MAINARDO
Conte di Gorizia, primo di questo nome, nacque verso il 1085-90 nel territorio di Lienz (Tirolo orientale) da Mainardo (III), conte nel Lurngau superiore, e da Diemut, figlia del conte Engelberto (I) di Spanheim e di Edvige contessa "di Mossa" (a ovest di Gorizia).
Gli antenati dei conti di Gorizia, i Mainardi o Mainardingi, discendevano dalla stirpe dei conti di Gilching, che appartenevano alla casa dei potenti conti bavaresi di Andechs-Diessen. La località di Gilching, a ovest di Monaco, costituiva il centro di una contea documentata dal 982. I Mainardi di Gilching governarono inoltre la cosiddetta contea Mangfall a nord dell'abbazia bavarese di Tegernsee. Mainardo (I) verso la fine del X secolo si stabilì nel Lurngau superiore (occidentale) nel circondario di Lienz, e negli anni 995-1005 fu advocatus del vescovo Albuino di Bressanone. Ancora nel 1011 si presentava come conte di Gilching. Suo figlio Mainardo (II) dal 1022-39 circa al 1065-72 fu conte nel Lurngau superiore con centro Lienz.
I conti di Gorizia sono stati ritenuti quasi senza eccezione dalla più antica storiografia discendenti del conte palatino bavarese Aribone (II) che nel 1070-77 fondò insieme con la moglie Liutgarda l'abbazia benedettina di Millstatt in Carinzia. Il papa Callisto II attestò infatti nel 1122 che il conte palatino Engelberto (I) aveva posto sotto la protezione papale l'abbazia di Millstatt, edificata dai suoi antenati (parentes); questo Engelberto era figlio di un primo matrimonio di Mainardo (III) con una figlia (di cui non conosciamo il nome) del conte palatino Aribone (II). Engelberto ricevette dalla madre l'advocatia ereditaria su Millstatt e anche la contea palatina di Baviera che suo nonno Aribone (II) aveva perso a causa di una ribellione. Poiché il conte palatino Engelberto (I) non ebbe discendenti maschi, l'advocatia su Millstatt e i ricchi possedimenti in Carinzia, che egli aveva ereditato dagli Ariboni e dai Sigardingi, toccarono ai conti di Gorizia, discendenti di M., suo fratellastro. Faceva parte di questi beni, oltre a Eberstein nella valle di Görtschitz, anche Moosburg (a nordovest di Klagenfurt), di cui nel 1106 Engelberto si intitolò.
Mainardo (III) dopo la morte della prima moglie si era risposato con Diemut, insieme con la quale fondò il monastero di S. Paolo di Lavanttal. Fratelli di Diemut erano i duchi di Carinzia Enrico (IV, 1122-23) ed Engelberto (II, 1124-34). Come sua madre Edvige, anche Diemut fu seppellita nel monastero di Rosazzo in Friuli, una fondazione degli Eppensteiner, che più tardi divenne proprio il monastero di famiglia dei conti di Gorizia.
Solo una volta in un documento di Ulderico (I), patriarca di Aquileia (1120-21 circa), M. è detto fratello del conte palatino Engelberto. M., che solo dal 1120-21 è chiamato conte nel Lurngau, doveva essere molto più giovane del fratellastro Engelberto, morto verso il 1120.
Grazie ai legami di sua madre con la potente stirpe degli Spanheimer, verso il 1122-25 M. fu nominato advocatus del patriarcato di Aquileia. Il suo predecessore in questa carica, Rodolfo di Tarcento, della stirpe dei signori di Machland e Perg (nell'Alta Austria), un parente stretto degli Spanheimer, aveva rinunciato all'advocatia d'accordo con Mainardo. Una definizione formale dei diritti e degli obblighi legati all'advocatia fu raggiunta tra M. e Pellegrino (I), patriarca dal 1132, soltanto più tardi. Furono le pretese, evidentemente esagerate, di M. come advocatus a rendere necessario questo accordo, il cui testo non è conservato.
L'advocatia del patriarcato di Aquileia costituì dal 1125 la base per una rapida ascesa sociale dei conti di Gorizia. I vasti possedimenti in Friuli, in Carniola, nel Carso e in Istria, di cui la famiglia entrò in possesso nei decenni successivi, erano in gran parte feudi del patriarcato o beni che erano stati sottratti alla Chiesa di Aquileia dai suoi advocati. M. riuscì rapidamente a imporre l'ereditarietà della advocatia. Già durante la sua vita i suoi figli, Engelberto (II) ed Enrico (I), compaiono con lui come advocati di Aquileia dal 1138-39. M. aveva sposato Elisabetta di Schwarzenburg.
Quando nel 1135 con il conte Adalbero scomparve l'ultimo discendente laico degli Udalschalke di Lurn, il conte M. si poté assicurare la maggior parte del patrimonio ereditario: gli spettarono la metà nordoccidentale della contea nel Lurngau inferiore che egli annetté direttamente alla sua contea intorno a Lienz e anche la giurisdizione comitale nell'intera contea degli Udalschalke. Una parte più piccola toccò a quell'Ottone (I) che dal 1141 si intitolò conte di Ortenburg (presso Spittal an der Drau). Dall'annessione della contea di Lienz alla parte occidentale della contea di Lurn ebbe origine la "contea anteriore di Gorizia" con centro Lienz che sino all'estinzione della famiglia (1500) costituì un'importante base di potere per i conti di Gorizia.
Il territorio di Gorizia con il castello di Salcano (oggi Solkan in Slovenia) era stato donato nel 1001 dall'imperatore Ottone III di Sassonia al patriarca Giovanni di Aquileia e al conte del Friuli Weriand (Werihen). I possedimenti intorno a Gorizia del conte Weriand furono ereditati da Edvige contessa di Mossa. Suo figlio minore Enrico (IV), che nel 1122 succedette al padrino di battesimo Enrico (III) di Eppenstein come duca della Carinzia, edificò il castello di Gorizia sul territorio ereditato da sua madre. Per due volte, nel 1100 e nel 1102, egli si intitolò Enrico di Gorizia. Nel 1123 Enrico (IV) morì senza eredi e il castello di Gorizia toccò al suo pronipote Enrico (I) figlio di M.; il duca aveva probabilmente tenuto a battesimo il nipote di sua sorella Diemut e per questo il nome Enrico entrò nella famiglia dei conti di Gorizia. Enrico (I) fu il primo esponente della famiglia a portare, nel 1146, il titolo di conte di Gorizia.
M., nel corso della sua vita non venne chiamato mai conte di Gorizia, ma sempre solo advocatus (di Aquileia) o conte. Quei documenti degli anni 1117-21 nei quali egli è indicato come conte di Gorizia sono falsi o il predicato "di Gorizia" è frutto di un'interpolazione successiva. Solo cinque anni dopo la sua morte egli fu indicato con il titolo postumo di conte di Gorizia, poiché il patriarca di Aquileia Pellegrino (I) e i suoi successori si erano opposti energicamente alla costituzione di una contea di Gorizia che minacciava di sottrarsi alla loro signoria territoriale in Friuli. Quando alla fine il titolo di conti di Gorizia non poté più essere rifiutato ai loro scomodi advocati, i patriarchi cercarono di affermare la loro preminenza obbligandoli, al più tardi con il trattato di Cormons del 1202, a ricevere come feudo ereditario, trasmissibile ai figli e alle figlie, tanto il castello di Gorizia quanto Moosburg in Carinzia.
La cosiddetta contea di Gorizia non era affatto un'antica circoscrizione pubblica, ma era nata dal trasferimento al castello di Gorizia, e al circostante territorio soggetto alla sovranità, del titolo comitale che M. e i suoi avi portavano come conti di Lurn. Dal 1146 questa "contea interna di Gorizia" - così essa era indicata per distinguerla dalla "contea anteriore" intorno a Lienz - costituì il centro dei vasti possedimenti (e a essi estese il suo nome) dei conti di Gorizia che nei secoli XIII e XIV furono elevati al rango di principi dell'Impero.
M. morì il 12 maggio 1142.
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