RONGA, Luigi Salvatore Giuseppe
– Nacque a Torino il 19 giugno 1901, terzogenito di Giuseppe (1848-1932), maestro di scherma di origini abruzzesi, e di Elena Sangiorgio (1865-1948, sposata in seconde nozze), monegasca.
Il fratello maggiore Eugenio (nato nel 1887) fu direttore degli Archivi di Stato di Venezia e Torino, il secondogenito Arturo (nato nel 1895) medico. Il padre aveva avuto una figlia, Colomba (nata nel 1881), da un precedente matrimonio con la sorella della seconda moglie.
A Torino Ronga frequentò il liceo classico D’Azeglio e nel 1918 s’iscrisse alla facoltà di lettere e filosofia, dove fu influenzato in particolare dall’insegnamento di Lionello Venturi e di Arturo Farinelli. Quest’ultimo fu relatore della tesi di laurea in letteratura tedesca, Roberto Schumann scrittore, discussa il 3 maggio 1923; per la preparazione Ronga aveva trascorso l’estate del 1922 a Dresda, seguendovi i corsi di storia della musica tenuti nella Volkshochschule da Hans Volkmann.
Dalla tesi derivarono il primo articolo pubblicato (Roberto Schumann critico e scrittore, in Il pianoforte, VI (1925), pp. 37-41) e la raccolta degli Scritti sulla musica e i musicisti di Robert Schumann (Milano 1925, poi Torino 1942 con il titolo La musica romantica, dal 1950 con una nuova introduzione e più volte riedita).
Incaricato di storia dell’arte nell’Accademia albertina di Torino nel 1925, il 1° maggio 1926 Ronga ottenne l’insegnamento di letteratura poetica e drammatica e l’incarico di bibliotecario nel conservatorio di Palermo. Redattore della Rassegna musicale (1928-29), nel novembre del 1929 vinse la cattedra di storia della musica nel conservatorio di S. Cecilia di Roma, che mantenne fino al passaggio definitivo all’università nel 1957. Il 30 luglio 1930 sposò a Torino la pianista Eleonora Boerio (1897-1993) e da allora risiedette stabilmente a Roma.
Con la pubblicazione del primo libro originale (Gerolamo Frescobaldi, organista vaticano, 1583-1643, nella storia della musica strumentale, Torino 1930, recensito con entusiasmo da Farinelli in Leonardo, I (1930), pp. 73-77, e viceversa criticato da un musicologo della tradizione erudita come Giacomo Benvenuti in Bollettino bibliografico musicale, VI (1931), 2, pp. 3-23), Ronga ottenne il 17 febbraio 1930 la libera docenza di storia della musica (confermata nel 1936) e il 10 giugno l’incarico per l’insegnamento della materia alla Sapienza, l’Università di Roma. Iscritto dal 1932 al Partito nazionale fascista (il 25 maggio 1930 aveva prestato giuramento di fedeltà al regime), nel 1938 fu incaricato del corso ufficiale e della direzione dell’Istituto di storia della musica, vacanti per l’allontanamento di Fernando Liuzzi a seguito delle leggi sulla razza. Peraltro Ronga non espresse mai posizioni politiche esplicite e fu vicino alla cerchia liberale di Benedetto Croce, con cui fu in corrispondenza.
Negli anni successivi numerosi incarichi si affiancarono a quelli ufficiali. Un curriculum dattiloscritto conservato presso il Pontificio Istituto di musica sacra, dove Ronga insegnò dal 1944 al 1983, elenca corsi presso l’Accademia di S. Cecilia, l’Istituto di studi germanici, il Centro sperimentale di cinematografia. Nel 1938 fu nominato accademico di S. Cecilia (fu vicepresidente dal 1947 al 1952); nel 1947 socio corrispondente, dal 1959 nazionale, dell’Accademia nazionale dei Lincei; nel 1950 presidente del comitato direttivo dell’Istituto italiano per la storia della musica (fino al 1983); nel 1954-55 direttore della rinata e subito cessata Rivista musicale italiana.
Durante questo periodo Ronga pubblicò nella stampa specialistica (La rassegna musicale; Rivista musicale italiana) e generalista (Leonardo; Rivista italiana del dramma; Illustrazione toscana; L’ambrosiano) molti saggi su vari temi di storia musicale, con particolare predilezione per la tradizione italiana dal XVI al XIX secolo, i rapporti tra musica e letteratura e la storia della critica. Essi confluirono in tre volumi apparsi nel 1956: Arte e gusto nella musica: dall’ars nova a Debussy (Milano-Napoli); The meeting of poetry and music (New York); Bach, Mozart, Beethoven: tre problemi critici (Venezia). Le posizioni metodologiche sottese a questi studi furono ribadite nel volume L’esperienza storica della musica (Bari 1960).
Ronga vi rivendicava la fedeltà allo storicismo crociano e polemizzava con la musicologia tedesca e con le sue derivazioni francesi e anglo-americane, ricondotte alle loro ascendenze positivistiche, soprattutto sulla questione degli stili e dei generi (ch’egli considerava astrazioni pseudoconcettuali) e del tecnicismo analitico; a esse contrapponeva un ideale di critica storico-estetica intesa a comprendere le personalità umane dei grandi compositori e a ricondurle al loro contesto culturale. Benché già allora inattuale (ma si possono osservare analogie col programma della new musicology affermatasi negli Stati Uniti intorno al 1980), tale polemica ebbe il merito di discutere con conoscenza di prima mano la più influente produzione musicologica internazionale, allora assai poco nota in Italia.
In positivo, l’azione di Ronga impose all’attenzione della cultura italiana la centralità della musica tra le forme di espressione artistica e della sua storia tra le discipline umanistiche: nel proporlo per l’assegnazione del premio nazionale dell’Accademia nazionale dei Lincei per la critica dell’arte e della poesia, conferitogli nel 1957 a preferenza di Natalino Sapegno e di Giulio Carlo Argan, il presidente della commissione Vincenzo Arangio-Ruiz sottolineava che, «non sorretto come i critici delle altre arti da una tradizione nostra di studi», Ronga «ha, isolato quasi, raggiunto risultati critici di prim’ordine, dimostrando di saper congiungere la storia della musica alla storia della cultura, una scaltrita consapevolezza metodologica a una conoscenza vastissima della sua materia, un rigore assoluto nella ricerca a una limpidezza esemplare di esposizione, che permette anche al profano di intendere e il ragionamento del critico e l’opera da lui studiata», e riteneva opportuno «dare un pubblico segno di riconoscimento al cultore, e cultore valentissimo, di una disciplina che troppo scarsi cultori ancora ha presso di noi» (Roma, Archivio dell’Accademia nazionale dei Lincei, Tit. 11, b. 9, f. 9).
A conferma del prestigio raggiunto dalla disciplina e dallo studioso, nel 1955 la facoltà di lettere e filosofia della Sapienza bandiva, prima in Italia, un concorso a cattedra di storia della musica. Nel 1956 Ronga risultò primo idoneo di una terna che includeva Nino Pirrotta (suo successore nel 1972) e Luigi Rognoni; il 1° febbraio 1957 fu nominato professore straordinario e l’11 marzo tenne la prolusione sul tema La storia della musica nella cultura europea. Confermato ordinario nel 1960, dal 1958 al 1971 insegnò anche alla Scuola normale superiore di Pisa e dal 1968 alla scuola di perfezionamento in filologia moderna della Sapienza.
L’insegnamento universitario di Ronga produsse numerose tesi di laurea, fra le quali varie di studenti che si sarebbero poi distinti nei campi della musicologia, della critica e della produzione musicale. Come direttore d’istituto egli costituì una biblioteca specialistica e un’importante raccolta di riproduzioni di fonti della musica italiana.
Fu collocato fuori ruolo il 1° novembre 1971, a riposo nel 1976. Nel 1973 fu insignito della medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte e ricevette l’omaggio degli Scritti in onore di Luigi Ronga (Milano-Napoli, con contributi di musicologi italiani e stranieri e di personalità dell’arte e della cultura quali Riccardo Bacchelli, Gianandrea Gavazzeni, Vittorio Gui ed Eugenio Montale). Ultima fatica fu il volume Dafne a Prato d’Arno ed altri piaceri musicali (Milano-Napoli 1974), in cui confluirono, insieme ad altri scritti, gli elzeviri che dal 1958, su invito di Mario Missiroli, aveva pubblicato nel Corriere della sera.
Morì a Roma l’11 settembre 1983.
La vedova dispose un lascito all’Accademia nazionale dei Lincei, con il quale fu istituito nel 1998 un fondo Luigi ed Eleonora Ronga e poi un omonimo premio, assegnato per la prima volta nel 2005.
Oltre agli scritti citati nel testo, si ricordano: La musica, in La civiltà veneziana nell’età barocca, Firenze 1959, pp. 123-144; L’opera metastasiana, in Pietro Metastasio: Opere, a cura di M. Fubini, Milano-Napoli 1968, pp. VIII-XXXIII; Rilettura di Chopin, in Letterature comparate: problemi e metodo. Studi in onore di Ettore Paratore, IV, Bologna 1981, pp. 1611-1622. Dal 1928 Ronga pubblicò regolarmente dispense per i corsi tenuti nel conservatorio e nell’università; una scelta significativa fu pubblicata dall’Accademia nazionale dei Lincei con il titolo Lezioni di storia della musica, I-II, Roma 1991.
Fonti e Bibl.: Documenti relativi alla vita e alla carriera di Ronga si trovano presso le seguenti istituzioni: Pisa, Scuola normale superiore; Roma, Accademia nazionale dei Lincei, Accademia nazionale di S. Cecilia, Archivio storico della Sapienza Università di Roma, Istituto italiano per la storia della musica, Pontificio Istituto di musica sacra; Torino, Accademia Albertina, Archivio storico della città, Archivio storico dell’Università.
E. Fubini, L’estetica crociana e la critica musicale, in Id., Musica e linguaggio nell’estetica contemporanea, Torino 1973, pp. 3-32; R. Meloncelli, Ricordo di Luigi Ronga, in Nuova rivista musicale italiana, n.s., 1984, vol. 18, n. 2, pp. 173-181; P. Petrobelli, La musica, in Le grandi scuole della facoltà. Atti del Convegno... 1994, Roma 1996, pp. 401-403.