Generale romano durante la seconda guerra punica. Nacque verso il 270 a. C.; console nel 222, vinse i Galli a Clastidio uccidendo il loro duce Virdumaro (e guadagnandosi così le spoglie opime), e insieme col collega Gneo Cornelio Scipione prese Milano e pose fine alla guerra contro gli Insubri. Dopo Canne, pretore per la seconda volta, condusse in Campania i superstiti delle legioni sconfitte; ivi seppe assicurare Nola ai Romani, contrastando validamente Annibale. Fu proconsole nel 215 e console nel 214. Nel 213, inviato in Sicilia, assediò Siracusa che si era schierata contro i Romani sotto la guida di Ippocrate e di Epicide. Ma la città resistette, anche grazie alle famose macchine da guerra escogitate da Archimede, e solo nel 212 M. riuscì di sorpresa a penetrare in alcuni quartieri di Siracusa. Un assalto di Imilcone e Ippocrate accorsi non ebbe esito, e un'epidemia fece strage nel loro campo: i capi militari stranieri aprirono allora (211) le porte della città a M., i cui soldati, durante gli eccessi del saccheggio, uccisero Archimede. M. ebbe a Roma l'ovazione. Fu console nel 210, proconsole nel 209. Console nel 208, avrebbe cercato uno scontro decisivo con Annibale, ma in una ricognizione presso Petelia rimase ucciso.