malthusianesimo
Dottrina economico-sociale elaborata dall’inglese Thomas Robert Malthus (1766-1834) nell’opera An essay on the principle of population as it affects the future improvement of society (1798; trad.it. Saggio sul principio della popolazione). Per estensione, qualsiasi teoria che attribuisca la causa della povertà all’asimmetria tra crescita della popolazione e sviluppo dei mezzi di sussistenza, e proponga quindi forme di controllo demografico.
In polemica con i teorici della perfettibilità (Condorcet e soprattutto il connazionale W. Godwin, autore nel 1793 dell’Enquiry on political justice) e con i riformatori sociali, Malthus sostiene che la povertà non è il risultato di una cattiva organizzazione sociale, ma del naturale squilibrio tra popolazione e mezzi di sussistenza. Mentre la popolazione, infatti, aumenta secondo una progressione geometrica (che in assenza di impedimenti porterebbe al suo raddoppio ogni 25 anni), i mezzi di sussistenza crescono secondo un progressione aritmetica. Tale squilibrio è la vera e ineliminabile causa della miseria delle classi inferiori: esso è limitato da una serie di freni ‘repressivi’ o naturali (carestie, epidemie, guerre) che riducono la popolazione, ma aumenta ogni qualvolta tali freni si ‘allentano’ o quando lo Stato interviene con provvedimenti di tipo assistenziale (come le Poor laws). Tali provvedimenti – migliorando le condizioni di vita dei poveri – determinano un aumento delle nascite e, con esso, una crescita della miseria. Secondo Malthus l’unico rimedio alla miseria, in alternativa ai «freni naturali», sono i «freni preventivi o morali», ossia l’educazione alla limitazione delle nascite, da ottenersi tramite la castità prematrimoniale e i matrimoni tardivi. Il m. – che ebbe larga diffusione e fu accolto dagli economisti ricardiani – fu criticato sia dai mercantilisti, che vedevano nella crescita demografica una delle cause della ricchezza dello Stato, sia dai socialisti (e soprattutto da Marx), che gli imputavano di attribuire a cause naturali ciò che dipendeva in realtà dall’assetto economico-sociale del capitalismo.