Cancógni, Manlio. - Giornalista e scrittore (Bologna 1916 - Marina di Pietrasanta 2015). Collaboratore di giornali e periodici (fra cui L'Europeo, Il Mondo, L'Espresso), soprattutto con servizî e inchieste sulle condizioni politico-sociali e sul costume di varî paesi, a cominciare dall'Italia, è stato direttore, per alcuni anni a partire dal 1967, de La fiera letteraria.
Ha pubblicato varî racconti e romanzi in cui a un caustico spirito d'osservazione e a un vivo senso del "documento" si accompagna una sottile vena lirico-elegiaca: La carriera di Pimlico, 1956; L'odontotecnico, 1957; Una parigina, 1960; Parlami, dimmi qualcosa, 1962; La linea del Tomori, 1965; Azorin e Miró, 1968; Il ritorno, 1971; L'amore lungo, 1976; Il latte del poeta, 1977; Perfidi inganni, 1978; Nostra Signora della Speranza, 1980; La coincidenza, 1984; Quella strana felicità, 1985; Il genio e il niente, 1987. Con lo pseudonimo di Giuseppe Tugnoli ha pubblicato Adua (1977) e Al sole di settembre (1980). La successiva produzione di C. ha continuato ad essere caratterizzata dal suo sguardo documentaristico e puntuale sulla realtà descritta, ma lo stile giornalistico e asciutto è arricchito da un orientamento più intimista e riflessivo: di questa produzione, i titoli più recenti sono L’impero degli odori (2001); Gli scervellati. La seconda guerra mondiale nei ricordi di uno di loro (2003); Sposi a Manhattan (2005); Caro Tonino (2006); L'ultimo viaggio di Mussolini (2008), raccolta di articoli scritti da C. per L'Espresso nel 1957; La sorpresa. Racconti 1936-1993 (2009); La cugina di Londra (2011); Toro delle meraviglie (2012); Così parlò Carpendras (2013); Tutto mi è piaciuto (2013); il testo autobiografico Il racconto più lungo (2014); il romanzo inedito scritto negli anni Novanta Il trasferimento (postumo, 2015).