contro il duca di Castro, in Archivio storico per Trieste, l'Istria e il Trentino, I[1882], pp. 1-13; Pier Paolo Vergerio a Padova, ibid., II[1883], pp. 72-78); nel 1892 raccolse in un volume di Studi storici isaggi sul Vergerio e altri lavori pubblicati in varie sedi tra cui quelli su Enrico VII di Lussemburgo e la Repubblica Veneta, Gli ultimi studi sul Carmagnola, Gli eretici di Capodistria, Bernardino Tomitano e l'Inquisizione, Margherita di Navarra e Madame d'Etampes e Alcuni appunti di A. Carlier a "la Démocratie en Amérique" del Tocqueville.
La sua opera di maggior rilievo fu Lorenzino de'Medici e la società cortigiana del Cinquecento (Milano 1891). Sulla base di un'ampia ricognizione delle fonti letterarie ed archivistiche (una silloge di documenti originali è anche pubblicata in appendice) egli tracciò un avvincente profilo di questo controverso personaggio che la storiografia dal '500 all'età romantica aveva elevato a prototipo dei tirannicida classico, "un eroe col coturno e la toga", e che egli invece reinseri in quella "società cortigiana del '500 profondamente pervertita" ed "emancipata totalmente dalle dottrine del Cristianesimo", che "nell'urto dei principi politici opposti ha idealizzato ugualmente nell'arte le lotte sanguinose della tirannide e della libertà" (pp. 283, 407, 409). La lettura di questa monografia, ricca, articolata, e felice nel riporre Lorenzino "in mezzo alla società del suo tempo" (p. 401), aiuta a correggere il giudizio un po' duro di Croce, che collocò il F. in quella "seconda generazione" di storici della scuola filologica inariditisi per un "processo ineluttabile e necessario, nonostante la serietà e la valentia degli studiosi che lo soffersero e rappresentarono" (Storia della storiografia..., pp. 38, 83, 87); in uno stile fiorito di gallicismi e reminiscenze cinquecentesche il F. realizzò in una convincente biografia il suo ideale di un'indagine storica ancorata alla certezza del documento ma aliena da ogni "feticismo" e "moda" per la pubblicazione sistematica di qualsiasi carta vecchia e riposta in un archivio.
Pesarono indubbiamente, su alcune critiche al F. e sul relativo oblio calato sulla sua opera storiografica, la sua prematura scomparsa, che gli precluse altre opere di ampio respiro, e l'inevitabile confronto con l'opera del De Leva.
Fonti e Bibl.: Archivio storico dell'Università di Padova, Registro del personale universitario dal 1902 al 1912, cc. 20, 23, 31, 38, 47; Annuario dell'Università di Padova, a. a. 1884-1903 [il volume dell'anno 1902-03 comprende anche, alle pp. 357 s., una breve biografia anonima del F.]; Annuario del Ginnasio Liceo "Tito Livio", 1943-50, Padova 1950; Discorsi commemorativi di G. Moro, V. Polacco e di E. Teza, in IlVeneto, 12 luglio 1902; necrologi di L. Morisengo, L.A.F., in Giornale storico della letteratura italiana, XI, (1902), pp. 288 s.; F. Novati, L.A.F., in Archivio storico lombardo, s. 3, XVIII (1902), p. 196; N. Tamassia, L.A.F. Necrologio, in Archivio storico italiano, s. 5, XXIX (1902), pp. 409 ss.; B. Croce, Storia della storiografia italiana nel secolo XIX, II, Bari 1930, p. 38; M. M. Alessio, Contributi alla storia della storiografia. L.A.F. (1858-1902), tesi di laurea, Università di Padova, facoltà di magistero, a. a. 1966-67 (con una rassegna ragionata delle opere in ordine cronologico alle pp. 54-213).