(ceco Čechy, ted. Böhmen) Regione storico-geografica dell’Europa centrale (ca. 53.000 km2 con 6.250.000 ab. stimati al 2007); costituisce la sezione occidentale della Repubblica Ceca con la capitale, Praga.
Delimitata da Monti Metalliferi a NO, Selva Boema a SO, Sudeti a NE e a SE colline boemo-morave, è una delle regioni più antiche d’Europa (Ercinico); consta di una superficie ondulata, i cui strati più recenti sono stati in parte erosi, facendo affiorare le sottostanti rocce antiche. Corrisponde al bacino superiore del f. Elba, con l’affluente Moldava, in parte navigabili. Il clima è temperato-continentale; la temperatura media annua si aggira intorno ai 10 °C nella parte centrale, dove le precipitazioni non superano in genere i 500 mm, per salire invece a 1200-1500 mm nelle aree più elevate delle catene montuose, ricche di un patrimonio forestale razionalmente sfruttato. Le massime densità di popolazione (150-250 ab. per km2) si rilevano intorno ai centri urbano-industriali (Praga, Pilsen, Ústí nad Labem, České Budĕjovice ecc.) e nelle piane, dove si praticano colture intensive di cereali, patate, frutta, barbabietola da zucchero, lino e luppolo. Importante anche l’allevamento bovino, sia da carne sia da latte. Le ingenti risorse minerarie (carbone, ferro, zinco, piombo, caolino) hanno fornito impulso alla precoce crescita del secondario, specie nei rami metalmeccanico, della ceramica e del vetro; inoltre vivaci le lavorazioni tessili, alimentari (birrificio) e del legno.
La B. è stata abitata ininterrottamente dall’età paleolitica (industria su ciottolo del Paleolitico inferiore, cospicui resti del Paleolitico superiore, vari complessi mesolitici). Manufatti ceramici della prima ondata di agricoltori danubiani giunta nella regione attestano il Neolitico nel 5° millennio a.C. Contemporaneamente ai gruppi portatori del bicchiere campaniforme (fine 3°-inizi 2° millennio a.C.), si diffusero in B. le comunità guerriere ad ascia da combattimento e ceramica a cordicelle; l’Età del Bronzo si aprì con la cultura di Únetiče, e l’introduzione della metallurgia modificò in gran parte l’economia agricola delle popolazioni locali. In età protostorica, l’influsso della civiltà di Hallstatt produsse un certo livellamento delle tendenze culturali precedenti.
La B. trae nome dalla stirpe celtica dei Boi; dopo il 60 a.C. il paese fu occupato dai Marcomanni. Nel 6° sec. fu invasa da tribù slave (da una delle quali, dette dei Čechové dal nome del suo mitico condottiero Čech, deriva la denominazione ceca). Il re Samo si sottrasse alla soggezione avara e nel 623 ca. riunì tutti gli Slavi in un grande Stato comprendente, oltre ai territori dell’attuale Rep. Ceca e della Slovacchia, le regioni alpine e danubiane e probabilmente anche le terre a N della B. abitate dagli Slavi dell’Elba. Gli Slavi boemi entrarono nella sfera d’influenza dell’Impero romano d’Occidente, poi la decadenza dell’Impero sotto i successori di Carlomagno e la necessità di difendersi contro il costante pericolo proveniente dall’Oriente favorirono la creazione di un nuovo grande Stato indipendente, che nel 9° sec. si presenta sotto il nome di Grande Moravia. La sua popolazione fu convertita al cristianesimo dagli apostoli slavi Cirillo (Costantino) e Metodio.
Rafforzata da Svatopluk (871-894), la Grande Moravia all’inizio del 10° sec. fu sommersa dall’invasione degli Ungari, che risparmiò solo la B., la quale sotto i Přemyslidi divenne il nucleo della nuova formazione statale, con centro a Praga. Con Boleslao I (929-967) il ducato di B. divenne lo Stato più importante dell’Europa centrale, estendendosi alla Moravia e a una parte della Slesia e della Slovacchia, e unificando saldamente le varie stirpi slave. Vladislao II (1140-73) ebbe la corona regia da Federico Barbarossa nel 1158, ma il suo successore la perdette e solo Přemysl Ottocaro I (1197-1230) la ottenne definitivamente, regolando i rapporti della B. con l’Impero mediante la Bolla d’Oro di Sicilia, concessa da Federico II di Svevia (1212). Una volta consolidato lo Stato, i Přemyslidi cominciarono a espandersi: con Ottocaro II (1253-78) unirono alla B. alta e bassa Austria, Stiria, Carinzia, Carniola, e sottomisero la Slesia. Nonostante la struttura feudale dello Stato, presto cominciò a farsi strada la borghesia, sulla quale la corona prese ad appoggiarsi. L’elezione a imperatore di Rodolfo d’Asburgo portò all’urto fra Impero e Grande B.; Přemysl Ottocaro II fu sconfitto e ucciso. Il successore Venceslao II (1278-1305), divenuto re di Polonia nel 1300, ed estintisi gli Árpád in Ungheria, tentò di unificare i tre Regni, ma l’uccisione nel 1306 di Venceslao III, ultimo dei Přemyslidi, fece naufragare questo sogno. Dopo Enrico di Carinzia (1307-10) il trono andò a Giovanni di Lussemburgo (1310-46), ma solo col figlio Carlo I (poi Carlo IV imperatore) lo Stato boemo ebbe uno stabile assestamento territoriale e giuridico. Avuta l’autonomia ecclesiastica, la Bolla d’Oro del 1356 garantì la sovranità dei re di Boemia.
Dopo questo periodo aureo, l’azione di riforma religiosa intrapresa da Jan Hus e il conseguente nascere di una forte coscienza nazionale boema e di un’opposizione culturale e politica dell’elemento ceco all’elemento tedesco aprì la strada al periodo delle rovinose guerre hussite (1419-36) fra i Boemi, guidati da Jan Žižka e Procopio Holý, e l’imperatore Sigismondo. Concluse queste con i compactata o articoli di Praga, con i quali i Boemi vennero riammessi nella Chiesa cattolica, spettò a Giorgio di Podĕbrady (1457-71) il compito di assestare il paese; questi non riuscì però a conciliare la B. con Roma né a farne il centro di una vasta organizzazione sopranazionale europea. Gli succedette Ladislao IV Iagellone (1471-1516), che cercò di riportare il cattolicesimo in B., e quindi suo figlio Luigi (1516-26), morto a Mohács combattendo contro i Turchi.
Salito al trono (29 ott. 1526) Ferdinando d’Austria fratello di Carlo V, la B. passò agli Asburgo, inserendosi così sino al 1918 nel mosaico della monarchia danubiana. Da questo momento l’assolutismo monarchico si affermò definitivamente sul vecchio ordinamento feudale. I primi 4 re degli Asburgo (Ferdinando, 1526-64; Massimiliano II, 1564-76; Rodolfo II, 1576-1611; Mattia, 1611-19) furono gli antesignani dell’offensiva cattolica contro hussiti, luterani, calvinisti, fratelli boemi ecc.; la defenestrazione dei luogotenenti regi, nel castello di Praga (1618), segnò l’inizio dell’aperta rivolta dei Boemi, poi piegati alla Montagna Bianca (1620). Ferdinando II (1620-37) impose loro una violenta controriforma che prostrò il paese. Con la Pace di Vestfalia (1648) il destino della B. rimase legato a quello degli Asburgo. Le riforme di Maria Teresa (1740-80) tesero a fondere la B. con i restanti domini, dando impulso all’opera di germanizzazione, continuata dal centralismo burocratico di Giuseppe II (1780-90).
Nel 19° sec., anche in B. si fece strada un movimento di rinascita nazionale, che sboccò nella richiesta di autonomia in un’Austria federale e nel congresso slavo di Praga (1848). Vienna rispose instaurando un regime di rigido centralismo, mantenuto sino al crollo asburgico (1918), quando la B. entrò a far parte della Cecoslovacchia (➔).
Per la letteratura, l’arte, l’architettura e la musica della B. ➔ Ceca, Repubblica.