FABRON, Luigi
Nacque a Torino il 26 sett. 1855 da Adolfo e Rosa Rosotti. Trasferitosi a Napoli giovanissimo con la famiglia, apprese dapprima il disegno dallo scultore Stanislao Lista e fu poi allievo di Domenico Morelli presso il Reale Istituto di belle arti. La sua produzione pittorica, limitata ma di buon livello, è andata in gran parte dispersa.
Il F. esordì nel 1873 con uno Studio (acquistato da G. De Nittis) alla Promotrice napoletana, dove si ripresentò anche l'anno successivo con un altro Studio, acquistato questa volta dal collezionista G. Vonwiller. Nel 1874 vinse un premio per un lavoro esposto nell'Istituto raffigurante un Turco coricato a grandezza naturale (Della Rocca, 1883; forse da identificare con l'Arabo dormente oggi alla Galleria dell'Accademia di Napoli); nel 1875 vinse anche il premio Fortuny a pari merito con A. Mancini per la sua Mezza figura in domino nero, esposta (fuori catalogo) alla Promotrice di quell'anno. Nel frattempo cominciò ad affrontare il genere del paesaggio grazie ai contatti con G. Smargiassi e F. Cortese, dei quali eseguì i ritratti: il primo, del 1876, è conservato presso la Galleria dell'Accademia di Napoli fra i saggi di scuola ed il secondo fu esposto alla Promotrice del 1879. Un paesaggio con Stagni a Sarno era stato già presentato alla Promotrice napoletana del 1876 ed era toccato in sorte a S. Vecchione. Nel 1877 il F. era a Parigi con V. Gemito e con Mancini, che arrivò nel marzo. Con loro divise la casa e decise di rimanere due anni, esponendo al Salon e riscuotendo successo soprattutto come ritrattista (eseguì ad esempio i ritratti del Signore e della Signora Vilbor); si dedicò inoltre a paesaggi e vedute della città.
Tornato a Napoli, ricominciò a partecipare piuttosto regolarmente alle Promotrici.
Qui nel 1880 espose un Ritratto, nel 1886 una Contadina sarnese, nel 1887 Campagna d'inverno (che ebbe molto successo, cfr. Della Sala, 1887, e Tarantini, 1887; acquistato dal Municipio di Napoli), nel 1888 Presso Sorrento e Palude (Napoli, collezione del Comune), nel 1890 La quiete (Napoli, Amministrazione provinciale), nel 1894 Campagna, nel 1896 un Pastello, Per andare ai Camaldoli e una Via Crucis. Quest'ultima opera fu criticata nelle recensioni del tempo perché non dotata di sufficiente ispirazione religiosa, se confrontata con le opere, ad esempio, del Morelli.
Nel 1890 il F. partecipò anche alla Mostra del lavoro, tenutasi a Napoli nella galleria Umberto I (in Fortunio, 26 ott. 1890, p. 4), mentre nel 1896 e nel 1904 fece parte del comitato permanente della Società promotrice di belle arti di Napoli. Alla Promotrice espose ancora nel 1897 Diavolo bianco e per l'ultima volta nel 1904 un paesaggio del Golfo di Pozzuoli. A Pozzuoli, infatti, si era ritirato a vivere, poverissimo, negli ultimi anni di vita e ivi morì il 24 luglio 1907.
Nella sua attività sono anche da segnalare i cicli decorativi cui si dedicò a partire dall'ottavo decennio, seguendo la moda del tempo: affrescò, infatti, a Napoli nel 1879 nella chiesa di S. Domenico Soriano i Quattro evangelisti, nei pennacchi della cupola, e una Resurrezione di Lazzaro (cfr. necr., in Ill. ital., 1907; F. Nicolini, Dalla Porta reale al pal. d. Studi, in Napoli nobilissima, XV [1906], p. 52); nella chiesa di S. Raffaello eseguì a fresco una Storia di santi (distrutta) e un dipinto ad olio con la Vita di Gesù. Collaborò ai lavori decorativi del caffè Gambrinus con il riquadro Alla fonte (attualmente nell'agenzia del Banco di Napoli che occupa parte di quei locali); decorò con graffiti l'esterno del palazzo di Filippo Buchy, proprietario di una grande fabbrica di filati a Sarno, in collaborazione con l'arch. A. Curri, con lo scultore S. Cepparuolo e con i pittori V. Volpe, V. Caprile, G. Esposito, cui erano stati commissionati quadri a pastello.
Sue opere fecero parte inoltre di importanti collezioni, che furono poi smembrate: Casciaro, Odoardo Casella, Della Marra (Pini e Paesaggio). Sono stati rintracciati i dipinti conservati presso la Galleria dell'Accademia di Napoli (oltre al Ritratto di Smargiassi: Mezza figura, 1872; Testa di arabo, 1874; Arabo dormente, 1875; Paesaggio), presso il Museo di S. Martino (Paesaggio con marina), presso il Banco di Napoli (Ritratto femminile, pastello, 1885), presso la Prefettura (Paesaggio con lago), presso la Pinacoteca Bindi di Giulianova (Spagnolo in costume, 1879).
Opere del F. sono state presentate in alcune mostre postume: in quella del 1917a Villa Lucia (il Ritratto di Smargiassi, una Mezza figura di donna di proprietà di S. Di Giacomo e tre opere già coll. Casciaro: uno Studio, Nel bosco di Capodimonte e Testa di fanciulla); a Torino nel 1929, presso la galleria Codebò nella Mostra degli Ottocentisti napoletani organizzata dalla Società Fontanesi diretta da F. Casorati (due dipinti già coll. Casciaro, Nel bosco di Capodimonte e Al balcone, ed il Ritratto di Smargiassi); nella mostra del paesaggio nella pittura napoletana dell'Ottocento tenuta a Napoli nel 1936 (Alberi e Cortile, entrambi già coll. Casciaro, e Paesaggio dell'Accademia di Napoli); nella II Mostra internazionale d'arte coloniale tenuta a Napoli nel 1934-35 ed in quella intitolata Le terre d'Oltremare e l'arte italiana dal Quattrocento all'Ottocento (catal., p. 267), inaugurata a Napoli nel 1940. Alle due mostre, di argomento coloniale, furono esposti rispettivamente Studio di un arabo e Testa di arabo, provenienti dalla Galleria dell'Accademia di Napoli, forse la stessa opera nonostante i titoli discordanti.
Fonti e Bibl.: Necr. in Illustrazione italiana, 4 ag. 1907, p. 122; Elenco degli artisti con i rispettivi numeri dei loro lavori che trovansi nell'abitazione del prefetto e suoi uffici, Uffici provinciali e nelle sale del Consiglio provinciale in S. Maria La Nuova, Napoli s.d., nn. 9, 103; M. Della Rocca, L'arte moderna in Italia, Milano 1883, pp. 261 ss.; V. Della Sala, Arte napoletana. Alla Promotrice, IV, in La Vita napol., 25 giugno 1887, p. 3; G. Tarantini, XXIII Mostra artistica. Note d'arte, Napoli 1887, pp. 53 s.; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1889, p. 191; G. M. Scalinger, I pittori a Napoli, in Napoli d'oggi, 1900, p. 325; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea ital., Roma 1909, p. 370; Catalogo biogr. della Mostra della pittura napol. dell'Ottocento, Napoli 1922, pp. 60 s.; Il paesaggio nella pittura napol. dell'Ottocento (catal. a cura del Sindacato interprovinciale fascista di belle arti), Napoli 1936, pp. 25, 93; E. Guardascione, Napoli pittorica. Ricordi d'arte e vita, Firenze 1943, p. 14; D. Maggiore, Arte e artisti dell'Ottocento napol. e Scuola di Posillipo, Napoli 1955, p. 38; D. Cecchi, A. Mancini, Torino 1966, p. 20; A. M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori... incisori ital. mod., II, Milano 1971, pp. 1130 s.; V. Gleijeses, La nuova guida... di Napoli e dintorni, Napoli 1973, p. 156; V. Bindi, La Scuola di Posillipo. Pinacoteca civica di Giulianova (catal.), Torino 1983, p. 220; Smargiassi (catalogo a cura di L. Martorelli), Napoli 1984, p. 182; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlex., XI, p. 175.