BELLAVIA, Marcantonio
Siciliano, se ne ignorano sia il luogo sia la data di nascita. Può solo stabilirsi, per evidenza di documenti, che tra l'anno 1668 e il 1670 egli era a Roma, dove svolse peraltro tutta l'attività di pittore e d'incisore a noi nota. Le sole notizie che abbiamo intorno alla vita del B. sono infatti quelle relative a una controversia sorta tra lui e il pittore Girolamo Troppa, del quale era stato per lungo tempo aiuto e collaboratore. Ricordato quale pittore seguace di Pietro da Cortona (Orlandi, Lanzi), ha lasciato testimonianza della sua attività nella cappella De Angelis in S. Maria in Aracoeli (affreschi della volta con la Gloria di s. Pietro d'Alcantara e dei peducci con figure di angeli) e nella prima cappelletta a destra del fonte battesimale in, S. Andrea delle Fratte (dipinto della parete destra con una Annunciata).
Della sua attività d'incisore si servirono mercanti poco scrupolosi che pubblicarono, dopo la morte dell'artista, le sue stampe come opere di Annibale Carracci.
Una prima volta, agli inizi del sec. XVIII, Vincenzo Belli pubblicò 60 incisioni del B. con l'indicazione: Opere diverse di Annibale Carracci. Si stampano da Vincenzo Bellii in Roma all'Orologio alla Chiesa Nova. A(nnibale) C(arracci) I. Ma la loro appartenenza al B. è inequivocabilmente provata dalla comparsa in molte incisioni del suo monogramma ("M.A.B." e "M.A.B.I.") e in una - la 39ª - addirittura della iscrizione: "Marcus Antonius, Bellavia in. et pr. Rome". Più tardi Venanzio Monaldini ripubblicò 38 incisioni del B., raccogliendole in un volume dal titolo: Pensieri diversi lineati et intagliati d'Anibale Caracci. Si vendono presso V. Monaldini. A tutti i pezzi il Monaldini aggiunse le lettere "A.C. IN.". La maldestra falsificazione del Monaldini si estende al frontespizio (rappresentante il Tempo che invita la Pittura a scrivere su una tavola il titolo dato, al volume, Pensieri diversi..., e sul quale appare la firma falsa del Bloemaert) e a un ritratto di Annibale Carracci, nel foglio successivo, sul quale, in basso, si legge "Anibale Caracci dis. ed inc. il suo Ritratto". Si tratta di un falso grossolano per la pessima qualità dell'incisione, che mostra peraltro una migliore qualità nel corpo (secondo il Bartsch opera di un anonimo incisore nel gusto di Pietro Santi Bartoli), che noli nel volto, opera di un meno abile e modestissimo artista.
Fonti e Bibl.: F. Titi, Ammaestr. utile e curioso di pittura..., Roma 1686, pp. 167 s., 311; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 358; L.Lanzi, Storia pittorica della Italia, II, Milano 1823, p. 393; P. F. Casimiro, Memorie istoriche della chiesa... di Araceli [1736], Roma 1845, p. 129; F. Brulliot, Dict. des monogrammes, I, Munich 1832, pp. 20, 116; II, ibid.1833, p. 257; G. K.Nagler, Die Monogrammisten, I, München 1858, pp. 145 s.; II, ibid.1860, p. 123; IV, ibid.1871, p. 478; A. Bertolotti, Alcuni artisti siciliani a Roma nei secoli XVI e XVII, in Arch. stor, siciliano, n. s., IV(1879), pp. 162 s.; Id., Artisti bolognesi... in Roma, Bologna 1885, pp. 177 s.; G. Filangieri, Documenti per la storia delle provincie napoletane, V, Napoli 1891, p. 402; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, pp. 161 s.; D. Angeli, Le chiese di Roma, Roma s. d., p. 272; A. Bartsch, Le peintre-graveur, XX, Würzburg 1920, pp. 3-13; J. Meyer, Allgem. Künstler Lexikon, III, pp. 366 ss.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lex., III, p. 237; XXIV, p. 73 (sub voce Marco Antonio).