Maine de Biran, Marie-Francois-Pierre Gonthier
Filosofo francese (Bergerac, Dordogna, 1766 - Grateloup, Lot-et-Garonne, 1824). Amico di Cabanis, Destutt de Tracy e di altri idéologues (➔ ideologia), se ne distaccò abbastanza presto rifiutandone il sensismo e gli obiettivi riduzionistici. La critica dell’abitudine come criterio esplicativo conduce M. de B. a individuare nell’effort, nella tensione volontaria e cosciente dell’Io, il fatto fondamentale della vita della coscienza. Partendo dal piano dell’esperienza interiore, M. de B. contrappone l’Io – inteso come attività originaria, sforzo, causa efficiente – al corpo, sul quale intende agire e che sente resistergli. Questa contrapposizione originaria – irriducibile in termini logico-concettuali e che conduce M. de B. a sostituire il cartesiano cogito ergo sum con il suo volo ergo sum – è anche all’origine di tutte le nozioni della metafisica (sostanza, causalità, estensione, unità, ecc.). Nell’immediata consapevolezza del suo potere di agire, l’Io si riconosce come libero (la stessa consapevolezza della passività, in taluni casi, presuppone la coscienza dell’attività). Di qui il rifiuto dell’innatismo e del sensismo (che intenderebbe la sensazione come passività), nonché delle filosofie idealistiche. La netta distinzione tra la sfera della coscienza, che fa dell’uomo una ‘persona’, e quella del corpo, che accomuna l’uomo agli animali, è offuscata secondo M. de B. dall’abitudine (➔), che rappresenta una ‘meccanizzazione’ della volontà libera. Nei Nouveax essais d’anthropologie (1823-24; trad. it. Nuovi saggi di antropologia), M. de B. postula, accanto alla vita fisiologica e a quella della coscienza, una vita spirituale, che egli definisce come tentativo di ricongiungersi a Dio: l’uomo, essere intermedio tra Dio e gli animali, può infatti rendersi simile a questi ultimi, divenendo schiavo degli impulsi sensibili, o elevarsi, per mezzo della meditazione e della fede, sino al Creatore. Con il suo approdo spiritualistico, il rifiuto di ogni impostazione intellettualistica e l’accentuazione dell’introspezionismo psicologico, la filosofia di M. de B. ha esercitato grande influenza sul pensiero francese dell’Ottocento. Tra le sue opere si segnalano: Mémoire sur l’habitude (1800-02); De la décomposition de la pensée (1805); Nouvelles considerations sur les rapports du physique et du moral de l’homme (post., 1934; trad. it. Nuove considerazioni sui rapporti tra il fisico e il morale dell’uomo); Essais sur les fondements de la psychologie (1812).