MAGDEBURGO (antico alto tedesco magad "vergine"; A. T., 53-54-55)
Importante città della Germania (ventesima per numero di abitanti), un tempo tra le maggiori città anseatiche continentali e ora capoluogo della Sassonia prussiana, posta sulla sinistra dell'Elba, in ottima posizione commerciale, nel punto dove questo fiume, nel suo corso medio, si dirige maggiormente verso O. e viene attraversato da un'antica strada, presso il luogo dove la valle si restringe in modo da permettere un facile passaggio. Ha un'altitudine di 54 m. s. m. e 13 sul fiume (superato da 4 ponti e diviso in due rami), ed è situata a 100 km. a NO. di Lipsia e 120 a SSO. di Berlino. Condizioni favorevoli al suo sviluppo furono anche la posizione come punto avanzato del germanesimo verso i paesi slavi e come centro spirituale (sede d'un arcivescovato già dal tempo degli imperatori sassoni), ma soprattutto l'esistenza alle sue spalle d'un vasto altipiano diluviale (Magdeburger Börde) coperto da löss, e la possibilità di usare il corso dell'Elba come via navigabile. Il clima si presenta anche favorevole, con inverni non troppo rigidi (gennaio −0°,4), estati fresche (18°,2), precipitazioni scarse ma sufficienti (500 mm.).
La parte più antica della città, che conserva vie strette e aspetto monumentale, specie presso la cattedrale, è solita attorno al Mercato Vecchio (alter Markt) e si è quindi sviluppata verso SO. (dove ha trovato la sua sede l'arcivescovato), con una pianta simile a quella di una scala a pioli, composta da due lunghe vie parallele congiunte da brevi strade trasversali; al tempo d'Ottone II si estendeva dalla riva dell'Elba (E.) alla Kaiserstrasse (O.) e dalla Oranienstrasse (S.) alla Königstrasse (N.); successivamente tra il secolo XIII e il XVI, all'epoca della maggior espansione commerciale, quando era anche il centro di una vasta rete di strade, si allargò verso N. fino alla Wallstrasse e al Trängsberg. Quando poi è cominciato lo sviluppo industriale, nuovi sobborghi hanno dovuto cercare posto lontano dalla cinta dei forti e sono così sorti lungo il fiume i quartieri di Buckau (a S.), di Südenburg (SO.) e di Neustadt (N.), quest'ultimo nelle vicinanze del porto e della nuova stazione merci, in modo che la pianta è andata assumendo una forma allungata, che ricalca quella della terrazza su cui la città è sorta. Via principale è il Breiteweg, parallela al limite orientale della terrazza, dove la passeggiata detta Fürstenwall, che domina l'Elba, segue l'andamento delle antiche fortificazioni.
Dal principio del sec. XIX, in parte per le conseguenze del blocco continentale che fece sviluppare enormemente la coltura della barbabietola e quella della cicoria, ma soprattutto dopo l'inizio della navigazione regolare dell'Elba (1836) e la costruzione della rete ferroviaria (1840: linea Magdeburgo-Halle-Lipsia), la vita economica della città ha avuto nuovo impulso, per quanto abbia talora sofferto dell'accentramento a Berlino; più di recente ha tratto profitto dalla costruzione del porto commerciale (1890) e del porto industriale (1910), che scambiavano prima della guerra due milioni di merci ogni anno (esportazione di zucchero, sale, potassa; importazione di carbone, petrolio, coloniali) e dalla vicinanza dei bacini carboniferi di Helmstedt-Oschersleben e Egeln-Strassfurt, in modo che agricoltura, industria e commercio sono diventati sempre più intimamente connessi.
La superficie occupata da case, vie e piazze è di 23 kmq. Gli abitanti, che erano già 20 mila nel 1400, sono poi diminuiti alla metà del sec. XVII ad appena 5 mila in seguito ai danni arrecati dalla guerra dei Trent'anni, che vide, il 10 maggio 1631, la distruzione quasi totale della città; essi crebbero poi a 37 mila nel 1798, a 62 mila nel 1840, a 115 mila nel 1871, a 202 mila nel 1890, a 287 mila nel 1925 e a 302.447 nel giugno 1933. Secondo il censimento industriale del 1925, il 44% delle persone attive è occupato nell'industria (20% in quella metallurgica) e il 31% nel commercio. Le maggiori officine (Grusonsche Eisenwerk: fonderie di ghisa e fabbriche di macchine) sono presso Buckau e dal 1893 dipendono da Krupp; vi sono poi importanti zuccherifici (barbabietole della Börde), fabbriche di surrogati di caffè, di macchine agricole, di locomotive, cioccolato, concimi, prodotti chimici. La città è anche mercato granario (mulini).
Monumenti. - Il duomo, già monastero dei benedettini, fondato nel 937 da Ottone I, dopo l'incendio del 1207 fu ricostruito in forma di basilica gotica a vòlte. Imponente è la sua facciata occidentale a due torri, terminate nel 1520. Il coro con cappelle a raggiera e galleria nel piano superiore fu ricostruito nel 1281: ha bei capitelli, come pure il corpo principale della chiesa terminato nel 1274-1363. L'atrio del braccio settentrionale del transetto, detto "Paradiso", fu elevato nel 1330. Nel chiostro, in parte romanico, in parte gotico, si conservano epitaffî in pietra e in metallo. L'interno della chiesa ha ancora tutti i suoi antichi altari (secolo XIV); nel centro della cappella del S. Sepolcro (secolo XIII) si trovano ora le statue sedute di Ottone I e della sua consorte Edith. Il tramezzo del coro (1445) è di ricca architettura gotica; il pulpito, in stile del Rinascimento (1595-97), è opera di Ch. Capup. Nel coro sono sei statue e numerosi piccoli rilievi, frammenti di un portale (circa 1230); ma la scuola degli scultori di Magdeburgo nel secolo XIII tocca l'apogeo nelle 10 statue delle vergini sagge e delle stolte, nelle figure della Chiesa e della Sinagoga nel portale del Paradiso: l'intensità espressiva e la sinuosità di movimenti le pongono tra le maggiori opere dell'arte tedesca nel sec. XIII. Tra le numerose altre sculture del duomo si notano: una statua in marmo della Madonna col Bambino (circa 1240), il gruppo in pietra dell'Annunciazione (circa 1255) e la Pietà, probabilmente opera d'un maestro boemo (circa 1400); nella gran serie dei monumenti sepolcrali, le due lastre sepolcrali in bronzo, romaniche, degli arcivescovi Federico di Wettin (morto nel 1152) e Wichmann (morto nel 1192). Il grande sepolcro in bronzo in stile gotico seriore dell'arcivescovo Ernesto di Sassonia è un'opera giovanile (1495) del celebre scultore Peter Vischer il Vecchio da Norimberga. Gli epitaffî in arenaria e alabastro dei canonici protestanti rappresentano bene con la loro esuberante decorazione il tardo Rinascimento e il manierismo della prima età barocca della Germania settentrionale. Il monumento commemorativo ai caduti è opera dello scultore E. Barlach (1928).
La Liebfrauen Kirche è una basilica romanica dei secoli XI-XIII. Ha il chiostro (sec. XII) assai bene conservato. Quella degli agostiniani, oggi riformata, di stile gotico primitivo con navate di uguale altezza, è notevole per le slanciate proporzioni.
Di fronte al palazzo comunale del sec. XVII s'innalza il monumento equestre di Ottone II, fondatore della città, opera di uno scultore del sec. XIII.
Notevoli tra gli edifici profani, oltre ad alcune abitazioni barocche, una serie di costruzioni razionali, tra cui la "Halle für Stadt u. Land" (1922) di B. Taut, il mercato civico (1925-27) di G. Göderitz e numerosi isolati per abitazione d'aspetto grandioso.
Il Kaiser-Friedrich-Museum contiene buoni prodotti dell'arte industriale dei secoli XVI-XVIII e una buona galleria di maestri tedeschi moderni.
Storia. - Fino dal tempo di Carlomagno, Magdeburgo è centro del commercio con i Vendi. Devastata da questo popolo e dagli Avari, rifiorisce per merito di Ottone I che ne fa dono alla moglie Edith, e poi, nel 937, vi fonda il monastero benedettino dei Ss. Pietro, Maurizio e Innocenzo, da lui munificamente arricchito di donazioni e di privilegi importanti. Egli concepisce ben presto il progetto di fare di Magdeburgo il punto di appoggio per l'opera di conversione dei Vendi: pensa dapprima di trasportarvi la sede arcivescovile di Halberstadt, ma poi decide, d'accordo col papa Giovanni XII, di costituirvi una sede arcivescovile autonoma (968), con parte del territorio già sottoposto a Halberstadt e numerose sedi suffraganee, tra cui Meissen e Merseburg. L'arcivescovato di Magdeburgo ebbe molta importanza nella storia della Germania medievale e fu illustrato da varî insigni ecclesiastici, tra i quali San Norberto, fondatore dell'ordine dei premonstratensi, Wichmann (1152-92), avversario di Enrico il Leone e raccoglitore del diritto di Magdeburgo, Alberto I (1205-32) che lottò contro il margravio di Brandeburgo. Ma la citià ebbe anche una propria vita rigogliosa, fondata particolarmente sul commercio fluviale dell'Elba, e nel sec. XIII entrò a far parte della Lega anseatica. Il desiderio di autonomia della città determinò continui attriti fra gli arcivescovi e la cittadinanza, che più volte tentò di rendersi autonoma, ma non raggiunse mai la condizione di città libera dell'impero. Famoso per tutta la Germania era il "diritto di Magdeburgo", cioè la raccolta delle consuetudini civiche e delle deliberazioni emesse dal collegio degli scabini, sul fondamento del Sachsenspiegel. Secondo l'usanza germanica, molte città di nuova fondazione, nell'Ostfalen, nella Marca del Brandeburgo, nella Lusazia, nella Slesia, nei dominî dell'Ordine teutonico, adottarono il diritto di Magdeburgo, che così ne divenne la metropoli o alta corte (Oberhof): tra esse Breslavia, Lipsia, Dresda, alcune città boeme, morave e polacche. Per tempo invalse la consuetudine di nominare l'arcivescovo tra le case principesche di Germania, e particolarmente in quella di Brandeburgo, ciò che determinò continue interferenze politiche. Nel 1524 l'arcivescovo Sigismondo, figlio di Gioacchino II di Brandeburgo, abbracciò il luteranesimo: fatto di alta importanza per Magdeburgo, che divenne allora e si mantenne sempre una delle roccheforti della nuova fede. La città diede il nome agli scritti di storia ecclesiastica detti Centuriae di Magdeburgo (v. centuriatori di magdeburgo, IX, p. 755). Magdeburgo partecipò alla lega di Smalcalda, poi, essendosi rifiutata d'accettare l'Interim, fu posta al bando dell'impero e accolse tra le sue mura molti protestanti fuggiaschi. Venne assediata e presa da Maurizio di Sassonia (1551), che le tolse molti diritti, ma le lasciò una certa libertà religiosa. Particolarmente provata fu Magdeburgo nella guerra dei Trent'anni, durante la quale venne assediata due volte; resistette al Wallenstein, ma venne conquistata dopo accanita lotta dal Tilly (maggio 1631). Allora la città fu preda all'incendio che la distrusse quasi del tutto, e per di più gl'imperiali, non trovandovi il bottino sperato, si abbandonarono al massacro di quasi tutta la cittadinanza, e pochi scamparono dei 36.000 abitanti. La città venne poi presa da Gustavo Adolfo e ripresa dagl'imperiali, ma tuttavia si riebbe abbastanza presto. La pace di Praga (1635) pose termine anche alla lotta svoltasi, in quel tempo, nell'infelice città fra tre pretendenti alla sede arcivescovile, dopo che l'editto di restituzione del 1629 aveva reintegrato l'archidiocesi: Cristiano di Brandeburgo, già deposto nel 1628, ebbe una rendita, Leopoldo Guglielmo d'Austria, figlio di Ferdinando II ed entrato con il Tilly, ottenne la diocesi di Halberstadt, e Augusto di Sassonia-Weissenfels divenne arcivescovo di Magdeburgo, dove restò fino alla morte (1680), quando la città - per la clausola del trattato di Vestfalia che mirava a indennizzare il margravio di Brandeburgo della perdita della Pomerania anteriore -, mutata in ducato temporale, venne, non senza opposizione dei cittadini, in possesso del Brandeburgo. Nel 1773 il dominio di Magdeburgo era ancora vastissimo e comprendeva 250.000 abitanti divisi in 29 città e più di 400 località minori.
Magdeburgo nel 1806 venne in mano dei Francesi, e fu aggregata al regno di Vestfalia, ma tornò poi alla Prussia.
Bibl.: K. Uhlirz, Geschichte d. Erzbistums M. unter den Kaisern aus sächsischem Hause, Magdeburgo 1887; F.A. Wolter, Geschichte der Stadt M., Magdeburgo 1902; O. Peters, M. und seine Baudenkmäler, Magdeburgo 1902; R. Hamann e F. Rosenfeld, Der Magdeburgem Dom, Berlino 1910; Reimarus, Sahm, Steins, M., in Monographien deutscher Städte, 1912; H. Giesau, Der Dom zu M., Burg presso Magdeburgo 1924; H. Jautren, Deutsche Bildhauer des 13. Jahrh.s, Lipsia 1925; M. Mainicke, Magdeburg, eine Grossstadtuntersuchung auf geogr. Grundlage, Hannover 1926; A. Burchard, in Die geograph. Zeitschr., XXXV (1929), pp. 198-210; H. Schütre, M. seine Wirtschaft und Verkehrsbedeutung, in Erde und Wirtschaft, 1929; W. Lahne, M.s Zerstörung in der zeitgenössischen Publizistik, Magdeburgo 1931.