MACARSCA (in serbocroato Makarska; A. T., 77-78)
Cittadina dalmata, sul canale di Brazza, soggiacente al punto più alto dell'orlo dei Monti Albî (Biokovo; 1762 m.), capoluogo di distretto durante il regime austriaco, oggi compresa nel circondario di Spalato.
Macarsca è sede di un vicario e di un capitolo della diocesi di Spalato, con piccolo porto peschereccio da cui si esportano anche olî e vino. Gli abitanti che nel 1900 erano 1805, nel 1931 avevano superato di poco i 1900: sono quasi esclusivamente di lingua serbocroata e di religione cattolica. L'intero comune contava alla medesima data 11.685 abitanti.
Storia. - Sorge a mezzo miglio dal sito della romana Muicurum, distrutta nel 548 da Indulfo, generale di Totila. Dopo l'invasione avaro-slava (614) divenne centro di una delle tre zuppanie dei Narentani, pirati in perpetua lotta con Venezia. Fu presso Macarsca che nell'886 perì il doge Pietro Candiano. Nell'XI sec. passò al regno d'Ungheria, subendo però fortemente l'influsso religioso e politico della vicina Bosnia sotto la quale cadde nel 1324. Distrutto dai Turchi il regno di Bosnia (1463) passò al principato di Chelmo (Helm) sinché la conquistarono i Turchi (1499). Nel 1646 fece solenne atto di dedizione a Venezia cui appartenne sino al 1797. Fu quindi sotto l'Austria dal 1797 al 1806; sotto la Francia dal 1806 al 1813; nuovamente sotto l'Austria dal 1813 al 1918, quando fu ammessa, dopo la guerra mondiale, alla Iugoslavia.
Bibl.: A. Lulich, Compendio storico cronologico di Macarsca e del suo litorale, Spalato 1860; L. Maschek, Manuale del Regno di Dalmazia, a. III, Zara 1873 p. 115 segg.