BUSCALIONI, Luigi
Nacque a Torino il 30 gennaio del 1863 da Carlo Michele e da Clara Anselmetti, che era discendente dai Sanfelice di Napoli. Incline alle scienze naturali, fu però avviato agli studi di medicina: si laureò in medicina e chirurgia e solo più tardi in scienze naturali. Nel 1887 pubblicava i primi lavori sulla natura dei batteri dei noduli radicali delle Leguminose, in collaborazione con O. Mattirolo, che seguì nel 1891 in qualità di assistente quando questi assunse la direzione dell'istituto botanico dell'università di Torino; nel 1892-93 il B. suppliva G. Passerini, professore di botanica a Parma. Stimolato dalla curiosità naturalistica, intraprese ben presto alcuni viaggi nel vicino Oriente, in India e nel Sudamerica imbarcandosi come medico di bordo e affrontando vicissitudini alquanto avventurose, come quelle che racconta nel volumetto di note di viaggio dal titolo La disastrosa traversata del Carlo R. (Torino 1894), nel quale intendeva, con una profonda sensibilità ai problemi sociali del suo tempo, denunciare soprattutto la dolorosa vicenda degli emigranti. Nel 1894 era di nuovo assistente a Torino, e vi conseguiva la libera docenza in botanica; aveva infatti accumulato una produzione scientifica che già lo rendeva noto anche fuori d'Italia: lavori sui tegumenti seminali di carattere anatomico e fisiologico, che attrassero l'attenzione dello stesso W. F. Ph. Pfeffer e anche note critiche che già rivelavano un acutissimo e severo criticismo che doveva fortemente accentuarsi negli anni successivi. Nel 1896 era a Gottinga, assistente presso la cattedra di fisiologia vegetale, ma la rigidezza del clima lo costrinse a rinunciare a questa ambita sede di lavoro. Nel 1897 tornava a Roma, assistente presso l'istituto botanico di quella università, allora diretto da R. Pirotta; sono di questi anni i lavori di tecnica microscopica e di citologia che ebbero l'approvazione di E. Strasburger, di E. Meyer e di A. Zimmermann (cfr. L. Buscalioni, Pubblicazioni del prof. L. B. direttore del R. istituto botanico di Sassari, s.n.t.) e i lavori sulla biochimica e morfologia dell'amido. Il 15 marzo 1898 partiva per un viaggio di ricerca botanica nel Brasile accompagnato da un preparatore del Museo botanico di Roma, A. Pappi; risaliva i fiumi Tocantins e Araguaia nella regione del Rio delle Amazzoni nel tratto da Belém a San Vincenzo, riportando trentamila esemplari di piante, materiali di morfologia e biologia, in special modo Podosternacee, piante formicarie, parassite, epifite, saprofite e legni. Riportò inoltre da questi viaggi in Brasile anche una ricca collezione etriografica che fu consegnata al Museo emografico e una collezione geologica destinata al Museo geologico dell'università di Roma.
R. Pirotta comunicava nel 1899 alla Società geografica italiana la notizia del viaggio, scrivendo che "il dottor B. ha coronato l'opera sua con un grande risultato morale che onora lui e l'Italia". I governi del Pará e dell'Amazzonia lo avevano incaricato infatti di progettare un Istituto internazionale botanico, che poi per diverse difficoltà non poté essere realizzato.
Nel 1899 il B. esponeva una nuova teoria sulle piante formicarie in collaborazione con G. Hueber, collegando il fatto simbiotico con fattori climatici. Nel 1900 si trasferiva all'istituto botanico dell'università di Pavia in qualità di primo assistente, iniziandovi una interessante collaborazione con G. Pollacci sull'applicazione delle pellicole al collodio ai processi di traspirazione e sulle antocianine. Nel 1902 vinceva il concorso per la cattedra di botanica dell'università di Sassari e i 55 lavori presentati ottennero giudizi molto favorevoli da K. E. Goebel, E. Strasburger e H. Vöchting. Successe quindi in quella sede nel 1903 a G. B. De Toni e ivi si prodigò nei tentativi di creare un primo nucleo di orto botanico "antica aspirazione dei suoi predecessori e dell'Ateneo". Mantenne ancora efficiente l'attività scientifica, collegandosi con Pavia e proseguendo i lavori di interesse soprattutto fisiologico. Nel 1906 trovava una sede più attrezzata presso l'università di Catania e assumeva la direzione di quell'istituto e orto botanico per restarvi quindici anni, durante i quali dispiegò un'attività intensa e metodica. Sono di questo periodo i numerosi, interessanti lavori biologici su specie esotiche e in special modo australi di cui andava popolando l'orto botanico, e in particolare i lavori sui fillodi e fillopodi delle Leguminose e delle Acacie australiane, sugli organi stipulari di Mimosa, sui cladodi, sui cloroplasti; emergono per impegno le opere sugli endemismi ed esodemismi della flora italiana, lo studio monografico del genere Saurauia in collaborazione con G. Muscatello.
Nel 1923 il B. assumeva la direzione dell'istituto e orto botanico dell'università di Palermo, diventando anche direttore dell'osservatorio di fitopatologia. Aperto costantemente alla più larga collaborazione, intraprendeva in questa sede lavori istologici con G. Roccella, e lavori morfologici con G. Catalano riguardanti soprattutto i fillodi delle Acacie. Nel 1928 si trasferiva alla cattedra di botanica dell'università di Bologna, che tenne fino al sopraggiungere dei limiti di età, cioè fino al 1933. Il periodo bolognese è contrassegnato da ricerche sulla morfologia e fisiologia dei Funghi, sui lipoidi, sulla sessualità delle piante. Ma l'attività continuò fervidamente anche dopo il 1933 con contributi allo studio dei neoplasmi, delle cellule artificiali, e su svariatissimi argomenti di fisiologia vegetale, di anatomia, di morfologia. Morì a Bologna il 23 genn. 1954.
L'esistenza del B. è caratterizzata da una laboriosità intensissima di studio, di ricerca, di esplorazione. Della sua operosità scientifica fanno fede i numerosi lavori botanici di carattere anatomico, morfologico, citologico, fisiologico ed anche sistematico e fitogeografico, ma anche lavori di etnologia, di anatomia umana, di patologia. Qualche contributo di storia della botanica ha carattere molto personale e passionale perché contesta il malcostume accademico di cui egli stesso ebbe molto a soffrire. Nel raccontare alcune interessanti vicende dei suoi viaggi di esplorazione nel 1945, a proposito delle principali formazioni vegetali dei tropici, il B. ricordava come avesse, rifiutato ingenti compensi in denaro che più volte gli erano stati offerti per vari motivi specialmente in America latina, rivendicando un costume di correttezza che aveva fatto suo. Non è inopportuno ricordare che si occupò anche di ideare apparecchiature di ogni genere, con fervida capacità inventiva; fra queste anche dispositivi di depurazione delle acque. Ben poco si scrisse di lui dopo la sua morte, perché era ormai da troppo tempo appartato dagli ambienti accademici. Ma il suo ricordo durava presso gli studiosi di molti paesi stranieri e specialmente in Germania, da dove giungevano spesso richieste di sue notizie. Apparteneva a numerose società scientifiche italiane e straniere.
Fra le opere ricordiamo: (in coll. con O. Mattirolo) Si contengono bacterii nei tubercoli radicali delle Leguminose?, in Malpighia, I (1887), pp. 464-474, e Sulla struttura degli spazi intercellulari nei tegumenti seminali delle Papilionacee,ibid., III (1889), pp. 143-159; Il tegumento seminale delle Papilionacee nel meccanismo della respirazione,ibid., IV (1890), pp. 313-330; Studi sui cristalli di ossalato di calcio,ibid., IX (1895), pp. 469-533 e X (1896), pp. 3-67, 125-167; Una nuova vaschetta pel trattamento delle sezioni di paraffina,ibid., XI (1897), pp. 458-460; Osservazioni e ricerche sulla cellula vegetale, in Ann. d. Ist. bot., VII (1898), pp. 255-346; Eine neue Theorie der Ameisenpflanzen, in Beihefte Botan. Centralblatt, LXXXIX (1900), pp. 85-88; Il progetto d'impianto di un Istituto botanico internazionale nell'Amazonia, in N.giorn. botan. ital., IX (1902), pp. 5-32; Le antocianine e il loro significato biologico nelle piante (in coll. con G. Pollacci), in Atti d. Ist. botan. d. univ. di Pavia, VIII (1903), pp. 1-189; (in coll. con G. B. Traverso) L'evoluzione morfologica del fiore in rapporto alla evoluzione cromatica,ibid., X (1904), pp. 1-99; Le Acacie a fillodi e gli Eucalipti, in Malpighia, XX (1906), pp. 221-271; (in coll. con G. Muscatello) Fillodi e fillopodi. Studio sulle leguminose australiane, in Atti d. Accad. Gioenia, s. 5, I (1908), pp. 1-30; II (1908), pp. 1-12; Contribuzione allo studio della flora del Tocantis-Araguya e del Rio delle Amazzoni, in Ann. di botan., IX (1911), pp. 87-122; (in coll. con G. Muscatello) Endemismi ed esodemismi nella flora italiana, in Malpighia, XXIV (1911), pp. 465-496; XXV (1912), pp. 85-100, 157-172, 283-346, 453-500; XXVI (1913), 65-72, 145-192, 345-388; Studio monografico sulle specie americane del genere Saurauia Willd., ibid., XXIV(1911), pp. 381-412; XXV (1912), pp. 1-16, 103-118, 187-250, 389-452; XXVII (1914-15-16), pp. 127-158, 293-324, 487-502; XXVIII (1917), pp. 1-48, 107-138, 223-238, 315-330; XXVIII (1920), pp. 271-402, 473-488; XXIX (1921), pp. 1-32, 97-112, 231-246, 319-366, 411-458; XXX (1927), pp. 35-444; Due apparecchi per attenuare l'inquinamento dei pozzi e delle cisterne, in Riv. di ingegneria sanitaria e di edilizia moderna, XII (1916), pp. 3-16; Sulle cellule artificiali, in Giorn. d. R. Accad. di medicina, IV (1918), n. 9-10 e 11-12, pp. 331-340, e in Malpighia, XXVIII (1920), pp. 403-444, 489-544; Frammenti di storia della botanica contemporanea italiana,ibid., XXIX(1921), pp. 316-318, 367-374, 459-467; L'emissione di ossigeno attivo da alcuni organi delle piante,ibid., XXX, (1927), pp. 485-542; (in coll. con G. Catalano), I fillomi spinescenti delle Asparagacee in rapporto alle foglie ipopeltate e agli organi motori delle Palme e delle Graminacee,ibid., XXXI (1928), pp. 68-137; (in coll. con F. Bruno), Sui rapporti tra amido e lipoidi endoclorofilliani, in Malpipighia, XXVIII (1920), pp. 150-317 e ibid., XXXIV (1930), pp. 115-136; (in coll. con P. Scaramella) Osservazioni sulla morfologia e fisiologia dei funghi, in Rendic. d. R. Acc. d. scienze d. Ist. di Bologna, XXXVI(1931), pp. 141-165; Le principali formazioni vegetali dei tropici e le vicende delle mie esplorazioni scientifiche intorno al mondo, in Mem. d. Acc. d. sc. d. Istitut. di Bologna, classe di scienze fis., s. 10, II (1944-45) pp. 75-83.
Fonti e Bibl.: P. A. Saccardo, La botanica in Italia, I, Venezia 1895, p. 41; R. Pirotta, Viaggiodel dott. B. in Brasile, in Boll. d. Soc. geogr. ital., XII (1899), n. 4, p. 186 e n. 11, pp. 539-540; A. Ghigi, Annuario dell'Università di Bologna, 1952-53 e 1953-54, p. 1; R. Ciferri, L. B., in Archiviobotan., XXXI (1955), p. 54, e in Berichte d. Deutschen botan. Gesellschaft, 68 (Nachrufe), 2, pp. 183-84; G. Rodio, Rievocazione, in Boll. d. Istit. botan. d. università di Catania, s. 1, I (1955), pp. 175-176.