Ropars, Marie-Claire
Studiosa francese di estetica e teorica del cinema, nata nel 1936. Profondamente legata al dibattito sviluppatosi in Francia negli anni Settanta e Ottanta, segnato dalla crisi dello strutturalismo e dall'emergere delle filosofie del postmoderno, nei suoi scritti ha esplorato il rapporto tra cinema e letteratura ispirandosi alla pratica della decostruzione teorizzata da Jacques Derrida.
Fin dai primi anni Settanta la sua ricerca si è inserita nel contesto degli studi semiologici sul cinema (v. anche linguaggio del cinema), seguendo l'orientamento, allora emergente, a concepire il film come luogo della scrittura, per porre l'accento sugli scarti e le tensioni che caratterizzano il "testo filmico" e lo apparentano a quello letterario (De la littérature au cinéma: genèse d'une écriture, 1970; Le film comme texte, in "Les français aujourd'hui", 1976, 32). Nel corso degli anni Ottanta e Novanta ha sviluppato questa posizione, che cerca di combinare il decostruzionismo di Derrida con l'idea di montaggio di Sergej M. Ejzenštejn, sia in veste di direttrice della rivista "Hors cadre" (responsabilità condivisa con Pierre Sorlin), sia nella monografia Le texte divisé; essai sur l'écriture filmique (1981). Dopo aver messo in rilievo il carattere letterario del testo filmico, in Écraniques: le film du texte (1990) la R. ha operato in direzione opposta, sviluppando una lettura filmica del testo letterario.
Tra gli altri suoi scritti, oltre alle ricerche di carattere storico, compiute con M. Lagny e Sorlin, sull'idea di rivoluzione in Oktjabr′ (1927; Ottobre) di Ejzenštejn (La révolution figurée. Film, histoire, politique, 1979) e sul cinema popolare francese degli anni Trenta (Générique des années 30, 1986), bisogna ricordare anche il saggio écrire l'espace (2002), in cui, partendo da M. Blanchot, ha esplorato i paradossi insiti nella "scrittura dello spazio", decostruendo opere di pittura, letteratura e musica, alla ricerca di quella dimensione 'inumana', aliena all'essere, la cui più chiara esemplificazione cinematografica viene rintracciata nel film Sans toit ni loi (1985; Senza tetto né legge) di Agnès Varda.
F. Casetti, Teorie del cinema, 1945-1990, Milano 1998⁴, pp. 158-59 e pp. 233-36; P. Brunette, Post-structuralism and decostruction, in The Oxford guide to film studies, ed. J. Hill, P. Church Gibson, New York 1998, pp. 96-106.