Studentessa italiana (Lecco 1970 - Udine 2009). La sua vicenda è inserita nel dibattito su testamento biologico ed eutanasia. Nel 1992, a seguito di un incidente stradale, è caduta in stato vegetativo permanente e irreversibile; la famiglia ha richiesto più volte, senza successo, di interrompere la nutrizione artificiale che la teneva in vita. Nel 2007 la Corte di cassazione ha autorizzato il giudice a sospendere il trattamento in presenza di due circostanze concorrenti: lo stato vegetativo irreversibile della paziente e l’accertamento che questa, se cosciente, non avrebbe prestato il proprio consenso alla continuazione dello stesso. Nel luglio del 2008 anche la Corte d’appello di Milano ha acconsentito alla sospensione, ma la Regione Lombardia ha rifiutato di indicare una struttura nella quale poter eseguire la sentenza (sostenendo che il personale sanitario sarebbe venuto meno ai propri obblighi professionali e di servizio). Nel novembre dello stesso anno la Corte di cassazione ha confermato la sentenza e nel febbraio 2009 E. è stata trasferita in una clinica di Udine (disponibile a interrompere l’alimentazione artificiale), dove è poi deceduta (9 febbraio 2009). Il caso E., che ha infiammato il dibattito sul testamento biologico (già vivo in Italia dopo le vicende di P. Welby e L. Coscioni), ha ispirato anche la pellicola di M. Bellocchio Bella addormentata (2012).