FRANCIARINI, Marcello
Nacque a Gubbio il 22 maggio 1673 da Vincenzo e da Francesca Sforzolini. Uditore di legazione a Urbino fino al 1707, visse alcuni anni a Pesaro, e quindi ritornò a Gubbio.
Il suo nome ritorna più volte in relazione al dibattito che si sviluppò nella prima metà del Settecento intorno all'autenticità delle Tavole Eugubine. Attraverso queste Tavole - che riportano un testo in latino e in un'antica lingua umbra - ritrovate nel 1444 e vendute al comune di Gubbio (come attestato da un documento del 1456 ritrovato proprio dal F.), si sperava infatti di ampliare le conoscenze sull'antica lingua della regione, ma molti dubbi si nutrivano sulla loro effettiva antichità. Al dibattito, molto animato, parteciparono alcuni fra i più illustri eruditi del tempo, fra cui L.A. Muratori, S. Maffei, Giuseppe Tiraboschi di Senigallia.
Il F. divenne a Gubbio il principale punto di riferimento cui indirizzare le diverse richieste di notizie sulle Tavole. Fra gli eruditi che furono in contatto con il F. troviamo in primo luogo A. Abati Olivieri, storico pesarese, legato al F. anche grazie all'amicizia con l'eugubino G.B. Passeri. Nel 1720 il F. fu delegato a coadiuvare il vescovo F. Manciforti nella collazione degli apografi con gli originali delle Tavole. Fu all'inizio degli anni Trenta che l'attenzione del F. verso di esse sfociò nella redazione di un lessico di voci umbre desunte da questa fonte (Della lingua delle Tavole di Gubbio) e nella compilazione di una breve opera sulle diverse interpretazioni che delle Tavole erano state date da Stefano da Cremona (1520) in poi. Quest'opera, dal titolo Raccolta di quanto hanno scritto vari autori intorno alle antichissime Tavole di bronzo (1738), è rimasta inedita (Sezione di Arch. di Stato di Gubbio, Fondo Armanni, III.E.II.: M. Franciarini, Erudizioni per le Tavole Eugubine ed iscrizioni lapidarie di Gubbio).
Nel 1735 si rinnovò l'attenzione intorno alle Tavole Eugubine grazie a due articoli comparsi sul III e XIV tomo della Bibliothèque Italique di Ginevra e, in quell'occasione, il F. scrisse all'Abati Olivieri, affinché gli inviasse tali articoli e gli desse un suo parere intorno a questa controversia. Anche con G. Vincioli, erudito perugino di una certa fama, il F. intrattenne una corrispondenza degna d'interesse sempre intorno a questo argomento, e alcune delle lettere del F. attestano lo scambio costante di informazioni su altre antiche iscrizioni ritrovate a Gubbio, che il F. andava collezionando. Fra coloro che ancora alla fine degli anni Trenta continuano a occuparsi delle Tavole, troviamo anche il Maffei, a Gubbio nel 1738. Di questa visita del Maffei abbiamo anche una testimonianza del F., il quale scrisse una Relazione di quanto operò in Gubbio il sig. marchese Scipion Maffei nel riconoscere le Tavole di bronzo (Erudizioni per le Tavole Eugubine…, cit., cc. 33-35).
Le Tavole non furono comunque l'unico interesse del F., ma il punto centrale di una fertile attività di erudito locale. Fra le opere manoscritte del F. una delle più imponenti, per la ricchezza di materiali utilizzati e per l'ampiezza che la caratterizza, è quella dal titolo Notizie di varie famiglie illustri di Gubbio (Fondo Armanni, II.D.31), nella quale, utilizzando non solo fonti letterarie, ma anche documenti d'archivio, vengono ricostruiti gli alberi genealogici e la storia di alcune delle nobili casate della città, compresa quella della propria famiglia.
Altre due opere del F. rimaste inedite sono le Notizie istoriche per la città di Gubbio cavate da diversi autori (Ibid., II.D.33) e la storia dei Conti di Urbino e duchi di Montefeltro (Ibid., III.D.12). In quanto raccolte di materiale preesistente (le fonti utilizzate spaziano dalle Cronache di Giovanni e Matteo Villani, alle Istorie fiorentine di S. Ammirato), entrambe sono di scarso rilievo scientifico, ma costituiscono un interessante esempio dell'attenzione per la storia locale da parte dell'erudizione settecentesca, testimoniata anche dall'indice dei documenti conservati nell'Archivio Comunale di Gubbio, redatto dal F. insieme con il bibliotecario G.U. Angelini (Compendium omnium membranarum in Archivio Secreto Civitatis Eugubii existentium; Fondo Armanni, I.F.4).
Un altro campo di azione del F. fu quello della ricerca d'iscrizioni antiche. G. Colucci, nell'XI tomo delle sue Antichità picene, ne riporta diverse, ma fu il Muratori il primo a sollecitare il F. affinché gliene inviasse. Il primo contatto con Muratori avvenne attraverso G. Vernaccia, erudito di Urbino, il quale collaborava con lo studioso modenese nella ricerca delle fonti per i Rerum Italicarum Scriptores. Nel 1722 il F. venne coinvolto dal Vernaccia nella ricerca di antiche storie di Gubbio. Alla mediazione del Vernaccia si sostituirà poi quella di Giuseppe Tiraboschi, e infine si instaurerà una corrispondenza diretta tra il F. e Muratori, dalla quale scaturiranno due risultati concreti: la pubblicazione nei Rerum Italicarum Scriptores della cronaca di ser Guerriero da Gubbio (1350-1472) col titolo Chronicon Eugubinum auctore Guerrerio Bernio, e quella della dissertazione su L'antica città di Iguvio.
Il manoscritto originale della Cronaca di ser Guerriero era custodito presso l'Archivio Armanni di Gubbio ed era impossibile consultarlo direttamente pena la scomunica, come risulta da una lettera del F. a Tiraboschi. Era dunque necessario trovare una copia del testo sulla base della quale si potesse compiere il lavoro di edizione. Delle due copie del manoscritto, una si trovava presso la Biblioteca apost. Vaticana, fra i manoscritti dei duchi di Urbino, l'altra era in possesso di G.F. Galeotti, il quale non sembrava disposto a farla consultare. Nel 1725 però il F. riuscì a entrare in possesso di un testo probabilmente copiato da quello del Galeotti, e su quest'ultimo fu condotta l'edizione per i Rerum. Infatti - contrariamente a quanto scritto sul frontespizio della sua edizione della Cronaca di ser Guerriero - il Muratori non conobbe l'autografo vaticano.
Ma il nome del F. è legato soprattutto alla compilazione dell'opera sull'antico nome di Gubbio: L'antica città d'Iguvio, oggi Gubbio nell'Umbria, nominata da Strabone e Tolomeo nelle loro geografie, pubblicata - grazie alla mediazione del Muratori e di A. Zeno - nel VII tomo della Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici di A. Calogerà (Venezia 1732).
Lo spunto per scrivere questa dissertazione fu dato al F. dal Ristretto dell'Encomio della patria dell'abate B. Baldi, pubblicato sul Giornale de' letterati d'Italia nel 1713. Il Baldi non nominava Gubbio fra le città descritte o conosciute dai Greci. Il F. dimostrò che Gubbio era ricordata da numerosi autori greci sotto toponimi differenti, che andavano però ricondotti tutti all'antica città di Iguvio. Il lavoro filologico del F., seppur rigoroso, risulta però fortemente limitato - come egli stesso riconosce - dalla sua ignoranza del greco. Anche nel caso di questo testo, oltre agli autori antichi, le fonti storiche sono essenzialmente opere di storici locali fra Cinque e Seicento; non irrilevante è però la presenza di materiali archivistici, che il F. utilizzò ampiamente per questa dissertazione, così come le testimonianze archeologiche.
Dal Bussolo dei magistrati di Gubbio risulta che il F. ricoprì la carica di gonfaloniere, di durata bimensile, per la prima volta nel 1721 e quindi nel 1731, nel 1737, nel 1741 e ancora nel 1747.
Il F. morì a Gubbio nel 1756.
Fonti e Bibl.: Sezione di Arch. di Stato di Gubbio, Fondo Armanni, B.I.S. 9, fasc. 18; Perugia, Biblioteca Augusta, ms. 899: Lettere al conte G. Vincioli, t. VIII, fasc. III: undici lettere di M. F., 1733-1738; Biblioteca apost. Vaticana, Vat. lat. 9268: G.M. Mazzuchelli, Notizie intorno alle vite e agli scritti degli scrittori d'Italia, c. 97; Vat. lat. 9288: Id., Alfabeto di scrittori italiani A-L, ad vocem; Ravenna, Biblioteca Classense, Mss. 652: Raccolta di lettere: Lettere di M. F. a M. Sarti, 1744-1752; Cronaca di ser Guerriero da Gubbio…, a cura di G. Mazzatinti, in Rerum Italicarum Scriptores, 2ª ediz., XXI, t. IV, pp. VI n. 1, XII s., 1; A.F. Gori, Difesa dell'alfabeto degli antichi toscani, Firenze 1742, p. XXVII; G. Lami, Deliciae eruditorum, XVII, Florentiae 1755, p. 127; Novelle letterarie di Firenze, XVII (1756), col. 215; R. Reposati, Della Zecca di Gubbio e delle gesta de' signori della Rovere duchi d'Urbino, Bologna 1773, t. II, pp. 448 s.; G. Colucci, Delle antichità d'Iguvio oggi Gubbio, in Antichità picene, XI, Fermo 1791, pp. 161, 167, 183, 247-251; Dodici lettere inedite di L.A. Muratori, a cura di G. Mazzatinti - O. Ferrini, Perugia 1881; Epistolario di L.A. Muratori, a cura di M. Campori, VII, 1728-1733, Modena 1904, pp. 2290, 2293 s., 3001 s., 3116; XIV, Appendice III, ibid. 1922, ad Indicem; S. Maffei, Epistolario (1700-1755), a cura di C. Garibotto, II, Milano 1955, pp. 843 s., 850; T. Sorbelli, Urbino e la compilazione dei "Rerum Italicarum Scriptores" (Dai carteggi Vernaccia e Franciarini esistenti a Modena e Urbino), in Atti e mem. della R. Deputaz. di storia patria per le province modenesi, s. 5, XIV (1922), pp. 130-140; M. Campori, L.A. Muratori archeologo e numismatico nella corrispondenza con Giuseppe Tiraboschi e con M. F., ibid., s. 7, V (1930), pp. 85-107; G. Devoto, Tabulae Iguvinae, Romae 1937, pp. 6, 12; G. Gasperoni, Movimento culturale umbro nel secolo XVIII, in Bollettino della R. Deputaz. di storia patria dell'Umbria, XXXVII (1940), pp. 89-91, 107, 151 s., 175; Id., Settecento italiano. Contributo alla storia della cultura, Padova 1941, I, p. 112; A. Prosdocimi, Le Tavole Iguvine, I: Fortuna delle Tavole dal ritrovamento a C.R. Lepsius, Firenze 1984, pp. 17, 40-43, 65; P.L. Menichetti, Storia di Gubbio dalle origini all'Unità d'Italia, II, s.l. [Città di Castello] 1987, p. 114.