Città della Turchia (383.185 ab. nel 2007), capoluogo della provincia omonima (12.103 km2 con 935.400 ab. nel 2007). È situata nell’altopiano interno, a 900 m s.l.m., a 20 km dalla riva destra dell’Eufrate, in una vasta zona irrigua, nei pressi di un’oasi popolata dalla preistoria. Importante centro commerciale e sede di industrie alimentari, tessili e del cemento. Nodo ferroviario e stradale, con aeroporto.
M. fece parte dell’Impero ittita e poi fu contesa tra Assiri e Urartei sino a che cadde definitivamente sotto i primi al tempo di Sargon II (fine 8° sec. a.C.). Assunse importanza in epoca imperiale romana, quando i Flavi la destinarono a sede della 12a legione. Fu distrutta dai Persiani di Cosroe I nel 577. Conquistata dai Saraceni, ripresa e distrutta da Costantino V Copronimo verso la metà dell’8° sec., fu ancora preda degli Arabi che con Mansur la riedificarono splendidamente nel 756; tornata dopo varie vicende ai Bizantini nel 934, divenne sede importante dei giacobiti. Durante la prima crociata (1097-99) Baldovino di Lorena la liberò dall’assedio dei Turchi, che la conquistarono definitivamente nel 1102; in seguito fu incorporata nel sultanato di Konya. Nel 1516 fu conquistata da Selim I, entrando a far parte dell’impero ottomano.
M. è succeduta a un antico e importante nodo stradale (Maldiya nei testi ittiti, Meliddu in quelli assiri), le cui rovine sono ad Arslan-Tepe, una vicina collina artificiale costituita dai resti stratificati di numerose fasi costruttive, dal periodo calcolitico (6° millennio a.C.) all’età islamica. Il massimo sviluppo del sito si registra nel Tardo Calcolitico (3350-3000 a.C.), quando si presenta come un grande centro amministrativo e religioso, dotato di edifici pubblici monumentali, tra cui uno dei primi complessi palaziali noti. Sono state rinvenute inoltre migliaia di cretule con impressione di sigilli. Importanti anche le testimonianze delle epoche successive: armi, ceramiche, corredi funebri (Tomba Reale) e resti architettonici (Porta Imperiale, Porta dei Leoni).