GERTHNER, Madern
Architetto e scultore attivo a Francoforte sul Meno; nato intorno al 1360, G. risulta già morto in un documento del gennaio del 1431.Dal 1392 G. risulta residente a Francoforte e dal 1395 architetto di questa città, per conto della quale collaborò alla costruzione di un non meglio precisato ponte (1399), del ponte di Bonames (1409-1410), della Galgenwarte (od. Galluswarte; 1414), facente parte delle fortificazioni iniziate dal 1400, e forse del Leinwandhaus e del Rathaus (1403-1407). Sicuramente G. partecipò al consolidamento delle mura urbiche (1411), uno dei compiti degli architetti al servizio della città. Probabilmente collaborò anche alla costruzione del coro della Leonhardskirche e sopraelevò quello della chiesa carmelitana (1430-1443).G. deve tuttavia la propria fama all'incarico di capomastro di St. Bartholomäus, duomo di Francoforte, per il quale diresse la costruzione del transetto (1408-1411), dove scolpì nel 1409 la chiave di volta con l'aquila della città. Dal 1414 fino alla morte egli fu responsabile dei lavori alla torre. Gli alzati della facciata occidentale e del lato sud, così come anche la pianta della torre, risalenti alla prima metà del sec. 15° e già attribuiti a G., vanno invece considerati opera di allievi (Francoforte sul Meno, Historisches Mus., disegni A e B).Nel 1427 G. venne pagato per i rilievi con l'aquila di Francoforte e con l'aquila imperiale dello Eschenheimer Tor, sempre in questa città, completato nel 1427. Le due figure araldiche, nonché l'aquila della volta del duomo, le uniche opere di scultura documentate del maestro, costituiscono una base per ulteriori attribuzioni. Un suo autoritratto potrebbe essere la figura sulla chiave di volta dell'arco della porta sud dello Eschenheimer Tor, caratterizzata da una sensibilità formale parleriana (Ringhausen, 1969, p. 57).Ha trovato conferma nel ritrovamento della documentazione relativa ai pagamenti l'ipotesi di una progettazione da parte di G. del coro occidentale della Katharinenkirche di Oppenheim (Weinheimer, 1926). Nel secondo decennio del sec. 15° G. lavorò probabilmente a Magonza, dove tuttavia possono essergli ascritte soltanto sulla base di confronti stilistici le sculture al Memorialportal del duomo. È invece accertata la presenza di G. al cantiere del duomo di Strasburgo, circostanza che si giustificherebbe del resto con la sua appartenenza alla cerchia praghese dei Parler.All'artista sono stati inoltre attribuiti: il monumento funebre di Werner Weiss di Limburgo, del 1395 ca., già nella chiesa carmelitana di Francoforte, andato perduto nell'incendio del 1944; l'epitaffio di Sigfrido di Marburgo, del 1404-1410, proveniente dalla Heiliggeistkirche e attualmente nella Nikolaikirche, sempre a Francoforte; le sculture del sarcofago di Saarwerden a Colonia (Lübbecke, 1939, p. 97ss.).La personalità artistica di G. è stata inoltre riconsiderata alla luce di fonti d'archivio di più recente scoperta e di ulteriori attribuzioni su base stilistica. Mentre Feulner (Feulner, Müller, 1953) riconosce nell'opera plastica e architettonica di G. soprattutto l'influenza parleriana, Bott (1957) inquadra la sua opera plastica in un contesto artistico di corte borgognona e franco-olandese e gli assegna sette opere, tra le quali: tre chiavi di volta con l'Adorazione dei Magi (Darmstadt, Hessisches Landesmus.), forse realizzate a Magonza tra il 1400 e il 1410; il tabernacolo della chiesa dedicata al Salvatore a Francoforte-Oberrad (1415-1422); il timpano della Liebfrauenkirche di Francoforte, del 1425; il rilievo dell'angelo al Ruprechtsbau del castello di Heidelberg, del 1425 ca.; il rilievo con una figura che sorregge stemmi, di poco anteriore al 1430 (Magonza, Römisch-Germanisches Zentralmus.; Bott, 1957, p. 128).Fischer (1962, pp. 12-14, 65-125), che ritiene G. una personalità di spicco, è stato il primo ad ascrivere a lui o ai suoi allievi la parete sud della Liebfrauenkirche di Francoforte e la sagrestia del duomo di Spira. Queste opere, che dimostrerebbero le relazioni di G. con l'arte parleriana, forse conosciuta proprio a Praga, permetterebbero inoltre di ipotizzare per l'artista di Francoforte un soggiorno a Norimberga e forse anche in Borgogna.Ringhausen (1969) ha pubblicato un'esaustiva monografia su G. con tutti i documenti noti e ha tentato di localizzare i molteplici influssi artistici dei luoghi in cui il maestro fu presente. Nelle forme tardogotiche di G., nel suo 'stile dolce', egli individua un tratto di fondo classico che lo connota come uno degli artisti più significativi della sua epoca.
Bibl.: F.X. Kraus, Kunst und Alterthum in Elsass-Lothringen, I, Strassburg 1877; G. Wolff, R. Jung, Die Baudenkmäler in Frankfurt am Main, 2 voll., Frankfurt a. M. 1896-1898: II, p. 263; G. Dehio, Handbuch der deutschen Kunstdenkmäler, IV, Südwestdeutschland, Berlin 19262, pp. 80, 87; H. Weinheimer, Neues zur Geschichte der Katharinenkirche zu Oppenheim am Rhein (Geschichtsblätter für den Kreis Oppenheim, 11), Oppenheim 1926; G. Schoenberger, Beiträge zur Baugeschichte des Frankfurter Domes (Schriften des Historischen Museums, 3), Frankfurt a. M. 1927; W.K. Zülch, Frankfurter Künstler 1223-1700 (Veröffentlichungen der historischen Kommission der Stadt Frankfurt am Main, 10), Frankfurt a. M. 1935; L. Kraft, Die Baugeschichte der Oppenheimer Katharinenkirche im Mittelalter, in Neue Forschungen zur Geschichte Oppenheims und seiner Kirchen, a cura di E. Jungkenn, Darmstadt 1938, p. 13ss.; F. Lübbecke, Frankfurt am Main (Berühmte Kunststätten, 84), Leipzig 1939; R. Wallrath, Eine Visierung des Baumeisters und Bildhauers Madern Gerthner?, JPreussKS 64, 1943, pp. 73-88; A. Feulner, T. Müller, Geschichte der deutschen Plastik (Deutsche Kunstgeschichte 2), München 1953; B. Bott, Gotische Plastik in Frankfurt. Ein Beitrag zur Geschichte der mittelrheinischen Skulptur 1300-1430 (tesi), Frankfurt a. M. 1957; F.W. Fischer, Die spätgotische Kirchenbaukunst am Mittelrhein 1400-1520 (Heidelberger kunstgeschichtliche Abhandlungen, n.s., 7), Heidelberg 1962; id., Unser Bild von der deutschen spätgotischen Architektur des XV. Jahrhunderts (Sitzungsberichte der Heidelberger Akademie der Wissenschaften. Philosophisch-historische Klasse, 4), Heidelberg 1964; T. Müller, Sculpture in the Netherlands, Germany, France and Spain. 1400 to 1500, Hardmondsworth 1966; G.J. Ringhausen, Madern Gerthener, Leben und Werk nach den Urkunden (tesi), 2 voll., Frankfurt a. M. 1969.I. Voss