MURET, Marc-Antoine (Muretus)
Umanista francese, nato a Muret, presso Limoges, il 12 aprile 1526, morto a Roma il 4 giugno 1585. La sua vita, trascorsa nell'insegnamento, dapprima in Francia, donde dovette fuggire perché accusato di pratiche immorali e scandalose, poi in Italia, è di stampo tipicamente umanistico. Lesse, nella scuola arcivescovile di Auch (1544), Cicerone e Terenzio, incoraggiato dallo Scaligero; passò poi a Bordeaux (1547), dove ebbe tra gli scolari il Montaigne; indi a Parigi, dove si fermò molti anni, percorrendo con larghezza di cognizioni e con entusiasmo d'erudito il sapere filologico, filosofico, giuridico e teologico del tempo. Ma accusato e processato, dovette esulare dalla Francia, trovando protezione in Italia (1554), dove molti principi se lo contesero: dapprima a Venezia, poi a Padova alla corte di Ferrara, dove insegnò eloquenza e filosofia, poi a Roma per invito di Gregorio XIII, che gli concesse alti onori. Nel 1576 entrò nello stato ecclesiastico e vi rimase con profondo spirito di devozione.
Il M. è una figura di primo piano nella cultura strettamente umanistica; ma la sua attività rivestì soltanto un valore scolastico, priva d'una sua originalità; fu buon retore (Orationes), esperto latinista, infaticabile editore di testi classici, artefice di versi oraziani (Juvenilia et poemata varia) e di pagine ciceroniane (Epistolae); ma soprattutto ebbe vivace senso filologico (Variae lectiones, e i suoi molti commentarî su Cicerone, Orazio, Seneca, Tacito, e su Platone e Aristotele, sul Digesto, ecc.). Ha lasciato anche un commentario erudito su Les Amours del Ronsard (ediz. del 1553), e ha composto delle Chansons spirituelles, che furono musicate da Cl. Goudimel (1555). Di lui va pure ricordata la tragedia Julius Caesar (1550).
Ediz.: Le sue opere furono edite a Verona (1727-1730, voll. 5); poi a Leida (1789, voll. 4); a Lipsia (1834, voll. 4). Per Les Amours del Ronsard, cfr. la riprod. di H. Vaganay (Parigi 1910).