MALVASIA (A. T., 82-83)
Nome italiano dell'attuale Monemvasía ("luogo con un solo accesso"), piccola isola rupestre con circa 6 km. di perimetro, sulla costa orientale del Peloponneso (Laconia; eparchia di Epidauro Limērá; Malvasia occupa il luogo che in antico aveva questo nome), unita alla terraferma da un terrapieno (fino al sec. XVIII un ponte), e comprendente un centro abitato che nel 1918 contava 638 ab. (483 nel 1920). Nel basso Medioevo vi fu eretta una fortezza, tenuta dai Veneziani, che interessava le comunicazioni fra l'Adriatico, le Cicladi e Creta. Ma l'isola divenne nota specie come centro di raccolta e d'esportazione del vino delle Cicladi e di Creta; sicché malvasia divenne il nome d'una speciale qualità di vino dolce e aromatico. Sono interessanti i resti delle fortificazioni veneziane e le chiese, in alcune delle quali è sensibile l'influsso dell'arte veneta.
Storia. - Malvasia ebbe importanza strategica per la sua posizione dominante la penisola di Morea, tra il mare Cretese e lo Ionio. L'imperatore Maurizio l'eresse ad arcivescovato autocefalo; Alessio Comneno e Andronico II Paleologo concessero agli abitanti particolari privilegi. La possedette, dopo lungo assedio, dal 1248, Guglielmo II di Villehardouin, al quale la tolse con la forza Michele Paleologo neI 1263. I Veneziani se ne impadronirono con una grossa armata nel 1463, ma la perdettero nella guerra contro i Turchi (1537-40). Nel 1688 fu bombardata senza effetto dalle navi di F. Morosini. Nel giugno del 1690 fu bloccata e stretta di assedio dall'armata di Girolamo Cornaro rinforzata da navi pontificie e di Malta, sinché, il 12 agosto, Malvasia capitolò e ne uscirono 300 soldati turchi e 900 borghigiani islamiti. Nel 1714, essendo provveditore della Morea Girolama-Dolfin, anche Malvasia, assalita dai Turchi, si arrese. I Greci se ne impadronirono nel 1821, e l'anno seguente vi si tenne la prima assemblea nazionale.
Bibl.: A. Valiero, Historia della guerra di Candia, Venezia 1679; K. Papamichalópoulos, ‛Η πολιορκία καὶ ἡ ἅλωσις τῆς Μονεμβασίας, Atene 1874; N. A. Bees, Τὸ περὶ τῆς Μονεμβασίας Χρονικον, Atene 1906 (sulle origini di M.). Per i monumenti: R. Traquair, in Annual of British School, XII (1905), p. 270 segg.; W. Miller, in Journal of Hellenic Studies, XXVII (1907), p. 229 e segg.