MALATYA (XX, p. 1006)
Presso la città, situata nella Turchia orientale, si trova Arslantepe, dove c'è una collina artificiale formata dal sovrapporsi dei resti di successivi insediamenti, dal periodo Calcolitico all'età islamica. Cenni e vicende della città antica si trovano in fonti ittite, assire e urartee; in alcune di esse il nome compare sotto diversa forma. Le prime ricerche (campagne di scavo di L. Delaporte, nel 1932,1933,1938-39) si concentrarono sui livelli di età neo-ittita e successivi. Dal 1961 ha ripreso le indagini nel sito la missione archeologica italiana nell'Anatolia orientale, giungendo a definire le linee essenziali della sequenza degli aspetti culturali ivi rappresentati.
I più antichi aspetti culturali documentati appaiono chiaramente legati all'ambiente siro-mesopotamico. Ceramica dipinta tipo Ubaid è apparsa alla base di sondaggi effettuati da C. F. A. Schaeffer prima dell'inizio degli scavi della missione italiana. Questi ultimi scavi hanno permesso di definire il successivo aspetto culturale del Tardo Calcolitico (seconda metà del 4° millennio) che appare connesso con la fase F nella sequenza stabilita dal Braidwood nell'area dello Amuq e corrispondente al fiorire di Uruk in Mesopotamia. I sette livelli di questo periodo attestano il susseguirsi di varie strutture in mattoni crudi, spesso con l'intonaco parietale recante tracce di decorazione dipinta; frequentemente si rinvengono sepolture sotto i piani pavimentali, con il defunto posto entro vasi nei livelli inferiori, a semplice inumazione e talvolta con corredo nei livelli superiori. Nella ceramica predominano classi caratterizzate da impasto ottenuto con aggiunta di paglia triturata e dall'uso almeno parziale del tornio; frequente l'ingubbiatura rossa brunita. Si tratta della più antica produzione in serie nel settore della ceramica e la presenza di probabili marchi da vasaio ben s'inquadra in tale contesto. Nell'industria litica sono caratteristiche piccole punte di freccia di ossidiana, materia importata da vari giacimenti dell'Anatolia orientale. Una serie di elementi quali sigilli, aghi in osso, figurine di animali in terracotta o pietra, comprovano le connessioni di Arslantepe con l'ambiente siro-mesopotamico.
Su questa base culturale si sviluppa l'aspetto della prima fase del Bronzo antico I (fine del 4°-inizi del 3° millennio), collocabile tra la fine di Uruk e l'inizio del Protodinastico rispetto alla sequenza classica mesopotamica. Lo scavo ha messo in luce per quanto riguarda questo periodo la successione stratigrafica di quattro edifici, presumibilmente a carattere pubblico, ognuno dei quali contraddistinto da caratteristiche planimetriche, strutturali o anche decorative salienti. Si tratta di edifici a più ambienti, funzionalmente connessi, i cui muri di mattoni crudi sono comunemente di rilevante spessore e dotati di fondazioni e zoccoli in pietra. Frequenti le nicchie e l'intonaco parietale dipinto in rosso o in bianco. Nel più recente di questi edifici si può riconoscere una struttura templare, contraddistinta da una cella a pianta rettangolare con podio centrale e vaschetta per sacrifici, comunicante con ambienti adibiti a magazzini; sulle pareti si osserva una ricca decorazione plastica e dipinta. Tra la ceramica, nella gran maggioranza realizzata con l'uso del tornio veloce, prevalgono quantitativamente tipi di ciotole prodotte in massa e compaiono elementi con chiara affinità mesopotamica quali la decorazione a "ingubbiatura risparmiata", i versatoi tubolari ricurvi e le quattro piccole prese forate. In particolare si notano connessioni con siti dell'alto Eufrate. L'industria litica sembra indirizzarsi verso una produzione specializzata di lame di selce per falcetti. Una serie di impronte di sigillo documenta una glittica particolarmente sviluppata. In uno degli edifici che precedono il tempio sono stati trovati 22 oggetti di metallo (le prime analisi eseguite indicano la possibilità che si tratti di bronzo arsenicale) comprendenti nove spade, dodici punte di lancia e una probabile fibbia a quadrupla spirale. Una delle spade ha l'impugnatura riccamente decorata con intarsi di lamina d'argento e altre due, in misura ridotta, mostrano la stessa decorazione. Tale trovamento porta nuove informazioni sia relativamente allo sviluppo della metallurgia dal punto di vista cronologico e tecnologico, sia, attestando per la prima volta la presenza della spada in ambiente mesopotamico protourbano, su particolari forme di combattimento organizzato.
Con la seconda fase del Bronzo Antico I s'interrompe la tradizione protourbana d'impronta mesopotamica e si afferma un aspetto culturale tipicamente est-anatolico il cui sviluppo continua fino alla fine del 3° millennio (Bronzo Antico II e III). Durante il Bronzo Antico III le abitazioni sono fornite di focolari e magazzini, la ceramica è fatta a mano e si realizzano vasi sia a superficie nerolucida sia con decorazione dipinta, spesso policroma, su fondo chiaro. Presenti attrezzature specifiche per l'attività metallurgica, quali crogioli e forme di fusione. Sono provate relazioni tra questo aspetto anatolico e il contemporaneo "impero" accadico.
L'affermazione dell'influenza ittita si nota nell'aspetto del Bronzo Tardo I (circa 1500-1300 a. C.): ciò è attestato, oltre che nella produzione ceramica, nella costruzione di una monumentale porta urbica fiancheggiata da due torri a pianta rettangolare, secondo un modello architettonico tipicamente ittita.
Nell'ultima parte del periodo ittita imperiale (Bronzo Tardo II) ad Arslantepe si hanno testimonianze salienti di architettura come la cosiddetta Porta Imperiale, con camera centrale e accessi verso l'interno e verso l'esterno, di un tipo ben noto nell'Anatolia centrale, e una galleria a falsa volta costruita con grandi blocchi di pietra, mostrante forti affinità strutturali con le postierle centro-anatoliche di Alisar e Boǧazköy.
Al più recente periodo neo-ittita (1200-700 a. C.) apparteneva il complesso monumentale della cosiddetta Porta dei Leoni, fiancheggiata da due figure di leoni scolpite in rilievo ma con teste emergenti a tutto tondo, e con rilievi inseriti nei muri che la delimitavano.
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