Figlio (Visegrad 1326 - Nagyszombat 1382) di Carlo Roberto d'Angiò e di Elisabetta, figlia del re di Polonia Ladislao. Ereditò dal padre la corona d'Ungheria (1342) e dallo zio Casimiro III quella di Polonia (1370) e unì i due regni. Promuovendo una politica di espansione, fra il 1346 e il 1350 tentò di conquistare il Regno di Napoli, senza in fine riuscirvi, mentre si impadronì (1358) della Dalmazia a danno di Venezia.
Regnò come re d'Ungheria dal 1342. Avendo ereditato dal padre un dominio ben organizzato in floride condizioni economiche, L. poté iniziare una politica di espansione. Nel 1346, traendo motivo dall'assassinio del fratello Andrea, marito della regina Giovanna I, invase e conquistò il regno di Napoli, ma il papa, Clemente VI, che non vedeva di buon occhio il potente re d'Ungheria sul trono di Napoli, non gli concesse l'investitura; L. vi ritornò una seconda volta (1350), ma a causa della peste e della grande distanza dal suo regno si vide finalmente costretto ad accettare un indennizzo in denaro dal pontefice e a ritirare le sue truppe. L. si volse quindi contro Venezia (1356-58), assicurandosi il possesso della Dalmazia, confermatogli anche dalla pace di Torino del 1381. Nei Balcani, poco proficue furono le sue spedizioni in Valacchia e in Moldavia, mentre gli aiuti dati allo zio Casimiro, re di Polonia, contro Boemi, Lituani e Tatari, gli acquistarono ulteriori titoli per la successione sul trono di Polonia. Alla morte di Casimiro il patto di successione assicuratogli dal padre portò L. sul trono di Cracovia (1370). L'unione personale dei due regni diede luogo a difficoltà e contrasti, e si dimostrò sfavorevole ai Polacchi, che alla morte di L. accettarono come regina sua figlia Edvige a patto che risiedesse in Polonia. In politica interna L., che governò convocando raramente le diete, confermò (1351) la Bolla d'Oro di Andrea II e dichiarò inalienabili i beni ereditari nobiliari.