MAESTRO della CATTURA
Anonimo pittore attivo nell'ultimo quarto del sec. 13° nella basilica superiore di Assisi (v.), dove affrescò la scena della Cattura di Cristo nel secondo registro della parete sinistra.
Si tratta di un maestro di evidente formazione romana, operante nell'ambito della bottega di Jacopo Torriti, del quale ripercorre fedelmente il tracciato classicheggiante, sia pure con qualche incertezza compositiva. Per ciò che riguarda la formazione del M. della Cattura, si è pensato all'ambito del cantiere pittorico del Sancta Sanctorum a Roma, alla fine dell'ottavo decennio del Duecento (Romano, 1989; 1995), ove vennero elaborate e sviluppate le nuove tendenze della pittura romana di fine secolo, che trovarono nella basilica superiore di Assisi la loro prima, compiuta manifestazione. Sull'estensione dell'intervento dell'artista nella navata assisiate sono state formulate diverse ipotesi, la più estensiva delle quali si deve a Boskovits (1981, p. 11ss.), il quale gli riferisce, oltre ovviamente alla Cattura, anche le scene con la Cacciata dal paradiso terrestre, la Presentazione al Tempio, l'Andata al Calvario, la figura di S. Agostino nella volta della quarta campata (a partire dal transetto), il busto clipeato di S. Paolo in controfacciata; a ciò andrebbe aggiunto un Crocifisso su tavola, conservato a Trevi (Pinacoteca Com.). Sempre nella navata assisiate la critica - a eccezione dello stesso Boskovits (1981, p. 11) e di Tomei (1990, p. 66) - è pressoché concorde nel riferirgli la scena della Natività, i cui protagonisti mostrano però, rispetto a quelli della Cattura, una certa schematicità di atteggiamenti e qualche secchezza di ductus.Dell'affresco con la Cattura si conserva il disegno preparatorio (Romano, 1989), che, unitamente agli altri relativi a varie scene del ciclo vetero e neotestamentario - il Creatore nella Creazione del mondo, la Creazione di Eva, il Sacrificio di Isacco e la Natività (Assisi, basilica superiore di S. Francesco, sagrestia) -, documenta l'importanza che veniva attribuita dalla bottega torritiana a tale fase dell'esecuzione dell'affresco. Questi disegni preparatori, caratterizzati da un livello estremamente elevato di finitura e accuratezza, manifestano chiaramente, infatti, la loro natura di momento creativo più libero e originale, per ciò che riguarda l'aspetto strettamente stilistico, rispetto all'affresco in seguito effettivamente realizzato (Tomei, 1990, p. 60ss.).
Bibl.: Toesca, Medioevo, 1927, p. 1059; F. Bologna, Ciò che resta di un capolavoro giovanile di Duccio, Paragone 11, 1960, 125, pp. 3-31; E. Sindona, L'opera completa di Cimabue e il momento figurativo pregiottesco (Classici dell'arte, 81), Milano 1975; H. Belting, Die Oberkirche S. Francesco in Assisi. Ihre Dekoration als Aufgabe und die Genese einer neuen Wandmalerei, Berlin 1977; M. Boskovits, Gli affreschi della Sala dei Notari a Perugia e la pittura in Umbria alla fine del XIII secolo, BArte, s. VI, 66, 1981, 9, pp. 1-41; C. Brandi, Giotto, Milano 1983; S. Romano, Il disegno preparatorio per la Cattura di Cristo nella basilica di Assisi, in Fragmenta Picta. Affreschi e mosaici staccati del Medioevo romano, cat., Roma 1989, pp. 233-237; A. Tomei, Iacobus Torriti pictor. Una vicenda figurativa del tardo Duecento romano, Roma 1990; S. Romano, Il Sancta Sanctorum: gli affreschi, in Sancta Sanctorum, Milano 1995, pp. 38-125.