Mali
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Geografia umana ed economica
di Riccardo Martelli
Stato interno dell'Africa nord-occidentale. La popolazione ammontava a 9.790.492 ab. al censimento del 1998 e a 13.518.000 secondo stime del 2005. Tale rilevante incremento è avvenuto nonostante un saldo migratorio fortemente negativo (−6,6% nel 2005), ed è dovuto a un tasso di natalità che è tra i più alti dell'Africa (50%) e che non tende a diminuire (era il 51,9% nel 1995). Il perdurare di una situazione di forte disagio sociale e di grave arretratezza economica è confermato anche da altri indicatori, come la mortalità infantile, l'analfabetismo, la speranza di vita alla nascita. La densità media rimane molto bassa, ma va rilevato che il 90% della popolazione è concentrato nella sezione meridionale del Paese. Il tasso di urbanizzazione è modesto (32,3% nel 2003), e l'unica vera città è la capitale Bamako, nel cui agglomerato risiedevano, sempre nel 2003, circa 1.264.000 abitanti.
Nel 2002 la FAO stimava che il 64% della popolazione del Paese vivesse sotto la soglia di povertà, e nel 2004 l(Human Development Index) dell'ONU lo ha collocato al 175° posto (su 177 Paesi considerati). Persino all'interno dell'Africa il M. si trova in posizione di marginalità: nel 2004 il suo reddito pro capite era meno della metà di quello medio della parte subsahariana del continente. L'economia dipende in larga misura dagli aiuti delle organizzazioni internazionali, ed è ancora prevalentemente basata sull'agricoltura. Il comparto occupava nel 2003 l'80% circa della popolazione attiva; il suo principale prodotto commerciale è il cotone, di cui il M. è il secondo fornitore africano dopo l'Egitto. Ma tale coltivazione appare vulnerabile a diversi fattori: le fluttuazioni climatiche, il costante progredire verso sud del limite del deserto, le periodiche invasioni delle cavallette (particolarmente grave quella del 2003-04, la peggiore dopo quella del 1987-88). Infine il cotone subisce da un anno all'altro sensibili variazioni di prezzo sui mercati mondiali, e nel complesso il prodotto maliano è poco competitivo. L'industria, peraltro molto limitata (occupava nel 2003 appena il 3% della forza lavoro), tratta essenzialmente prodotti provenienti dall'agricoltura.
Migliori prospettive sembrano offrire le risorse minerarie; in particolare l'oro, di cui il M. è dal 2000 il terzo produttore africano, dopo la Repubblica Sudafricana e il Ghana: nel 2002 esso contribuiva per il 12% al PIL e per il 67% alle esportazioni. Diverse compagnie multinazionali hanno effettuato consistenti investimenti nel settore a partire dal 1998, e, nonostante un calo della produzione negli anni 2002-2005, si prospetta la possibilità che il M. diventi in un prossimo futuro il maggiore fornitore africano di questo minerale.
Storia
di Emma Ansovini
Nei primi anni del nuovo secolo il M. non sembrava aver risolto i problemi e le contraddizioni che lo caratterizzavano da oltre un decennio. Frammentazione politica e fluidità nelle alleanze tra i partiti continuavano a rendere precaria la stabilità dei governi. Lo stesso processo di democratizzazione, avviato nel 1991 dal generale A.T. Touré, con un colpo di Stato militare seguito però l'anno successivo da elezioni multipartitiche, presentava forti elementi di ambiguità. All'attivismo della società civile, con la moltiplicazione di giornali, radio indipendenti, associazioni e scuole popolari, faceva infatti riscontro una scarsa partecipazione della cittadinanza agli istituti della democrazia, e in particolare all'esercizio del voto. In tutte le tornate elettorali la percentuale dei votanti non superò mai il 30% degli aventi diritto, se si escludono il primo turno delle presidenziali del 2002 e le amministrative del maggio 2004, quando si attestò intorno al 40%. Critici erano anche i rapporti tra le numerose comunità, sempre in bilico tra scontro e dialogo. Se la situazione più grave, quella dei Tuareg, si era risolta con gli accordi del 1996, conflitti e tensioni continuavano sporadicamente a esplodere sul controllo delle risorse idriche e dei pascoli.
Il secondo mandato del presidente della Repubblica A.O. Konaré (eletto nel 1992 e di nuovo nel 1997) fu caratterizzato dal persistere di forti elementi di instabilità politica e di crisi sociale, culminati nell'estate del 1999 in uno sciopero generale, che coinvolse il settore pubblico e quello privato, portando infine alle dimissioni del primo ministro e a successivi e ripetuti rimpasti nella compagine governativa. Nell'aprile-maggio 2002 si tennero le elezioni presidenziali, che videro la partecipazione di ben 24 candidati, a testimoniare ancora una volta della frammentazione politica del Paese, e il ritorno sulla scena politica di Touré. Presentatosi come candidato indipendente, Touré, che aveva ricevuto l'appoggio di un ampio fronte di partiti, sconfisse al secondo turno il suo avversario S. Cissé, sostenuto da Alliance pour la démocratie au Mali (ADEMA), il partito tradizionalmente maggioritario nel Paese. Le elezioni legislative del luglio 2002 registrarono l'affermazione di Espoir 2002, un raggruppamento di numerosi partiti nazionali e locali, che conquistò 66 seggi su 147. ADEMA, insieme alle forze collegate, ottenne 51 seggi, mentre Convergence pour l'alternance e le changement, la coalizione che si richiamava esplicitamente a Touré, ebbe soltanto 10 seggi (divenuti 19 grazie all'adesione di deputati indipendenti). Nello stesso mese si concluse con l'uscita di prigione, dopo la grazia concessa dal presidente Konaré alla fine del suo mandato, la lunga vicenda giudiziaria dell'ex dittatore M. Traoré, cominciata nel 1993 con una condanna a morte per omicidio, poi commutata in ergastolo nel dicembre 1997, cui si era aggiunta una nuova condanna a morte nel gennaio 1999 per crimini economici, anch'essa commutata in ergastolo nel settembre dello stesso anno.
La larga popolarità del nuovo presidente e la formazione di un governo di unità nazionale (ott. 2002) non furono tuttavia sufficienti per risolvere i problemi del Paese. La situazione politica rimase instabile, mentre scontri etnici e un nuovo sciopero generale (ott. 2003) confermavano una realtà sociale contrassegnata da forti tensioni. Ad acuirle contribuiva l'andamento incerto dell'economia, che subiva a partire dal 2002 la caduta dei prezzi del cotone e la flessione della produzione aurifera, e risentiva negativamente della crisi nella vicina Costa d'Avorio, che provocava il rimpatrio di emigranti maliani e la chiusura dei porti utilizzati dal M. per i suoi commerci. In politica estera il M. continuò da un lato a svolgere un ruolo di mediazione nei conflitti regionali, rafforzando la posizione adottata negli anni Novanta, dall'altro, oltre ai consolidati rapporti con la Francia, allargò quelli con gli Stati Uniti, che consideravano l'islamico M. un Paese importante nell'ambito della loro strategia di lotta al terrorismo.