Tirolo Stato federale dell’Austria (12.648 km2, con 704.472 ab. nel 2009); capitale Innsbruck. Si estende nella media valle dell’Inn, tra il confine svizzero e quello tedesco (Kufstein), ed è compreso tra la cresta delle Alpi Atesine (a S) e quella delle Alpi Bavaresi (a N), tra il Vorarlberg (a O) e il Salisburghese e la Carinzia (a E). Le estati sono relativamente calde nei fondovalle (Innsbruck, 17 °C in luglio), gli inverni non molto freddi (Innsbruck, −3 °C in gennaio). Le piogge, che cadono prevalentemente in estate, rimangono inferiori a 1000 mm annui nelle parti basse e raggiungono anche 1800 mm sui rilievi più alti. L’agricoltura è ben sviluppata sui fondovalle più ampi (frumento, segale, mais, patate, alberi da frutto) e sulle pendici esposte a S (vite). Estesi i pascoli e i boschi. Il sottosuolo è ricco di salgemma, il cui sfruttamento, iniziato nel Medioevo, continua su vasta scala a Hall; vi si estrae anche tungsteno. Notevole lo sfruttamento delle risorse idriche e delle foreste. Il settore industriale comprende impianti alimentari, tessili meccanici, della produzione di carta, ubicati a Innsbruck, Kufstein, Landeck. Importantissima l’attività turistica, che conta centri di fama internazionale (St. Anton nell’Arlberg, Kitzbühel, Kufstein, Innsbruck). Il T. è attraversato da importanti strade e ferrovie, tra le quali hanno carattere internazionale quelle che dal Vorarlberg, lungo il corso dell’Inn e del Danubio, portano a Vienna e quelle che, attraverso il Brennero, collegano l’Italia alla Germania. Un’importante arteria autostradale, collegata con la rete italiana, dal Brennero scende a Innsbruck (attraverso il ponte Europa), e qui si innesta nel sistema autostradale austriaco. Per il collegamento rapido tra il T. orientale e quello occidentale, grande importanza ha la Val Pusteria, lungo la quale, secondo accordi intervenuti con l’Italia, passano i treni austriaci.
Conquistato da Druso nel 15 a.C., il T. costituì una parte della provincia della Rezia. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente la ripartizione provinciale non fu modificata sostanzialmente, invece con la conquista longobarda fu costituito il ducato di Trento, mentre di là dalle Alpi dominarono i Baiuvari. L’unità, ricostituita sotto Carlomagno che depose Desiderio re dei Longobardi e Tassilone duca di Baviera, subì poi altri frazionamenti; nel sec. 11° l’erezione dei due vescovati di Trento e di Bressanone a feudi diretti dell’Impero garantì una certa stabilità: un poco alla volta i domini a S del Brennero furono assoggettati alla sovranità dei due vescovi che li infeudarono a loro vassalli. Tra costoro raggiunsero potenza notevole i conti di T., così chiamati dal castello omonimo, che estesero il loro dominio a tutte le contee di qua e di là dalle Alpi. Mainardo II, conte di T. e di Gorizia dal 1259, duca di Carinzia e principe dell’Impero dal 1286, spartì i domini ereditari con il fratello Alberto II, riservando il T. a sé e ai propri successori. Dopo la sua morte il T. divenne oggetto di contesa tra la casa di Boemia, i Wittelsbach e gli Asburgo, che ne ottennero il dominio nel 1363. Da allora il T. aumentò considerevolmente l’estensione del suo territorio, soprattutto ai tempi dell’imperatore Massimiliano I. Nel 1803 anche i principati vescovili di Trento e di Bressanone, secolarizzati, furono attribuiti alla casa d’Austria e annessi al T., che fu poi temporaneamente perduto dagli Asburgo a motivo della pace di Bratislava (1805) e di Vienna (1809) e diviso in tre tronconi attribuiti alla Baviera, al Regno d’Italia e all’Impero francese, per essere poi costituito nei suoi confini anteriori dal Congresso di Vienna (1815). Al termine della Prima guerra mondiale, con il trattato di S. Germano (1919), la porzione a S dello spartiacque alpino, con l’Alto Adige e il Trentino, fu assegnata all’Italia.