AQUILIO, Manio (M′. Aquilius M′. f. M′. n.)
Console nel 129, ebbe l'incarico di condurre a fine la guerra in Asia, ove già M. Perpenna, console nel 130, aveva fatto prigioniero il ribelle Aristonico, morendo poi improvvisamente a Pergamo. Aquilio costrinse alla resa le ultime città ribelli, e quindi, assistito da una commissione di dieci senatori, fissò i confini e l'ordinamento della nuova provincia d'Asia. Lapidi miliari con il suo nome trovate sulle vie da Efeso a Pergamo e a Sardi, testimoniano i lavori stradali da lui fatti eseguire (Corp. Inscr. Lat., I, 2a edizione, nn. 647-651). Egli attribuì la Frigia maggiore, pretesa da Nicomede re di Bitinia e da Mitridate Filopatore re del Ponto in premio dei loro servigi, a quest'ultimo. Resse l'Asia come proconsole fino al 126, ed ebbe quindi in Roma il trionfo; ma poco dopo (prima del 123) fu accusato d'essersi lasciato corrompere da Mitridate, e, nonostante la palese sua colpevolezza, scandalosamente assolto. Tuttavia il senato annullò le decisioni di Aquilio.
Bibl.: E. Klebs, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, col. 323; A. H. J. Greenidge, A History of Rome, Londra 1904, p. 182 seg.; V. Chapot, La prov. rom. proconsulaire d'Asie, Parigi 1904, p. 13 seg.