BOLLEA, Luigi Cesare
Nato il 25 dic. 1877 da Pietro e da Maurizia Molineri ad Azeglio (Torino), dimostrò una spiccata tendenza per gli studi umanistici e già nel periodo universitario cominciò a pubblicare brevi saggi di critica letteraria e teatrale. Si laureò in lettere a Torino il 16 luglio 1900 e l'anno seguente conseguì anche la laurea in filosofia. Nello stesso 1900 uscirono a Torino due suoi volumi: Le prime relazioni di casa Savoia eGinevra (926-1211) e Il misticismo di san Bonaventura studiatonelle sue antecedenzee nelle sue esplicazioni. Vinto quasi subito un concorso per cattedre di storia e geografia nelle scuole secondarie, insegnò a Savigliano, a Torino, a Campobasso, all'Aquila, a Pavia (1905-1911), quindi di nuovo a Torino (1911-1919), poi ancora a Pavia (1919-1926). Nel 1926 tornò definitivamente a Torino, dove insegnò storia e storia dell'arte nel liceo artistico annesso all'Accademia di Belle Arti.
Morì a Torino il 26 nov. 1933.
La sua produzione fu molto vasta e spaziò dalla storia medievale a quella moderna e del Risorgimento, rimanendo tuttavia ancorata soprattutto ad argomenti di storia subalpina e di storia sabauda. Durante il periodo universitario il B. divenne fedele discepolo di F. Gabotto, di cui fu attivissimo collaboratore nell'ambito della Società storica subalpina, fondata nel 1896.
Fra i suoi lavori di storia medievale possiamo ricordare Il cartariodell'abbazia di Precipiano,883-1396, Torino 1911; Le origini dicasa Savoia ed isuoi titoli feudali, in Giornale araldico storicogenealogico, I (1912), pp. 7-44 (in cui vengono esposte e discusse le teorie formulate dai vari storici che affrontano questo problema, dal Guichenon al Gabotto); Un codice umanisticovercellese, in Bollettino storico-bibliografico subalpino, XXVI (1924), pp. 222-310 (ove è illustrata la storia culturale di Vercelli dal sec. X in poi); Umanesimo e cultura in Piemonte e nellaUniversità di Torino,ibid., XXVIII (1926), pp. 323-406; Il cartario dell'abbazia di Breme, Torino 1933. Fra gli studi di storia moderna sono particolarmente degni di rilievo i saggi su Carlo Emanuele I di Savoia e quelli sulla guerra di successione del Monferrato (comparsi fra il 1905 e il 1909). Una particolare segnalazione merita la Storia di Bricherasio (Torino 1928), che è certo il suo lavoro più impegnativo sia per la vastità della ricerca archivistica, sia per la complessità del quadro storico che ne emerge sulle vicende politiche, economiche e sociali di Bricherasio, adeguatamente inquadrate nella contemporanea storia del Piemonte.
L'epoca del Risorgimento fu tuttavia quella alla quale il B. rivolse maggiormente la sua attenzione, puntando soprattutto sulla pubblicazione di documenti. Era sua aspirazione infatti contribuire in tal modo alla costruzione di una storia "scientifica" del Risorgimento, di una storia cioè sulla cui narrazione ed interpretazione non incidessero tendenziosità di alcun genere, né in senso apologetico né in senso contrario. Ma solo in parte il B. riuscì nel suo intento, poiché egli stesso finì col lasciarsi prendere la mano in qualche occasione dalle simpatie e antipatie personali verso personaggi e fatti del Risorgimento e dalla propria vivacità polemica verso altri studiosi.
Nel 1911 il B. mise a rumore il mondo degli studiosi di storia del Risorgimento con un saggio comparso nel Bollettino stor.-bibl.subalpino (XVI, pp. 219-56) dal titolo Il "grido di dolore" del 1859, nel quale dimostrava che l'inserimento di quelle celebri parole nel discorso di Vittorio Emanuele II del 10 genn. 1859 era stato suggerito da Napoleone III. L'anno successivo egli preparò per le stampe una importante raccolta di corrispondenze dell'epoca risorgimentale, le quali gettavano su taluni episodi del Risorgimento una luce alquanto diversa da quella attraverso la quale essi erano stati visti dalla interpretazione agiografica. Ma la pubblicazione di quel volume fu vivamente osteggiata, tanto che si giunse ad intentare un processo all'autore. Benché il B. venisse prosciolto da ogni accusa, la pubblicazione del suo volume continuò a incontrare difficoltà da parte delle autorità governative, contro le quali egli pubblicò a Torre Pellice, nel 1914, un saggio dal titolo Per la libertà scientifica,per l'onestà,per la verità. Questo saggio doveva costituire la premessa dell'opera sua (e alcuni esemplari vennero effettivamente preparati in quell'anno col titolo Documenti segreti delRisorgimento italiano, ma non vennero messi in circolazione). La raccolta poté vedere la luce solo nel 1916, allorché il Gabotto la pubblicò col proprio nome (per coprire in tal modo le responsabilità dell'amico e discepolo) nella rivista Il Risorgimento italiano, col titolo Una "silloge" di lettere del Risorgimento diparticolare attinenza all'alleanzafranco-italiana,alla guerra del1859 ed alla spedizione dei Mille,1839-1873. Nel 1919 infine quella raccolta comparve come volume a sé stante, con il vero nome dell'autore e con il titolo adottato dal Gabotto.
Molto numerosi furono poi gli studi del B. su Carlo Alberto e la sua epoca, su Cavour, Massimo d'Azeglio, L. C. Farini, pubblicati per la maggior parte nel Risorgimento (supplemento al Boll. stor. bibl. subalpino, che ebbe inizio nel 1912 sotto la direzione dello stesso B.) e poi nel Risorgimento italiano, rivista che dal 1915 era diventata proprietà della Società storica subalpina sotto la direzione del Gabotto. Un'ampia biografia egli dedicò a Ferdinando Dal Pozzo di Castellino,1768-1843 (edita dapprima a puntate sul Risorgimento italiano fra il 1915 ed il 1924 e poi come volume a parte nello stesso 1925), utilizzando un materiale archivistico di notevole interesse; ma, immedesimandosi troppo nel suo personaggio, finì non solo col giustificare, ma addirittura col tessere l'elogio delle tendenze austriacanti del Dal Pozzo.
Negli ultimi anni della sua esistenza il B. - che dal 1923 era diventato vicepresidente della Società storica subalpina e dal 1929 aveva assunto la direzione del Boll. storico-bibl. subalpino - si dedicò soprattutto allo studio della storia dell'Accademia di Belle Arti di Torino. Fra i lavori più importanti pubblicati su questo argomento ricordiamo i due volumi, usciti postumi, su L.Pecheux,maestro alla R. Accademia, Torino 1935, e su La Galleria dell'Accademia, Torino 1936, dove è tracciata la storia delle raccolte artistiche che l'Accademia conserva.
Bibl.: M. Chiaudano, L. C. B., Bene Vagienna 1936 (con elenco delle pubblicazioni del B., pp. 13-31); A. Tallone, L. C. B. (necrologio), in Boll. stor.-bibl. subalpino, XXXVI (1934), pp. 640-43. Notizie sulla famiglia in L. C. Bollea, Manfredingi,signori di Pianezza e viscontidi Baratonia, in Boll. stor.-bibl.subalpino, XXV (1923), pp. 22-60 (pubblicato anche come estratto col titolo I Bollea signori di Losa,Altaretto,Meana e Gravere econsignori di Pianezza e Carignano, Bene Vagienna 1923); Id., In memoria di mio padre nel primo anniversario della sua morte(13 VI 1916-13 VI 1917), Torino 1917.