Bellocchio, Marco
Bellòcchio, Marco. – Regista italiano (n. Bobbio, 1939). Tra i maggiori rappresentanti del cinema politico, dai risvolti esistenziali e psicanalitici, che dagli anni Settanta apportò un rinnovamento formale e tematico nel cinema italiano. Con i film realizzati dopo il 2000 B. ha intessuto una riflessione sui mutamenti e le inquietudini della realtà italiana, sulla sua coscienza civile e sui lati oscuri della sua storia. Tenendo fede al suo interesse per l’esplorazione dell’inconscio, ha sperimentato forme di linguaggio cinematografico innovative affrontando temi forti come la fede e il dubbio, la follia e le relazioni familiari in L’ora di religione (2002), vincitore del Nastro d’argento; il grumo del terrorismo e la prigionia di Moro, scandita da una quotidianità ossessiva e riscattata da un finale in cui si immagina una visionaria liberazione dello statista, in Buongiorno notte (2003); le trasformazioni della società dell’immagine e l’istituto matrimoniale, con Il regista di matrimoni (2006), metafora pirandelliana del rapporto tra forma e vita, verità e finzione. Con Vincere (2009), premiato con il David di Donatello per la regia, ha riletto la stagione fascista come rimosso di un inconscio italiano che emerge dalla vicenda di Ida Dalser, l'amante di Mussolini che rivendicò ostinatamente la paternità del duce per il figlio avuto da lui, finendo internata in un manicomio. A Bobbio (dove B. dirige un laboratorio di regia e recitazione), nei luoghi emiliani della sua infanzia, ambienta Sorelle mai (2010), interrogandosi sulle responsabilità etiche e su un sentimento collettivo dell’oggi, attraverso il filtro autobiografico della memoria personale. Nel 2011 ha iniziato la lavorazione di Bella addormentata, film che pone le questioni etiche ed esistenziali in primo piano, dal momento che è ispirato al caso di eutanasia di E. Englaro e alla lotta civile del padre di lei. Nel 2011 la Mostra del Cinema di Venezia a conferito a B. il Leone d’Oro alla carriera.