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CAPPONI, Luigi

di Giovanna Casadei - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 19 (1976)
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CAPPONI, Luigi

Giovanna Casadei

Figlio di Pietro (o Gianpietro), milanese di origine, è scultore attivo negli ultimi decenni del Quattrocento a Roma, dove abita probabilmente nella zona di confine tra i rioni Pigna e Colonna. Con un contratto stilato il 9 luglio 1485 (Bertolotti) gli è affidata, insieme ad un certo "magister Iacobus Dominici della Pietra de Carraria marmorarus", la commissione della "sepulturam marmoream" di Francesco Brusati, arcivescovo di Nicosia.

Il contratto, condotto da "Jeronimo de Viateliis de Perusio" a nome del nipote di F. Brusati, Florio Roverella, prevede, entro quattro mesi dalla stipula e per un compenso complessivo per i due maestri di 60 ducati d'oro di camera, la realizzazione e la locazione in S. Clemente del monumento che, nella semplice camera funebre, limitata ai lati da due pilastri ornati di candelabre e conclusa in alto da un arco ornato di palmette, ospita, sopra il basamento con l'epigrafe affiancata dagli stemmi del Brusati, l'urna decorata con una semplice ghirlanda a tre festoni con il defunto disteso, le mani raccolte sul grembo. La lunetta doveva accogliere le immagini della Madonna con il Bambino e del Prelato in preghiera (Tosi), oggi perdute.

L'8 marzo 1496 il C. stipula un altro contratto (Gnoli) nel quale si impegna a realizzare "unam hymaginem Crucifissi et duas alias hymagines, videlicet beate Virginis Marie et aliam sancti Iohannis Evangeliste ordine suo consueto".

La pala marmorea, a "mezo relevo", è commissionata da Michele Bottarono (Boctarono) e deve esser posta nella chiesa di S. Maria della Consolazione, in un luogo scelto dal committente stesso, entro il mese di dicembre dello stesso anno 1496, per un compenso di 87 ducati. L'opera fu ritrovata, dopo la scoperta del documento che la riguarda, nell'Ospedale della Consolazione ed ora si trova nella sagrestia della chiesa.

Queste le uniche notizie documentate sul C., il cui nome, sconosciuto fino alla scoperta dei due documenti sopra citati, ha in seguito occupato un posto preminente nell'ambito della trattazione della scultura romana al volgere del XV secolo, acquistando a suo merito una serie sempre più vasta di opere attribuite, se non date addirittura per certe; a seconda dell'inclinazione dello storico, la sua arte è stata esaltata o limitata all'attività di un modesto scalpellino (Venturi). L'origine milanese e alcuni caratteri dell'arte del C., soprattutto i modi del panneggio e il gusto per i particolari realistici, hanno posto il problema se la sua educazione artistica si sia sviluppata nell'ambito della bottega dell'Amadeo o, a Roma, nella cerchia di un altro artista ugualmente lombardo, Andrea Bregno.

Si deve innanzitutto notare nelle due sole opere certe del C. l'inesistenza di una diretta ed evidente dipendenza dall'arte dell'Amadeo e, d'altra parte, va ricordato come tutti quegli elementi che nei modi dell'artista denunciano una sua origine lombarda fossero già presenti, e profondamente radicati, a Roma già da un ventennio. Perfettamente ancorata poi all'ambiente romano sembra quella tendenza definita neomedievale, ma che è solo il persistere di una tradizione al di là dei nuovi apporti, e che sembra avere nel C. una spia in quel modulare le pieghe nelle loro terminazioni in un tradizionale stilema bizantino. Il fatto poi che la prima commissione a noi nota affidata al C. (a prescindere dalla parte che ha avuto in questa il "magister Iacobus") provenga da un membro della famiglia Roverella può far pensare alla presenza del C. nella bottega del Bregne e del Dalmata quando questi erano impegnati alla realizzazione del monumento di Bartolomeo Roverella, senza tuttavia arrivare ad attribuire al C., come fa il Venturi, le figure di S. Pietro e del Cardinale.

Tra le due opere documentate del C. vi è una evidente rispondenza stilistica: si pensi alla realizzazione della testa moresca nello stemma del Brusati, alla corta coltre del letto funebre, che ricade in pieghe regolari come le lunghe vesti della Vergine e dell'Evangelista. Con le numerose opere attribuite la personalità del C. si arricchisce: non tanto per rilievi come quello con S. Giovanni e papa Leone del battistero lateranense (dove soprattutto la figura del papa sembra vicina ai modi del C.), quanto e soprattutto per opere come il monumento dei Fratelli Bonsi a S. Gregorio al Celio che lo rivelerebbe inventore di una riuscita innovazione nella tipologia dei monumenti funerari (introduzione dei busti ritratto dei defunti), o il paliotto con le Storie di s. Gregorio, ugualmente a S. Gregorio al Celio, che dimostra, oltre ad una estrema politezza e perizia nel trattare il marmo, una eccezionale sensibilità nel trattamento del nudo. Ma quel tanto in più e di diverso dalle opere documentate aumenta l'ombra di arbitrio nelle attribuzioni.

Fonti e Bibl.: F. Tosi, Raccolta di monum. sacri e sepolcrali scolpiti in Roma, Roma 1850, tav. L; A. Bertolotti, Artisti lombardi a Romanei secoli XV, XVI e XVII, Milano 1881, II, p. 285; D. Gnoli, L. C. da Milano scultore, in Arch. stor. dell'arte, VI(1893), pp. 85-101; Contratti per opere di scultura di L. C. milanese, ibid., pp. 127 s.; E. Müntz, Les arts à la cour des papes, Paris 1898, pp. 53-56; E. Steinmann, Rom. in der Renaiss., Leipzig 1899, pp. 39 s.; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VI, Milano 1908, pp. 970-74; P. Giordani, Un altare distrutto in S. Giovannie una statua del C., in L'Arte, XI(1908), pp. 231-233; G. S. Davies, The Sculptured Tombs of theFifteenth Century in Rome, London 1910, pp. 133-142; J.-J. Berthier, L'église de la Minerve à Rome, Rome 1910, pp. 289 s.; E. Lavagnino, Andrea Bregno e la sua bottega, in L'Arte, XXVII (1924), p. 258 e passim pp. 247-63; F. Negri Arnoldi, L. di Pietro C. da Milano, in Arte lombarda, VI(1961), pp. 195-201; Ch. Seymour, Sculpture in Italy 1400-1500, Harmondsworth 1966, p. 162; V. Golzio - G. Zander, L'arte in Roma nel sec. XV, Bologna 1968, pp. 341 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 552.

Vedi anche
Sangallo, Antonio da, il Giovane Nome con cui è noto l'architetto Antonio di Bartolomeo Cordini (Firenze 1484 - Terni 1546). Formatosi come carpentiere e maestro di legname, seguì gli zii materni Giuliano e Antonio il Vecchio a Roma (1503 circa), dove intraprese studî sull'antico entrando anche a far parte della bottega di Bramante. ... Carracci, Annibale Pittore (Bologna 1560 - Roma 1609), fratello di Agostino. Fu, della sua famiglia, l'ingegno più fecondo e più vivo. Nelle prime opere si notano influssi di B. Cesi, di O. Samacchini, di P. Fontana. A Parma studiò il Correggio, a Venezia il Veronese e i Bassano. Nel 1582 fondò a Bologna, con Agostino, ... Alessandro VI papa La vita e il papato di Alessandro VI papa furono improntati alla dissolutezza, all'accumulo delle richezze e al nepotismo, e per questo venne duramente attaccato da G. Savonarola. Fu però anche mecenate di umanisti e artisti. Vita e attività. Don Rodrigo de Borja y Doms (Játiva forse 1431 - Roma 1503); ... Pio VII papa Gregorio Luigi Barnaba Chiaramonti (Cesena 1742 - Roma 1823). Eletto papa (1800), restaurò l'influenza della Chiesa in Francia con il Concordato (1801) e promosse nel suo Stato varie riforme. Incoronò (1804) imperatore Napoleone, che dopo aver decretato la fine del dominio temporale dei papi (1809) lo ...
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Altri risultati per CAPPONI, Luigi
  • Cappóni, Luigi
    Enciclopedia on line
    Scultore di origine milanese, attivo a Roma alla fine del sec. 15º. Scolaro, forse, di A. Bregno, è autore del monumento funebre del vescovo Brusati in S. Clemente (1485), e di una pala marmorea con la Crocefissione per la chiesa della Consolazione (1496). Gli sono stati attribuiti il paliotto con Storie ...
  • CAPPONI, Luigi
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Scultore, nativo di Milano, operò tra il sec. XV e il XVI soprattutto in Roma, dove forse era venuto come scolaro di Andrea Bregno. Nella sua arte si avvertono influssi dell'Amadeo e lo studio della statuaria classica. Di lui ci restano due sole opere documentate: il monumento funebre del vescovo Giov. ...
Vocabolario
lüigi
luigi lüigi s. m. [dal nome proprio Luigi; fr. louis]. – 1. Moneta d’oro, del valore di 10 lire, coniata in Francia nel 1640 per ordine di Luigi XIII, con il busto del sovrano al dritto e una croce formata da 8 L addossate e coronate al...
beato lüigi
beato luigi beato lüigi locuz. usata come s. m. – Nome delle monete d’argento di mezzo ducatone (4 lire e 80 soldi) e di un quarto di ducatone (2 lire e 40 soldi) fatte coniare nel 1626 da Vincenzo II Gonzaga duca di Mantova, nel rovescio...
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