LEPIDO, Marco Emilio
Figlio dell'omonimo pretore del 213 a. C., fece parte dell'ambasceria che fu mandata dai Romani a Tolomeo V Epifane nel 201 a. C., o piuttosto sul principio del 200, per conciliarlo con Antioco di Siria, e che proseguì per la Grecia. Quando Filippo pose l'assedio ad Abido, fu lui che ebbe l'incarico di presentargli l'ultimatum del senato romano. Pretore nel 191, ebbe come provincia la Sicilia, e nel 187 ottenne il consolato insieme con C. Flaminio, col quale combatté contro i Liguri, e, dopo la loro sottomissione, aprì la via da Piacenza a Rimini, che da lui prese il nome. Censore nel 179 insieme con M. Fulvio Nobiliore, costruì la basilica, che fu chiamata Aemilia et Fulvia, e più spesso soltanto Aemilia. Console per la seconda volta nel 175 con P. Mucio Scevola, vinse gli Apuani presso l'Audena, fiume d'incerta ubicazione, ed ebbe con il collega l'onore del trionfo. Chiamato a far parte del collegio dei pontefici sino dal 199, fu nominato pontifex maximus nel 180. Morì in tarda età nel 153-2 e volle essere sepolto con la maggiore semplicità.
Bibl.: B. Niese, Gesch. der griech. und maked. Staaten, II, Gotha 1899, p. 637; M. Holleaux, in Revue des Études anciennes, XV (1913), p. 4; G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV, i, Torino 1923, pp. 22 seg., 35 seg., 421; E. Pais, Storia di Roma durante le grandi conquiste medit., Torino 1931, p. 180.