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MALAYSIA

di Peris Persi, Giorgio Borsa - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)
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MALAYSIA

Peris Persi
Giorgio Borsa

. Stato federale (332.995 km2 con 11.900.000 ab. nel 1975) dell'Asia meridionale, associato al Commonwealth; capitale Kuala Lumpur (451.000 ab. nel 1970).

Si è costituito il 16 settembre 1963, in seguito alla fusione della parte continentale (Federazione della Malesia) con Singapore (poi separatosi il 9 agosto 1965), con il Sabah e il Sarawak, posti nel Borneo settentrionale. Si compone di 13 stati, ognuno con proprio apparato legislativo ed esecutivo, con governo federale e parlamento centrale, residenti nella capitale. Il problema di fondo resta quello di una società multirazziale, composta, a parte i gruppi minori, di Malesi (46,8%), Cinesi (34%), e Indiani (9%), cui corrisponde una spaccatura profonda nelle attività economiche (ai Malesi l'apparato politico-amministrativo e il settore primario; ai Cinesi quello commerciale-industriale; agl'Indiani la funzione di serbatoio di manodopera generalmente poco qualificata), nelle culture, nella lingua (il malese è lingua nazionale, ma i Cinesi parlano dialetti della Cina meridionale e gl'Indiani il Tamil), nella religione (musulmana per i Malesi, buddista e taoista per i Cinesi, induista o musulmana per gl'Indiani), nei costumi e, persino, nelle tradizioni alimentari. La divisione dei poteri e dei campi di attività crea inevitabilmente ghetti sociali con reciproca diffidenza ed esclusione, elementi che non lasciano prevedere come prossima l'integrazione sociale, nonostante i tentativi compiuti anche per mezzo di piani di sviluppo; con questi si sono compiuti considerevoli progressi nel campo economico, almeno rispetto agli altri paesi del Sud-Est asiatico, ma le fratture tra le comunità etniche ne sono risultate allargate, mentre il divario tra società urbana (in gran parte cinese) e società rurale (prevalentemente malese) si è accresciuto. Per il timore di una prevalenza numerica cinese è stato deciso prima di operare restrizioni sul diritto di cittadinanza, poi di demandare al capo della federazione (attualmente Abdul Halim Mu'azam Shah, sultano del Kedah) il potere di nominare membri elettivi al Parlamento in maniera da garantire costantemente una maggioranza malese. L'84,3% degli abitanti risiede nella M. occidentale, cioè nella parte continentale, il 6,3% nel Sabah e il 9,4% nel Sarawak, costituenti la M. orientale. Nella prima il tasso di accrescimento annuo è di 2,4% (1963-72), la natalità è di 33,8‰, la mortalità di 7,3‰, ma la mortalità infantile è ancora assai alta (40,8‰ nel 1970). Più elevato è lo sviluppo demografico nei due stati del Sabah e del Sarawak dove nell'ordine si raggiungono il 3,7% e il 3,4% (1963-72). Accanto alle tradizionali colture (riso, manioca, palma da cocco, ecc.) si stanno sempre più estendendo le piantagioni di palma da olio (11.350.000 q di olio nel 1975), che per certi versi sembrano voler soppiantare quelle di caucciù (1.563.600 t nel 1976), e le piantagioni di frutta tropicale, banane e ananas soprattutto. Le piantagioni vengono via via ammodernate ed estese sotto la guida di uno speciale organismo, la Federal Land Development Authority. Lo stagno continua a essere la principale produzione del paese, i maggiori giacimenti si trovano lungo il versante occidentale della catena montuosa centromalese presso Ipoh e Kuala Lumpur. Nel 1976 la quantità di stagno estratta è stata di 63.396 t (primo posto nel mondo). Giacimenti di ferro si trovano nel Terengganu, presso Dungun e nel Pahang: 270.000 t di metallo. È recente la scoperta e lo sfruttamento di petrolio nel Sarawak, per t 4.339.200. Le zone industriali sono in aumento: da quelle di Penang e Butterworth (fonderie, cantieri navali, oleifici) a quella di Kuala Lumpur, lungo l'autostrada che conduce all'aeroporto (officine meccaniche, industrie gommifere, saponifici) e a Port Kelang che si propone oggi come alternativa al porto di Singapore, ormai soprassaturo. Altri distretti industriali si trovano nel Sarawak, a Lutong (raffinerie di petrolio), a Kuching (impianti tessili, saponifici, fonderie di antimonio) e a Sibu (manifatture di tabacco).

Le linee ferroviarie hanno raggiunto nel 1972 la lunghezza di 2163 km; le strade 18.100 km nel 1973, di cui sono asfaltati 15.786 km.

Bibl.: D. Künhe, Malaysia: ethnische, soziale und wirtschaftliche Strukturen, Paderborn 1970; V. Kanapathy, The Malaysian economy: problems and prospects, Singapore 1970; Yong-Leng Lee, Population and settlement in Sarawak, ivi 1970; G. Myrdal, Saggio sulla povertà di undici paesi asiatici, Milano 1971; Department of statistics Malaysia, 1970 Population and Housing Census of Malaysia, Kuala Lumpur, 1972; id., Monthly statistical Bulletin of West Malaysia, dic. 1975; P. Persi, La politica di piano nel contesto socio-geografico della Malaysia occidentale, in Studi Urbinati, Nuova Serie A, 1975; id., Le comunicazioni in un paese del sud est asiatico: la Malaysia occidentale, in La Geografia nelle scuole, XXI (1976); id., La produzione di gomma naturale nella penisola malese: aspetti geografici e problemi, in Boll. Soc. Geogr. Ital., s. X (1976); id., Strutture agrarie della gomma nella Malaysia Occidentale, in Riv. Geogr. Ital., LXXXIII (1976).

Storia. - L'idea di dar vita a una federazione comprendente l'Unione malese, Singapore e le colonie britanniche del Borneo, cioè Sarawak, Borneo settentrionale (Sabah) e Brunei, fu avanzata per la prima volta dal primo ministro malese il Tunku Abdul Rahman il 26 maggio 1961. Gl'Inglesi appoggiarono la proposta se non l'ispirarono. La federazione appariva un modo per impedire che la concessione dell'indipendenza a Singapore lasciasse quella importante posizione esposta all'influenza comunista, essendo la grande maggioranza della popolazione (oltre il 75%) costituita da Cinesi; o che la sua integrazione nella sola M. modificasse in questa il già precario equilibrio tra Cinesi e Malesi. La nascita del nuovo stato fu proclamata il 16 settembre 1963, dopo che furono vinte le opposizioni interne provenienti soprattutto dai Cinesi di Singapore e le riserve opposte dalle Filippine (accordo di Manila del 15 agosto 1963), che rivendicavano antichi diritti sul Borneo settentrionale. Non poterono essere superate le difficoltà frapposte da Brunei, che preferì non aderire, e l'ostilità dell'Indonesia, che nei mesi seguenti si manifestò con aiuti ai guerriglieri nazionalisti del Borneo settentrionale e con incursioni di commandos su quelle coste. Anche l'opposizione indonesiana venne però meno con l'esautoramento di Sukarno (accordo di Giakarta dell'agosto 1966). Il maggior problema del nuovo stato si rivelò, com'era prevedibile, la difficile convivenza tra i gruppi etnici malese e cinese. Questa portò nel 1965 alla secessione di Singapore, a cui però non furono estranei anche motivi economici e la rivalità tra il Tunku e il primo ministro di Singapore, Lee Kwan Yew, il cui partito di Azione popolare si pose in concorrenza con l'Alleanza malese. Quest'ultima vinse 89 seggi su 104. Nei cinque anni della legislatura l'Alleanza perdé molto del suo seguito, avendo la politica di collaborazione tra gruppi etnici scontentato sia i conservatori malesi favorevoli a una malesizzazione integrale sia i cinesi che accusavano il Tunku di praticare una "malesizzazione strisciante". Nelle elezioni del 10 maggio 1969 l'Alleanza conservò una maggioranza strettissima (76 seggi su 144). Le elezioni furono seguite da violenti disordini razziali, che causarono tra il 12 e il 15 maggio circa 300 morti. Il Parlamento fu sospeso e venne proclamato lo stato di emergenza. Il 22 settembre 1970 Abdul Rahman si ritirò, lasciando la carica di primo ministro al suo vice Tun Abdul Razak. Il 20 febbraio 1971 fu riaperto il Parlamento e le tensioni razziali si attenuarono, anche per il miglioramento della situazione economica dovuto al successo del secondo piano quinquennale, ma soprattutto all'aumento di prezzo delle materie prime sul mercato mondiale. Nelle elezioni del 24 agosto 1974 il Fronte nazionale (che aveva sostituito l'Alleanza includendo due partiti d'opposizione) riconquistò la maggioranza di due terzi che aveva prima della crisi. In politica estera la M. ha seguito una politica di neutralità e di accordi regionali. Nel 1967 ha costituito con l'Indonesia, le Filippine, la Thailandia e Singapore l'ASEAN (Association of South East Asia Nations), scarsamente vitale anche per il riaccendersi nel 1968 della controversia con le Filippine; e il 15 aprile 1971 ha stretto accordi di difesa con Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda e Singapore. Dopo il riavvicinamento cino-americano e il disimpegno americano dal sud-est asiatico, la M. si è riavvicinata alla Cina. Nel maggio 1974 Abdul Razak si è recato a Pechino e la M. è stato il primo stato dell'ASEAN a riconoscere la Repubblica popolare cinese.

Bibl.: Ronald McKie, The emergence of Malaysia, New York 1963; Wang Gungwu, Malaysia, Londra 1964; H. Miller, The story of Malaysia, ivi 1965; K. J. Ratnam, Communalism and the political process in Malaya, Kuala Lumpur 1965; Victor Purcell, Malaysia, Londra 1965; R. S. Milne, Government and politics in Malaysia, Boston 1967.

Vedi anche
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