Figlia (Ostenda 1906 - Ginevra 2001) di Alberto I re dei Belgi, studiò in Inghilterra, Italia e Belgio. Nel 1930 sposò Umberto di Savoia, erede al trono d'Italia, e partecipò poi attivamente alla vita culturale e artistica del paese, specie nel settore musicale. Ben a conoscenza dei sentimenti reali del paese per le sue visite agli ospedali di guerra quale ispettrice generale della CRI, in frequenti rapporti con esponenti del mondo antifascista, la principessa decise di assumere un'iniziativa indipendente per cercare di far uscire l'Italia dalla guerra. Sperando in una mediazione di Salazar presso gli Inglesi, M. J. il 19 luglio 1943 inviò a Lisbona il diplomatico A. Emo Capodilista con proposte che avrebbero comportato: la cessazione delle ostilità da ambo le parti, la conservazione delle armi da parte delle forze armate italiane contro i Tedeschi (la marina italiana sarebbe stata messa a disposizione degli Alleati), il mantenimento della monarchia. Ma da parte anglo-americana il 3 agosto si dichiarò che sarebbe stata accettata solo la resa incondizionata. Dopo l'armistizio (8 sett. 1943) si rifugiò in Svizzera, da dove tornò a Roma, dopo la liberazione della città dai nazifascisti, presso il marito divenuto luogotenente del regno. Concluso il breve periodo di regno di Umberto (9 maggio - 13 giugno 1946), lo precedette di qualche giorno nell'esilio, con i figli. Nel 1987 il Consiglio di stato riconobbe a M. J. il diritto di rientrare in Italia. Ha avuto i figli Maria Pia (n. 1934), Vittorio Emanuele (n. 1937), Maria Gabriella (n. 1940), Maria Beatrice (n. 1943).