GIARRIZZO, Manlio
Nacque a Palermo il 3 genn. 1896 dal pittore Carmelo e da Elisa Huber. Compiuto il primo apprendistato sotto la direzione del padre, frequentò l'Istituto d'arte di Palermo, diretto da Alessandro Morani e, ancora molto giovane, lavorò nel campo dell'arredo decorativo.
Sebbene in seguito si fosse dedicato soprattutto alla pittura, per più di un decennio, dal 1921 al 1932 circa, egli ricoprì il ruolo di direttore dell'ufficio tecnico della ditta Ducrot; nel 1928, inoltre, alcuni suoi studi di architettura vennero premiati con la medaglia d'oro alla Mostra di arti decorative tenutasi a Taormina.
Insieme con Pippo Rizzo, Giovanni Varvaro, Alfonso Amorelli e altri artisti palermitani, nel 1924 il G. diede vita al gruppo "Artisti siciliani indipendenti" e al periodico Aretusa. L'anno seguente fece la sua prima esperienza espositiva partecipando alla Mostra d'arte primaverile siciliana, allestita al teatro Massimo di Palermo, dove presentò La notte (che rivela forti suggestioni simboliste), L'albero e Cose (ubicazione ignota), un nudo femminile in un interno che, secondo Troisi, evidenzia "la suggestione di Felice Casorati" (p. 11, fig. 1). Del 1927 è uno dei suoi dipinti più noti, L'imbronciata (Palermo, collezione Tessitore), appartenente a un gruppo di opere "di matrice impressionista, dai contorni netti e da larghe stesure cromatiche, immersa in un'atmosfera assorta e inquietante" (Barbera) che connotano la sua fase iniziale.
Nel 1928 partecipò alla I Mostra siciliana di pittura, scultura e bianco e nero, organizzata a Palermo dal Sindacato fascista di belle arti e l'anno seguente - in occasione della medesima rassegna, nuovamente allestita a Palermo - ebbe una sala personale dove presentò tredici dipinti tra cui Primavera, che venne acquistato per la Galleria civica d'arte moderna palermitana, dove si conserva; da questo momento, il G. prese parte ininterrottamente alle sindacali regionali siciliane - sino alla settima del 1936, a Siracusa - sia come espositore sia, talvolta, come componente della giuria di accettazione. Sempre nel 1929 fece parte dell'eterogenea compagine di diciotto giovani artisti siciliani (Troisi, p. 15) che, riuniti da Rizzo, esposero alla Camerata degli artisti di Roma. L'anno seguente il G. venne invitato per la prima volta alla XVII Esposizione internazionale d'arte di Venezia, dove presentò due opere; e nel 1931 prese parte con un solo dipinto alla I Quadriennale di Roma (nel 1935 vi partecipò con quattro lavori). Con Albalcone, Passeggiata ed Estate (ubicazione ignota) partecipò alla Biennale veneziana del 1932, appuntamento che lo vide spesso presente in seguito: nel 1934, con Il Duce a Littoria; nel 1936; nel 1942, con ben diciassette opere; quindi ancora nel 1950 e nel 1952.
Oltre alla rassegna ufficiale di Venezia, sempre nel 1932 il G. fu con V. Corona, A. Bevilacqua, G. Castro, R. Guttuso e Mimì Lazzaro uno dei "Sei pittori siciliani" che esposero in una mostra alla galleria Milione di Milano; portata avanti da V. Ghiringhelli e dai suoi fratelli, la galleria offrì a questi pittori l'occasione per mostrare il proprio lavoro in un contesto culturale attento al lavoro dell'arte d'avanguardia, italiana ma anche straniera.
Sempre nel 1932, alla Sindacale regionale tenutasi a Catania, il G. propose, oltre a due quadri, la scultura Chitarrista (ubicazione ignota: ripr. in Troisi, p. 6, fig. 12), una delle poche prove plastiche note dell'artista. Nel 1933 partecipò alla prima delle tre mostre del Sindacato di belle arti allestite su base nazionale, a Firenze, dove, in rappresentanza della Sicilia, espose un non meglio noto Paese.
Nel 1934 il G. divenne professore incaricato di decorazione all'Accademia di belle arti di Palermo. Tenne l'incarico sino al 1936. Nel 1937 divenne docente di scenografia presso l'Accademia di belle arti a Napoli, dove da questo momento si stabilì.
Nel dicembre dello stesso 1937 espose alla Mostra di sessanta artisti italiani, allestita alla galleria Mediterranea di Palermo. Nel 1939 a Roma gli venne riservata una sala personale (propose venticinque dipinti) alla III Quadriennale d'arte nazionale (dove tornò a esporre anche in occasione della successiva edizione del 1943). Nel 1940 e nel 1942 prese parte, a Napoli, alla X e alla XII Mostra d'arte interprovinciale del Sindacato campano. La sua presenza a Napoli è testimoniata, tra l'altro, dal dipinto Pensione Bel Soggiorno - conservato presso la Galleria dell'Accademia di belle arti - che venne eseguito nel 1948 e proposto nello stesso anno, insieme con una non meglio nota Natura morta, nell'ambito della V Quadriennale romana, la prima del dopoguerra, allestita presso la Galleria nazionale d'arte moderna con il titolo Rassegna nazionale di arti figurative. Nel 1953 il G. prese parte a Roma alla Mostra dell'arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia esponendo Caccia al cinghiale (Roma, Galleria nazionale d'arte moderna). Nel novembre del 1955 si inaugurò nella capitale la VII Quadriennale; e il G. vi prese parte con cinque dipinti, presentato in catalogo da un testo di Costanza Lorenzetti.
Il G. morì a Firenze il 13 giugno 1957.
L'anno seguente gli venne dedicata una mostra retrospettiva, allestita nell'ambito della XXIX Biennale di Venezia, che, curata da L. Venturi, propose opere degli anni Cinquanta attraverso le quali il lavoro del G. si dimostra orientato verso l'informale. Dipinti del G. si trovano conservati, tra l'altro, presso le gallerie civiche d'arte moderna di Roma (Francesca, un olio su tela non datato), di Milano (Sorelle, olio su tela, 1936) e di Torino (Ballerina, tempera, 1955).
Fonti e Bibl.: F. Meli, La R. Accademia di belle arti di Palermo, Firenze 1941, p. 131; C. Lorenzetti, L'Accademia di belle arti di Napoli (1752-1952), Firenze 1954, pp. 332 s., 339; Id., in VII Quadriennale nazionale d'arte di Roma (catal.), Roma 1955, pp. 154-156; L. Venturi, in XXIX Esposizione internazionale d'arte di Venezia (catal.), Venezia 1958, pp. 45 s.; L. Mallé, Museo civico di Torino. I dipinti della Galleria d'arte moderna, Torino 1968, p. 183; F. Grasso, Artisti di Sicilia, Palermo 1969, p. 56; A. Caputi - R. Mormone - R. Causa, La Galleria dell'Accademia di belle arti di Napoli, Napoli 1971, p. 110; L. Caramel - C. Pirovano, Musei e gallerie di Milano. Galleria d'arte moderna. Opere del Novecento, Milano 1974, p. 40; E. Di Stefano, Le arti figurative, in Palermo 1900 (catal.), Palermo 1981, pp. 206, 268; I pittori dell'Ottocento in Sicilia nelle collezioni del Banco di Sicilia (catal.), Palermo 1983, p. 9; G. Frazzetto, Solitari come nuvole. Arte e artisti in Sicilia nel '900, Catania 1988, pp. 67, 92, 96 s., 128, 180; M. Venturoli, M. G., Napoli 1988; Pittori siciliani dell'800 e del primo '900 (catal., La Persiana), a cura di F. Grasso, Palermo 1989, p. 21, tav. 37; M.A. Fusco, La pittura del primo Novecento nel Meridione, in La pittura in Italia. Il Novecento/1 (1900-1945), Milano 1992, I, pp. 607, 614; G. Barbera, ibid., II, p. 911; A. Barricelli, in L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, II, Palermo 1993, pp. 231 s.; Novecento Italiano. Opere e mercato di pittori e scultori. 1900-1945, a cura di M. Agnellini, I, Milano 1994, p. 148; II, ibid. 1995, p. 130; Arte in Sicilia negli anni Trenta (catal., Marsala), a cura di S. Troisi, Napoli 1996, pp. 6, 11, 13, 15 s., 109-112; La questione siciliana. Temi della cultura artistica del '900 (catal.), a cura di G. Frazzetto, Catania 1997, pp. 51, 117; Novecento italiano. Pittori e scultori (1900-1945). Opere e mercato, 1997-1998, a cura di M. Agnellini, Milano 1997, p. 108; F. Grasso - I. Bruno, Nel segno delle Muse. Il Circolo artistico di Palermo, Palermo 1998, p. 64; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrhunderts, II, pp. 238 s.; A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani…, II, Milano 1972, p. 1466.