DELLA PALLA, Marco
Nacque a Firenze, intorno al 1455, da Mariotto di Marco.
I Della Palla dovevano il proprio cognome all'insegna che si trovava nella bottega di speziale di loro proprietà, ubicata nel canto di Pellicceria. La spezieria aveva costituito la principale attività e fonte di guadagno della famiglia, se già Marco di Bernardo, nonno del D., nello "squittinio" del 1433è denominato "aromatarius ad Pilam". Si trattava evidentemente di una famiglia borghese arricchitasi nel corso degli anni: sappiamo dal Ricci (Priorista, C. 200v)che nel 1471Bernardo aveva prestato al Comune 7.000fiorini e che lo stesso Marco, nel 1490, aveva a sua volta fatto un prestito di 1.000 fiorini. Notizie più precise sulla consistenza patrimoniale dei Della Palla ci vengono fornite però dalla portata al catasto, presentata nel 1474dal padre del D. In essa la famiglia risulta possedere, oltre alla bottega di speziale in cui Mariotto continua ad esercitare l'arte, e la casa adibita a propria abitazione, ubicata in Porta Rossa, altre case e botteghe in Firenze ed alcuni poderi e appezzamenti di terra situati nel Comune di Signa ed in quello di Prato. Nel Comune di Signa Mariotto possedeva anche una casa per sua abitazione.
Alla data della portata al catasto il nucleo familiare era composto esclusivamente da Mariotto, di sessantotto anni, e da Marco, suo figlio, diciannovenne. Questi continuò l'attività paterna, ed infatti il Varchi (II, p. 511) lo definisce speziale, e probabilmente contribuì ad aumentare le sostanze familiari e raggiunse una posizione di prestigio se Totto Machiavelli, in una lettera indirizzata al fratello Niccolò, lo chiama "merchatante richo..., non solo ... utile a sé e agli amici suoi, ma a tutta la città in universale" (Machiavelli, Lettere, p. 130).
Stando alla citata lettera del 26-28 sett. 1504, il D. venne coinvolto in un affare sbagliato, relativo ad una compra in cui era interessato anche un non meglio identificato Giovanni, evidentemente residente a Roma, da dove Totto scriveva. Il negozio doveva essere comunque di cospicua entità, dal momento che il fratello di Niccolò si affannava a raccomandare a quest'ultimo di fare, insieme a Piero Del Nero, opera di persuasione presso il cocciuto Marco prima perché trovasse un accordo con Giovanni e poi, sfumata questa prospettiva, si adoperasse in qualunque modo e con tutto il danaro necessario per mantenere a Firenze la discussione della causa, evitandone il trasferimento a Roma, ove Giovanni poteva contare su influenti appoggi. È sempre nell'epistolario del Machiavelli (ibid., pp. 175 s.) che troviamo altro cenno all'attività commerciale del Della Palla. Nel 1506, infatti, Agostino Vespucci forniva da Bologna a Niccolò alcune informazioni sulla solvibilità di un tale Giovan Marco, gioielliere, debitore, si ignora per quale somma, dello stesso Della Palla.
La partecipazione del D. alla vita pubblica è limitata alla carica di priore, tenuta per il bimestre gennaio-febbraio 1490 Morì a Firenze il 13 sett. 1511e fu sepolto nella cappella dei Della Palla nella chiesa di S. Spirito, poi passata in proprietà ai Procuratori dei poveri vergognosi o Buonuomini di S. Martino.
Dalla moglie, di cui non si conosce la casata, ma morta il 30 marzo 1490, oltre a Giovanni Battista ed a due fanciulle, premortegli, aveva avuto Mariotto, nato il 9 apr. 1487, che tenne il priorato nel maggio-giugno 1517 e che nel 1527 fu mandato dai Dieci in Lombardia per sorvegliare i movimenti dei lanzichenecchi calati in Italia (Varchi, I, p. 394).
Stando alle notizie riportate dal Ricci (Priorista,c. 200v), ultimo della famiglia fu Giovanni, nato a Firenze il 9 nov. 1497, che, evidentemente privo di eredi, volle adottare Alfonso di Alfonso de' Ricci, con l'obbligo che questi aggiungesse al proprio il cognome Della Palla. Nonostante che non ottemperasse a tale richiesta, Alfonso divenne erede della maggior parte dei beni dei Della Palla, o almeno di quelli posti in Firenze e consistenti in case e botteghe ubicate in Porta Rossa ed in via Pellicceria.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Carte Ceramelli Papiani, n. 3552; Ibid., Raccolta geneal. Sebregondi, n. 3987; Ibid., Catasto, 1012, cc. 9697, Firenze, Biblioteca nazionale, Priorista Ricci, E. B. 14. 1., Quartiere S.Maria Novella, C. 200v; B. Varchi, Storia fiorentina, a cura di L. Arbib, I, Firenze 1838, p. 394; II, ibid. 1843, p. 511; N. Machiavelli, Lettere, a cura di F. Gaeta, Milano 1961, pp. 130-134, 175 s.; G. Lesca, Lettere machiavelliane inedite,in Riv. stor. degli Archivi toscani, III(1931), pp. 1-3.