Militare e storico (Lucera 1784 - Napoli 1872); nell'esercito borbonico dal 1801 al 1806, entrò poi in quello di G. Murat, partecipando alla spedizione di Sicilia (1810) e alle campagne di Russia (1812), di Germania (1813) e d'Italia (1815). Con la Restaurazione conservò il grado di capitano e nell'agosto-ottobre 1820 svolse per conto della carboneria napoletana una missione esplorativa nei varî stati della penisola. Restaurata la monarchia assoluta, fu costretto a esulare in Francia, poi a vivere appartato in patria. Si dedicò allora alle scienze storiche, sociali e militari. La sua opera più nota è Della scienza militare considerata nei suoi rapporti colle altre scienze e col sistema sociale (1832-34), in cui considera l'arte della guerra come "espressione della società". Liberale di pretta derivazione illuministica, assertore di graduali e pacifiche riforme, durante la crisi del 1848 abbandonò il mandato di deputato, divenne consigliere di misure reazionarie, e borbonico rimase, nel suo acceso municipalismo, anche dopo l'unità.