Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Marin Mersenne, uno degli artefici della rivoluzione scientifica del Seicento, è uno dei più importanti teorici musicali del suo secolo: egli riformula gran parte delle riflessioni sviluppate dallo studio umanistico della musica ed è tra i primi ad applicare in questo ambito il metodo sperimentale, grazie al quale elabora una serie di leggi relative al funzionamento dell’armonia musicale e dell’acustica, e un’ampia raccolta di osservazioni organologiche che lo rendono un’autorità incontrastata, soprattutto in Francia, fino all’avvento di Rameau.
La prima opera nella quale Marin Mersenne si occupa di musica è costituita dalle Celeberrime questioni sulla Genesi, dove un’ampia sezione è dedicata a un confronto tra la musica antica dei Greci e degli Ebrei e quella praticata negli ultimi 100 anni. Mersenne, rifacendosi soprattutto agli scritti dei teorici greci e latini, aderisce a una posizione già ampiamente diffusa, soprattutto in ambito umanistico, che consiste nel sostenere che la musica antica avesse la capacità di provocare “effetti meravigliosi” (di incidere cioè sui costumi e sulle passioni umane, guarire da numerose malattie, educare, spingere a combattere o a riappacificarsi), capacità perduta dalla musica moderna. In linea con tale posizione, egli si sofferma a lungo a indicare ai compositori quali elementi della musica antica debbano essere reintegrati in quella moderna, in modo da poter tornare a produrre gli effetti ottenuti in passato. Nel far ciò, vengono comunque attaccate tutte le teorie sulla musica di stampo cabalistico, astrologico, o più in generale di carattere “metafisico”: sostenendo che il suono è un movimento, e non una sostanza dotata di “qualità occulte”, egli afferma allora che le uniche spiegazioni valide del suo funzionamento sono quelle di ordine fisico e matematico, e avanza in proposito una serie di riflessioni, soprattutto nel campo dell’acustica e della teoria delle consonanze, che verranno poi sviluppate negli scritti successivi.
L’opera più importante che Mersenne dedica alla musica è l’Harmonie universelle, grande raccolta enciclopedica di trattati sui diversi argomenti che in qualche modo hanno a che fare col concetto neoplatonico di “armonia”, pubblicata tra il 1636 e il 1637 dopo una serie di lavori presentati durante il periodo della sua preparazione.
Quando scrive l’Harmonie universelle, Mersenne non crede più ai “meravigliosi effetti” della musica antica, ma continua a considerare il fare musica, l’ascoltarla e lo studiarla scientificamente come momenti cruciali dell’approssimarsi umano all’armonia universale predisposta dal Creatore. Egli allora ricerca un’integrazione quanto più stretta possibile tra le teorie più speculative e le osservazioni pratiche ricavate dagli esperimenti e dalle discussioni con i musicisti.
In particolare, vengono per la prima volta formulate esplicitamente le regole che mostrano le relazioni tra l’altezza sonora e le variabili dalle quali questa dipende (lunghezza, diametro, tensione e massa dei corpi vibranti che producono il suono), e viene sviluppata la prima teoria approfondita sugli armonici.
Mersenne elabora poi una sintesi delle teorie precedenti sui sistemi di intonazione musicale, auspicando l’adozione del temperamento equabile e fornendo consigli pratici per la sua applicazione nella costruzione degli strumenti musicali.
Un’ampia trattazione viene dedicata allo studio delle consonanze e delle dissonanze, analizzate tenendo conto da una parte della relazione tra l’altezza del suono e la frequenza delle vibrazioni dell’aria, e dall’altra dei fattori psicologici che incidono sui giudizi degli ascoltatori nei confronti delle proprie sensazioni.
Alla luce di tale studio sugli intervalli viene poi condotto un esame approfondito delle regole della composizione musicale che, se ripropone fondamentalmente quanto era già stato sostenuto dai trattati sul contrappunto scritti verso la fine del Cinquecento, presenta anche alcuni aspetti originali: ad esempio, accanto a una serie di regole derivate dalla retorica, egli mostra quale applicazione si possa fare dell’ars combinatoria per risolvere alcune questioni di carattere compositivo.
Vengono proposti anche numerosi suggerimenti pratici al fine di semplificare l’apprendimento e l’esecuzione della musica: particolarmente interessante è a questo proposito la sezione dedicata agli abbellimenti musicali.
Infine, molto ampia e accurata è la sezione dedicata alla classificazione e alla presentazione degli strumenti musicali, che rende l’Harmonie universelle una delle opere fondamentali nella storia dell’organologia.