Trento Comune del Trentino-Alto Adige (157,9 km2 con 120.641 ab. nel 2020), capoluogo di provincia e di regione, posto a 194 m s.l.m., nel fondovalle dell’Adige. Il sito urbano, pur dominato da alti monti, è al centro di un esteso sistema di comunicazioni imperniate in senso NS sull’asse atesino e in senso EO sulla direttrice della Val Sugana e su quella del Sarca. La città, insieme ai sobborghi collinari e periferici verso i quali si è diretto gran parte del recente sviluppo edilizio, forma un’ampia conurbazione dove si addensa più di un quarto della popolazione provinciale. Il clima è relativamente mite, con una temperatura media annua di 12,5 °C e precipitazioni totali di 870 mm. Il nucleo antico, dominato dal Castello del Buon Consiglio, gravita attorno al duomo, alla sua piazza e a una rete di percorsi impreziositi da quinte di palazzi rinascimentali e di architettura posteriore.
Lo sviluppo demografico di T. è stato assai intenso per tutto l’arco del 20° sec. (in questo periodo la popolazione cittadina è quadruplicata) e nel primo scorcio del 21° (+ 6,3% negli anni 2001-08). La città si è inoltre ampliata notevolmente attirando nella propria orbita i centri abitati circostanti, aperti su direttrici vitalizzate da attività terziarie. In quanto capoluogo di provincia autonoma e di regione, la città assume soprattutto funzioni direzionali e una evidente struttura burocratica. Tuttavia, l’università e gli istituti di cultura, oltre a biblioteche, sale cinematografiche, teatri, musei, gallerie d’arte, scuole superiori e associazioni, conferiscono a T. anche una forte caratterizzazione culturale. Non mancano attività produttive che strutturano e specializzano settori urbani concentrati a N e a S. Le industrie, di dimensioni medie o piccole, riguardano i materiali da costruzione, la trasformazione di metalli, la meccanica di precisione, la trasformazione dei prodotti agricoli e del legno, i settori tessile e dell’abbigliamento. In crescita anche l’offerta turistica, favorita dal sistema di comunicazioni (autostrada e linea ferroviaria del Brennero), dalle ottime attrezzature ricettive e dalle numerose iniziative volte alla promozione del settore.
Fondata dai Galli o dai Reti, sotto Augusto T. divenne importante base militare. I Longobardi la scelsero a sede di ducato, mentre sotto i Carolingi divenne capoluogo di marca. Unita più tardi alla marca veronese, passò nel 952 a far parte del Regno di Germania. Nell’11° sec. divenne sede di un principato vescovile, fautore dell’autorità imperiale durante la lotta delle investiture e passato nel 1363 sotto il dominio degli Asburgo. Nel 1407 il principe-vescovo Giorgio I di Liechtenstein fu costretto a riconoscere la libertà comunale; il vescovo umanista Giovanni Hinderbach (1465-86) favorì poi l’introduzione della stampa, risollevò i commerci, riallacciò i traffici con Venezia; il vescovo Bernardo Clesio (1514-39), promosse le industrie e i commerci e curò l’abbellimento architettonico. I contadini della zona accolsero in parte la riforma luterana e la guerra contadina si estese nel 1525 anche in quelle terre. Il 13 dicembre 1545 fu inaugurato il Concilio, che favorì indirettamente l’economia e lo sviluppo di T. a città moderna. Durante le guerre napoleoniche fu ripetutamente occupata dai Francesi e con la Pace di Lunéville (1801) cessò di essere un principato ecclesiastico e divenne città dell’Impero. Dopo un periodo di governo austriaco e bavarese, fu assediata, occupata, ripresa più volte nel corso del 1809 dalle truppe francesi e dagli insorti tirolesi. Passata con il Tirolo sotto il dominio di Napoleone, entrò a far parte del Regno italico sino all’ottobre del 1813, quando vi rientrarono gli Austriaci. Il 19 marzo 1848 T. inalberò il tricolore e fu al centro della rivoluzione del Trentino. Quasi completamente evacuata durante la Prima guerra mondiale, il 3 novembre 1918 fu ricongiunta all’Italia.
T. conserva resti delle mura tardo romane e della Porta Veronensis a due fornici, della prima metà del 1° sec. d.C. Della prima metà del 13° sec. è la cinta medievale, in parte conservata. Il duomo (12°-inizio 13° sec., direzione di Adamo d’Arogno; terminato 16° sec.) è un’imponente costruzione lombarda romanico-gotica, sorta su una basilica paleocristiana. Nell’adiacente Palazzo Pretorio (13° sec.) ha sede il Museo Diocesano. Il Castello del Buon Consiglio consta di tre parti: il Castelvecchio (13° sec., ampliato nel 15°); il Magno Palazzo (1528-36, con affreschi di Romanino, Fogolino, Dosso Dossi ecc.) e la giunta Albertana (17° sec.). Nella Torre dell’Aquila, celebri affreschi di un maestro di educazione boema (forse Wenceslao) prima del 1407. Ospita il Museo Provinciale e il Museo del Risorgimento. Notevoli i palazzi Tabarelli (Alessio Longhi, 1530 circa), Sardagna (16° sec., sede del Museo di scienze naturali), Galasso o del Diavolo (1602, P.M. Bagnadore per il banchiere G. Fugger), del Municipio (di Sigismondo da Thun, 16° sec.). Alcune case hanno facciata decorata di affreschi e rilievi (case Cazuffi, Geremia, Salvadori). S. Maria Maggiore, iniziata nel 1520 da A. Medaglia, ha facciata rifatta nel 1901. La barocca fontana del Nettuno (F.A. Giongo, 1769) fu restaurata nel 19° sec. da A. Malfatti. Tra i monumenti barocchi: S. Francesco Saverio (dal 1701, su disegni di A. Pozzo); S. Pietro (15° e 17° sec.; facciata neo-gotica di P. Selvatico, 1850). Importanti il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di T. e Rovereto (MART, 1989), dove si svolge un’attività espositiva di rilevanza internazionale, e la Galleria civica d’arte contemporanea (1989, nuova sede 2001).